Capitolo 9: - 8 -

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Draco si alzò e si diresse con decisione verso l'uscita. La vista della Granger sul palco aveva rovinato tutti i suoi piani di umiliarla stasera, perché lo aveva davvero colto di sorpresa.
Cazzo, doveva andarsene da qui, e il prima possibile. Non aveva la sensazione che a casa le cose sarebbero andate meglio per lui, perché probabilmente non avrebbe dimenticato la scena così in fretta, ma almeno lì lei non avrebbe incrociato di nuovo la sua strada e scatenato una rigidità che non aveva mai provato prima. Qualunque cosa fosse stata, non si era sentito a suo agio.
Stava attraversando l'atrio a passi lunghi e veloci quando qualcuno lo afferrò vigorosamente per il bavero del mantello e lo trascinò dietro la scala. Guardò dritto negli occhi marrone scuro della Granger e trasalì.
"Tutto a posto?" Tentò uno sguardo disinvolto e decisamente lascivo che richiese una quantità inaspettata di forza. "Sembra che tu non veda l'ora di toccarmi". Sorrise compiaciuto, anche se la Granger sembrava così arrabbiata che, se fossero andati ancora a scuola insieme, probabilmente sarebbe scappato.
Ma lei non aveva più la bacchetta, quindi non c'era motivo di essere prudenti. Tuttavia... aveva già sentito il suo pugno in passato e non era stato certo un piacere.
"Cosa ci fai qui?" Rnghiò le parole senza nemmeno pensare di rispondere alla sua domanda, e Draco sentì la pelle d'oca corrergli lungo la schiena. Merlino, gli faceva un certo effetto quando lei era così arrabbiata. "Non puoi restare qui e..."
"E cosa?" Lui alzò le sopracciglia. "Metterti in imbarazzo? Farti eccitare? Sedurti?" Quasi immediatamente il suo petto fu scosso da un forte pugno e l'ampio sorriso scomparve dal suo volto. Lo aveva colpito. Di nuovo, cazzo.
"Osservarmi, infastidirmi e disturbare il mio lavoro!" era la sua versione delle cose, e Draco alzò gli occhi al cielo.
"Posso andare dove voglio quando voglio. Stai davvero cercando di cacciare un ospite dal bordello in cui lavori? Mi sembra che questo vada oltre la tua autorità, Granger. Se lo volessi, potrei prenotarti sul posto e tu dovresti fare quello che desidero". Ora notò un guizzo di paura nei suoi occhi, ed era quello che aveva cercato di ottenere. Aveva di nuovo il sopravvento.
"Non ti obbedirei mai", disse lei coraggiosamente, mettendo quanta più distanza possibile tra loro. Per qualche motivo che Draco non riusciva a comprendere, la cosa lo infastidiva. Ma non lo lasciò trasparire, limitandosi a lanciarle un'occhiata sdegnosa.
Sapeva che lei non avrebbe potuto fare nulla se lui avesse davvero messo in atto le sue minacce, e si trovò ad ammirare il fatto che lei osasse ancora litigare con lui. Se qualcuno avesse origliato, sarebbe incorsa sicuramente in un sacco di guai.
"Sarebbe meglio che tu lo facessi. Dopo tutto, io sono in cima al piedistallo e tu in fondo. Non siamo più a Hogwarts, Granger, e io sono un uomo rinomato, mentre tu sei la feccia di questo paese. Mi sarei aspettato un po' più di rispetto".
Si allontanò trionfalmente senza toglierle gli occhi di dosso. La Granger cercò di mantenere uno sguardo neutro, ma le emozioni le turbinavano dentro e tutta la sua postura lo lasciava intendere. Lui la conosceva troppo bene, anche dopo tutto questo tempo.
"Se ti aspetti rispetto, stai parlando con la persona sbagliata. Sei patetico!", sibilò lei e lo stomaco di lui si strinse.
Ora non sapeva se essere arrabbiato o divertito. Avrebbe potuto ucciderla subito, o sbatterla ad Azkaban, o farle di peggio. Ma era davvero la vecchia Granger a trasparire dagli occhi di questa perfetta sconosciuta davanti a lui. Teneva la testa alta e fiera. Ed era sicuro che tutto ciò che lei vedeva in lui era Draco il traditore, nient'altro.
"È un peccato, perché avevo già dei progetti per noi", sussurrò gelidamente, senza pensare a quello che stava dicendo. Era la rabbia. Continuava a fargli dire cose che potevano avere conseguenze incalcolabili per lui, e molte volte Draco aveva pagato a caro prezzo per queste gaffe sconsiderate.
Ma ora si stava godendo l'espressione spaventata della Granger ed era contento di essere finalmente riuscito a farla tacere.
"Ora che ci penso, potrei anche accettare l'offerta di cui mi ha parlato Blaise ieri".
Assunse un'espressione fintamente pensierosa e poi le afferrò il polso, facendola trasalire.
"È possibile portare a casa questa signora?", disse a voce alta e si voltò lentamente.
Draco sentì la Granger irrigidirsi accanto a lui e sorrise involontariamente. La tirò verso il banco della reception.
Il mago guardò i suoi documenti e annuì. "Sì, signore, è assolutamente possibile".
Non sembrava che gli dispiacesse essere interpellato su una cosa del genere, ma Draco non era comunque serio. Sperava solo di far prendere un bello spavento alla Granger, così continuò a fare il suo giochino.
"E quanto mi costerebbe?" Il mago dietro la scrivania indicò un prezzo che Draco non sarebbe mai stato disposto a pagare, ma fece un gesto volutamente disinvolto con la mano. "È... economico". Lanciò un'occhiata sprezzante alla Granger. Lei ora era mortalmente pallida.
"No, Malfoy, non farlo. Non lo vuoi davvero. Lasciami stare e prendine un'altra. Ci siamo divertiti tutti, ma per ora basta così". La sua voce tremava e aveva assunto un tono supplichevole, che fece sentire Draco ancora più soddisfatto.
Sembrava così disperata che lui non vedeva l'ora di continuare il gioco, anche se allo stesso tempo lo irritava il fatto che lei sembrasse disprezzarlo così tanto. Ieri aveva chiaramente dimostrato che avrebbe preferito qualsiasi vecchio scorreggione a lui. Sbuffò. Non era privo di fascino. Poteva anche essere affascinante, quando voleva.
"Questo significa che preferisci andare in camera con me?"
"No!"
Lui rise alla sua faccia stupita.
"Bene."
Si voltò verso il mago, che ora sembrava piuttosto impaziente, e le parole gli uscirono ancora una volta di bocca più velocemente di quanto riuscisse a comporre un pensiero chiaro. "La porterò con me. Subito. Per una settimana".
"Dannazione". Sentì il sussulto della Granger e capì come si sentiva in quel momento. Era altrettanto perplesso e sentì le dita tremare mentre prendeva il portafoglio per tirare fuori la somma di galeoni che il mago aveva calcolato.
"Dovrebbe comunque firmare qui, signore. Questo è l'accordo sulle regole della casa e il contratto per la durata che desidera".
Gli porse una pergamena e una penna d'oca e Draco scorse la lista.
Nessuna Maledizone Imperdonabile, nessuna ferita, niente che potesse portare alla morte. Naturalmente si era aspettato qualcosa del genere.
"Oh, guarda, Granger. Devi obbedirmi, qualunque cosa ti chieda, a meno che non sia contro le regole!"
Indicò l'ultima riga sulla pergamena e la osservò. Il suo volto era inespressivo e non si permise di guardare la lista, né lui, né il mago alla reception. Se non lo avesse saputo, Draco avrebbe pensato che fosse rimasta scioccata.
"Tutto qui?" Chiese Draco, irritato dalla sua reazione, e il mago annuì brevemente.
Si allontanò dalla reception e riprese il polso della Granger, anche perché sospettava che lei non lo avrebbe seguito per semplice richiesta. D'altra parte, lei doveva obbedirgli per sette giorni esatti a partire da ora, no? Così le lasciò la mano e si grattò il mento in modo un po' incerto.
"Corri di sopra, prendi le cose che ti servono e scendi subito da me", ordinò timidamente, osservando la Granger che iniziò subito a muoversi e a salire in fretta le scale, il che (considerando il suo abbigliamento e le sue gambe nude) sembrava piuttosto ridicolo.
Come aveva sospettato, non dovette aspettare molto prima che la Granger fosse di nuovo in piedi di fronte a lui. Aveva il fiato corto e le guance arrossate. Ora era sua per una fottuta settimana e lui poteva fare di lei quello che voleva. Incredibile. Scosse lentamente la testa mentre le stringeva la mano intorno al braccio come una morsa.
Il problema era che non la voleva affatto. Il pensiero di scoparsi la Granger lo disgustava, a parte il fatto che si era stranamente eccitato guardandola sul palco. Ma questo, Draco ne era certo, era dovuto solo alla situazione altrettanto strana in cui si era trovato.
Si trattava pur sempre della Granger, dopo tutto, e inoltre non era venuto qui con quelle intenzioni. Era venuto qui per infastidirla. Invece, ora si era assunto inaspettatamente la responsabilità di una puttana mezzosangue che conosceva dai tempi della scuola e che, come se non bastasse, non gli piaceva affatto. Inoltre, aveva davvero di meglio da fare, e con urgenza. La Umbridge si aspettava da lui una performance al top, e persino Blaise non avrebbe di certo simpatizzato con questa decisione discutibile.
Alzò lo sguardo e osservò brevemente la Granger prima di ricomporsi, infine Smaterializzarsi e scaccaire per il momento dalla sua mente quei pensieri confusi.
"Vaffanculo, Malfoy", disse lei debolmente una volta che furono tornati su un terreno solido. Si trovarono al centro del salotto di lui, che lasciò immediatamente il suo braccio e si allontanò da lei a passi veloci.
"Mi hai provocato, quindi non lamentarti adesso", brontolò, anche se non capiva nemmeno lui perché l'avesse fatto.
Aveva voluto mettere la museruola alla Granger perché lei gli aveva risposto in quel modo. E quel gioco innocuo si era trasformato in pura serietà solo perché lei gli aveva mancato di rispetto. Per qualche inspiegabile motivo, voleva che lei lo prendesse sul serio. E aveva voluto anche spaventarla un po', il che, a dire il vero, era piuttosto ingiusto considerato la situazione della Granger.
Ma quando mai la vita era stata giusta?
"Ora devo andare al Ministero. Tu resta qui. Non fare rumore, non sporcare e non toccare nulla, tranne la doccia, la cucina e il divano", disse con un ghigno altezzoso, mentre si toglieva la giacca e prendeva la veste.
Grazie al contratto, almeno non doveva preoccuparsi che la Granger infrangesse le sue regole. Non sapeva come funzionasse l'incantesimo che il bordello metteva nei suoi contratti, ma era molto grato che esistesse. Probabilmente non sarebbe stato in grado di pensare lucidamente in ufficio se avesse dovuto preoccuparsi che la Granger ficcasse il naso in giro.
Ora poteva anche essere un po' produttivo senza incontrare qualcuno che non voleva vedere. Anche se le ricerche nel dipartimento di Draco andavano avanti 24 ore su 24, al Ministero c'era molta meno gente di notte che di giorno. Pochissimi si offrivano volontariamente per fare un turno di notte, ma lui aveva colto con favore questa occasione per lasciare l'appartamento il prima possibile. Voleva allontanarsi dalla Granger e aveva bisogno di richiamarsi all'ordine.
Senza un ultimo saluto, girò sui tacchi e uscì dall'appartamento dalla porta principale. Per sicurezza, girò due volte la chiave nella serratura, cosa che di solito non faceva mai.
Fidarsi, ma controllare.
+.+.+
Sospirò pesantemente mentre saliva le scale del suo appartamento nel cuore della notte. Sapeva esattamente cosa lo aspettava lassù e questo gli rendeva le cose particolarmente difficili. Draco non aveva voglia di discutere e nemmeno di guardare lo spettatocolo patetico della Granger. Poteva già immaginare che lei lo avrebbe fissato con rimprovero e disgusto, e in questo momento non ne aveva davvero bisogno. Le sue ricerche non stavano andando bene e se avessero continuato così non avrebbero mai preso Potter. Come punizione, Draco sarebbe finito molto probabilmente ad Azkaban, in pasto ai troll del Signore Oscuro o, più misericordiosamente, ucciso.
Draco aprì la porta ed entrò nel corridoio. Si tolse la veste e si guardò allo specchio sopra il comò. Non aveva proprio un bell'aspetto, pensò, e considerò di farsi prestare una pozione rigenerante da Blaise il giorno dopo. Di solito non pensava molto a queste cose, ma evidentemente ne aveva un gran bisogno.
Entrò nel soggiorno e ci mise un po' prima di scorgere la Granger, perché non si muoveva e non emetteva alcun suono. Era invece distesa sul divano, addormentata profondamente. Draco tirò un sospiro di sollievo quando notò che, al posto del corsetto, ora indossava i pantaloni del pigiama e una maglietta grigia, che la facevano sembrare di nuovo se stessa. Sembrava fragile, quasi malata, e ancora una volta notò quanto fosse diventata magra.
Con un altro sospiro, alzò la mano e si passò le dita tra i capelli in segno di frustrazione quando, per un breve momento, una nuova sfumatura di pietà si accese in lui. Probabilmente l'avrebbe fatta ingrassare mentre era qui, perché non riusciva proprio a sopportare la vista di una cosa del genere, Granger o no. A Draco piacevano le donne in forma, ma non quelle malnutrite. E la strega di fronte a lui rientrava decisamente nella seconda categoria.
"Granger, Granger", mormorò mentre evocava una coperta e la stendeva su di lei, facendo attenzione a non toccarle la pelle nuda.
Poi la lasciò sola; le diede solo un'ultima occhiata veloce prima di entrare nella sua camera da letto e chiudersi la porta alle spalle, scuotendo la testa.
Era assurdo dall'inizio alla fine. Con un po' di fortuna, sarebbe stato in grado di pensare chiaramente dopo una notte di sonno ristoratore. Eppure, in qualche modo, Draco ne dubitava fortemente, mentre sprofondava di nuovo tra i cuscini e ripassava con la mente gli ultimi minuti. A quanto pareva, stava cercando di salvare la vita di Hermione Granger.
Di nuovo.
Qualunque fosse la ragione.





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