Capitolo 17°

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Devhon

Questa parte potevo decisamente evitarla, ma che dire, questa ragazzina di montagna, mi manda davvero fuori di testa, e non è per niente un bene. Devo allontanarla e mettere in chiaro la nostra posizione, altrimenti finirà peggio di come è finita l'ultima volta.

Sembra che ogni cosa che diciamo, o facciamo, venga sempre riferita ai giorni passati in Trout Lake.
Sembrano così lontani, eppure, eppure non è passato poi così tanto tempo. Le vecchie ferite che ricoprono il mio corpo, ne sono la prova vivente, e quelle nuove che ornano le mie nocche, mi ricordano che niente è cambiato, se non peggiorato. Purtroppo non posso negare che lei, questa sirena incantatrice, ignora totalmente il suo potere. Lei non sa quali istinti smuove in me, e sinceramente preferisco che continui ad ignorare la situazione.

Finalmente arriviamo, Levis, il mio autista, si ferma davanti all'entrata, e il cocchiere dell'hotel apre gentilmente la mia portiera, mentre il mio autista prova a fare il suo lavoro con Mia, inutile dire che è già fuori e si guarda intorno come se vedesse il mondo per la prima volta, un pó come Alice nel paese delle meraviglie.

<<Bentornato signor Monroe. È sempre un piacere rivederla>>.

<<È un piacere anche per me>>. Rispondo camminando verso le grandi porte.
Mia mi segue, fermandosi di tanto in tanto per guardare la bellezza del posto.

<<Mio Dio! Questo è...>> Dice senza finire la frase sbalordita.<<Questo è... stupendo>>. Conclude.

<<Non hai ancora visto niente>>. Ribatto avvicinandomi alla reception.

<<Signor Monroe!>> La voce del direttore mi fa voltare, e come sempre nel suo elegante completo blu, dal fazzoletto argentato, gli stessi toni del suo hotel, si avvicina sorridendo e allungando già la mano.

<<Che bello averla di nuovo qui>>.

<<Sai che amo questo posto, ed è un piacere alloggiare qui>>.

<<Dopo quello che ha fatto per me saperla qui è un vero onore>>.

<<Sempre troppo gentile, Trevis>> Ribatto.

<<La suite imperiale è già pronta>>.

Sorrido e mi volto verso Mia.

Ed eccola lì che mi guarda come se fossi un alieno.

I suoi occhi sono sbarrati e posso dire che leggo dell'imbarazzo nel suo atteggiamento; si tocca i capelli, incastra il labbro inferiore tra i denti e le sue guance si tingono con quella leggera sfumatura rossa, atteggiamenti che si contraddistinguono anche nel caos più totale.

<<Trevis!>> Lo chiamo attirando la sua attenzione, intento a dare ordini precisi per il mio alloggio, come se il principe fosse tornato alla tenuta reale.

<<Lei è Mia Clark>>. Decido di presentarla, anche per rompere questo suo imbarazzo.

<<Salve signorina sono Trevis, il direttore dell'hotel. Di solito non conosco le accompagnatrici del signor Monroe, ma se ha deciso di presentarla, deve aver fatto davvero colpo>>. Ed ecco che Mia da un leggero colorito rosso, sembra quasi prendere fuoco.

Devo anche dire che le parole di Trevis non erano affatto previste e hanno spiazzato anche me.

<<Trevis no! È solo la mia contabile personale>>. Cerco di precisare.
Alle mie parole, qualcosa in Mia cambia, i suoi occhi sembrano avere un velo di delusione

Inevitabile 2 L'impero Del PrincipeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora