Capitolo 21°

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Devhon

Se un minuto fa qualcuno mi avrebbe chiesto come mi sentissi, avrei risposto completo, libero...
Un parolone per uno come me, ma ora mentre il mio corpo si assesta, e le mie labbra dsi staccano dalla sua pelle, mi sento un traditore villano, che pur di raggiungere il suo scopo, ha tradito la fiducia di una ragazzina ancora una volta. Quella stessa fiducia che lei pur negando ancora e ancora, mi affida ogni dannata volta.


E che tu prendi senza esitazione.

Si volta, i suoi occhi quella pozza marrone mi osserva, venendo illuminata dai fari della pista da ballo.

<<Cos'hai?>> Chiede destando i miei pensieri.

La guardo: <<Sei davvero bella Mia>>. Rispondo mentendo per metà. Perché lo è davvero, con quei capelli lunghi simile al colore del cioccolato, quelle gambe sinuose e quella vita stretta al punto giusto, e da far girare la testa. Il mio copro si incastra perfettamente al suo, l'anello mancante.
Lei da timida ragazzina di montagna, sorride abbassando lo sguardo e cerca di aggiustare i suoi capelli, un atteggiamento tipico di chi si vergogna, o di chi odia stare al centro dell'attenzione.

Mi avvicino e con la punta delle dita delineo il suo profilo.
<<Non vergognarti Mia, mai>>. Le prendo il mento tra il pollice e l'indice e giro il suo viso verso di me.
<<Guardami...>> è quelle profonde e scure iridi mi portano a sprofondare con lei, mentre mi fissa con quella intensità da farti bloccare.
Che mi stai facendo?
<<La tua è una bellezza rara...>> Le sussurro mentre avvicino le sue labbra alle mie. La bacio con delicatezza, come se stessi assaggiando per la prima volta un frutto raro. E lei me lo lascia fare.
<<Sei rara, Mia Clark>>. Le confesso.
E tra un bacio delicato e l'altro lei si lascia andare. Quelle delicate dita si poggiano sulle mie spalle e io avrei voglia di rifare tutto daccapo. Ma sento quel senso di colpa che mi sta lacerando da dentro.

Mi stacco, anche se contro voglia e le sistemo una ciocca dietro l'orecchio. Non sapendo più cosa dirle, cerco di allontanarmi, mentre la voce della coscienza impreca e si dimena contro di me.

<<Devhon?>> Mi chiama mentre io raccolgo i miei vestiti e incomincio a vestirmi.

Non chiedermelo Mia, altrimenti sarò costretto a rispondere.

Lei si avvicina alla scrivania e prende il suo vestitino.

<<Cosa dovrebbe significare quello che abbiamo appena fatto?>>

Ecco, l'ha chiesto.

Dev, non lo merita. Dille la verità, forse capirà.

Mi passo una mano sul viso e cerco di non guardarla negli occhi.

<<La mia è una posizione di stallo>>. Ammetto.

<<E cosa sarei io la tua via d'uscita?>> Risponde di getto.

Forse o forse peggio.

<<Io non lo so, ma per ora viviamo quello che ci possiamo permettere>>.

C'è silenzio, all'inizio penso che non sappia cosa dirmi, ma poi la sua risposta arriva mettendomi per un istante in difficoltà.

Inevitabile 2 L'impero Del PrincipeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora