Capitolo 1°

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Devhon

Osservo quel liquido ambrato nel bicchiere che oscilla ad ogni mio movimento.
Da solo, al buio, illuminato solo dalla luce del finto camino, continuo a bere per sopprimere quello che tanto vorrei urlare al mondo.
Bevo per non sentire nulla, bevo per dimenticare ciò che è accaduto e ciò che mi aspetta.
Sento il cervello ribollire, come se stesse per esplodere da un momento all'altro.

Otto giorni, otto maledetti giorni passati da quando sono entrato nel mio jet privato e sono atterrato a Miami.
Dove vivo da più di dodici anni e dove c'è la mia vera stanza.
Otto giorni per elaborare che ho un fratello non riconosciuto, che Adam non è un Monroe, che mia madre ha tradito mio padre, come mio padre ha tradito lei.
Sapevo che non si amavano, ma questo è troppo anche per loro.

La tua famiglia non è altro che una bella immagine, ma dal contenuto vuoto.

Otto giorni per elaborare il mio fidanzamento con Stefany, ma sono anche otto interminabili giorni in cui non ho più nessuna sua notizia, che non vedo i suoi occhi, che non sento la sua lunga lingua borbottare.
L'ho scacciata come un cane rabbioso, allontanata da me e persa per sempre.

Ci tengo così tanto?

<<Cazzo!!!>> Urlo gettando quel liquido contro il vetro del caminetto, che finisce in mille pezzi schizzando tutto ciò che mi circonda, me compreso.

Che mi sta succedendo?

Quando l'ho visto al magazzino di Tom, il mondo si è fermato, lei che urlava il mio nome come una supplica, ha gelato il fuoco dell'inferno che circondava la mia anima.
Dopo che lei è sparita tra la folla, sono stato portato in ospedale e curato, per un tempo che non saprei definire, finché ho firmato per essere dimesso.
Uscito dalla stanza, ironia della sorte, la stessa occupata da Mia quando fu investita,  ho trovato l'intera stirpe Monroe ad attendermi.

Otto giorni prima:

<<Oh mio Dio! Dev, che fai?>> Chiede Eve, appena mi vede.
<<Non toccarmi!>> Le intimo, facendo arretrare il suo corpo, intenta a fare chissà quale gesto.
<<Sta lontana da me!>> Mi volto e guardo i presenti.
<<State tutti lontano da me!>> Ordino.
I loro visi sono preoccupati, ma probabilmente la loro preoccupazione è dovuta solo a quello che potrei fare, non a quello che mi è successo.
<<Dev, dobbiamo parlare>>. Annuncia Victory con quel fare da capofamiglia del cazzo che è, vestito con un completo su misura blu, come se fosse stato invitato alla casa bianca a discutere di chissà quale stronzata e, ora vuole parlare. Ma molto probabilmente vuole solo ordinarmi qualcos'altro.
Mentre lei, la traditrice, mantiene quella borsa nell'incavo del braccio come se il suo interno contenesse la cura per l'infelicità del mondo, con quel caschetto biondo tinto alla perfezione. Entrambi senza nessun scrupolo nei confronti del loro stesso figlio.

<<No! Non credo proprio. Ci siamo detti tutto>>. Dico camminando più velocemente possibile, visto com'è ridotto il mio corpo, mentre Logan, Patrik e Adam mi affiancano.

<< Andiamo>> Dice Patrik, come se lui stesso volesse allontanarmi da quella gente.

<<Portami al mio Jet, e chiama Theo il mio pilota>>. Dico nervoso, con l'ansia di chi vuole solo scappare, e lui mi guarda con confusione.

<<Non voglio nessuno di voi con me. Voglio stare da solo>>. Urlo incamminandomi verso l'uscita.
Loro non sanno quello che mi aspetta, non hanno capito a cosa dovrò rinunciare d'ora in poi.

Li voglio lontani, è difficile per me averli vicino.

Sento Adam chiamarmi, ma non mi volto e lentamente varco le porte.
L'aria fresca pizzica il mio volto e questo mi porta a fare un lungo e profondo respiro. L'odore di montagna, degli alberi mossi dal vento, sembra un beneficio per il mio corpo mal ridotto, ma questo paese è maledetto e ha portato solo guai.

Inevitabile 2 L'impero Del PrincipeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora