31. La maledizione della mummia (I)

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Parte I - La maledizione della mummia // CROSSOVER

«Andare a lavoro alle sette di mattina il giorno del tuo compleanno!» esclamò Emily, staccando un'estremità del suo cornetto e inzuppandola nel cappuccino

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«Andare a lavoro alle sette di mattina il giorno del tuo compleanno!» esclamò Emily, staccando un'estremità del suo cornetto e inzuppandola nel cappuccino. «Non credo ti sia mai successo in tutta la vita, Tori.»

JJ si mise a ridere, minacciando di rovesciare parte del suo caffellatte. «E pensare che è tutta colpa del suo fidanzato lo rende ancora più divertente.»

«Il mio fidanzato la pagherà cara, infatti,» replicai, intendendo al cento per cento la mia affermazione. Mi aprii poi in un ghigno malizioso. «Ma qui forse qualcun altro ha da fare una confessione su questo argomento, vero, Emily?»

Garcia si portò le mani alla bocca con tanta veemenza da schiacciarsi gli occhiali sul naso, gli occhi sgranati. «Non. Mi. Dire!» gridò, facendo voltare mezza caffetteria dell'FBI.

Emily mi scoccò un'occhiataccia. «Sei assurda.»

«Occhio per occhio,» ribattei, imperturbabile.

La mia amica allora sbuffò e mise giù il cappuccino. «Bene, togliamoci questo dente,» affermò, prima di prendere un bel respiro e dire fra i denti: «ho chiesto a Mick di uscire domani.»

Garcia e JJ dapprima esplosero in grida che fecero tremare il tetto della stanza, allarmando tutti gli agenti presenti—ne vidi un paio posare d'istinto la mano sulla loro arma; poi, nello stesso identico istante, aggrottarono la fronte e ci fissarono con sguardi alterni. «Ma voi non dovreste partire?» chiese JJ a nome di entrambe, supportata da Garcia che annuiva vigorosamente.

«È vero, voi ve ne andate sempre il weekend dei vostri compleanni,» sottolineò l'analista, preoccupata.

Io ed Emily ci scambiammo un sorriso. «Hotch non è riuscito a far accettare i due giorni di ferie dalla Strauss questo weekend,» spiegai, scrollando le spalle. «Partiremo il prossimo. E poi non mi dispiace, ci sono altri fattori in gioco. Voi, Reid, Rossi e Morgan, Jack, Henry, Jessica... mi piacerebbe passare il mio compleanno con tutti.»

JJ e Garcia sorrisero e allungarono le mani oltre il tavolo per prendere quelle mia e di Emily. «Allora perché non ci dedichiamo una giornata tra ragazze?» propose JJ, di buonumore. «Potremmo andare alla spa e mangiare sushi.»

«E vedere al cinema un bell'horror,» aggiunsi, facendo sbuffare le due bionde ed esultare la mia coinquilina.

La nostra piacevole colazione fu interrotta da Aaron Hotchner in persona, il cui solo ingresso nella caffetteria, impegnato a sistemare i polsini della giacca, riuscì a far accelerare i battiti del mio cuore. Si lanciò uno sguardo scuro attorno per localizzarci, e appena lo fece si diresse verso di noi. Il suo viso in pochi passi cambiò completamente, illuminato da un'aria tenera e serena, da un sorriso sghembo che gli fece alzare un angolo della bocca, e comparire una fossetta. Vidi anche le mie amiche sorridere, ma solo con la coda dell'occhio, perché tutta la mia attenzione era per lui. «Buongiorno,» disse a tutte, fermandosi al mio fianco. Lanciò un'occhiata veloce a JJ. «C'è un caso sulla tua scrivania che vorrei vedessi. Se ti sembrerà opportuno, ti basta una chiamata per far preparare le auto.»

505 || aaron hotchnerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora