Capitolo 18:
- dove è il compleanno di Tori
- dove c'è una visita a sorpresa
- dove viene fatto un regalo
>> ep. 04x25La porta della stanza si aprì con tale potenza da strapparmi al sonno, strappandomi un grugnito ben poco umano. «Buon compleanno!» gridò Emily a pieni polmoni prima di scaraventarsi sul mio letto, entrando in diretta collisione con me che fino a un minuto prima dormivo con immensa beatitudine. Mi stampò un bacio sulla guancia e poi si infilò sotto le coperte con me, tirandosele fino al naso. «Non si compiono trent'anni tutti i giorni, vero?»
«Mi sento così vecchia,» borbottai, girandomi con l'eleganza di una foca e seppellendo il volto nel cuscino fino a soffocare.
«Avanti, non fare la melodrammatica. Sei ufficialmente entrata nel mondo degli adulti,» replicò, punzecchiandomi il fianco con il gomito.
«Sono nel mondo degli adulti da tempo. I trent'anni sono un traguardo inutile,» risposi, la voce strascicata attutita dal cuscino.
Emily sbuffò. «La tua migliore amica di una vita ne ha trentaquattro, l'uomo che ti interessa ne deve fare trentotto, i tuoi colleghi spaziano dai ventinove ai cinquanta e passa. Non ti senti meglio sapendo che finalmente sei parte del gruppo?»
«Prima ero emarginata?» chiesi in risposta, riemergendo dalla pila di cuscini in virtù del bisogno di ossigeno. Lei si mise su un fianco, sorreggendosi la testa con la mano nel guardarmi.
«L'hai detto tu, non io.»
Chiusi di nuovo gli occhi, una stanchezza enorme addosso. «Bella amica.»
«Puoi dirlo forte,» replicò, «ti ho preparato la colazione, sono uscita prestissimo per comprare tutto. Oggi questa bella amica ti dedicherà una giornata perfetta!»
Con una risatina divertita mi strofinai gli occhi. «Come sempre.»
«Allora, sono pronti per una videochiamata Garcia, Morgan, Reid e JJ,» mi aggiornò, «e stamattina mi ha svegliata tua madre, preoccupata che non le stavi rispondendo al telefono. Per una persona che fa quel lavoro dovrebbe essere abituata al jet lag,» commentò.
«La chiamerò quando avrò voglia di sentire l'ennesimo discorso sulle gioie della vita,» sbuffai.
Emily ridacchiò. «Ho anche chiamato il locale per stasera, è tutto confermato per le dieci,» sentii chiara esitazione nella sua voce, per cui mi girai, cercando di scrutare la sua espressione nella penombra della stanza.
«Che c'è?»
Lei alzò le spalle. «Niente. Mi chiedevo solo... mi chiedevo solo se fosse una buona idea, considerato Foyet e tutto il resto. Non pensi che adesso che è in libertà possa decidere di venirti a cercare? Forse dovremmo limitare le uscite per un po', finché non riescono a ritrovarlo.»
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505 || aaron hotchner
FanfictionTori Riva non voleva entrare alla BAU. Dopotutto, per quanto potesse essere prestigiosa, era un posto da matti: rapimenti, persecuzioni, omicidi, bombe, sette sataniche, episodi di piromania, e chi più ne ha ne metta. Se non fosse stato per Emily...