Era una serata relativamente tranquilla rispetto al fine settimana in cui Hermione era entrata per la prima volta al Baton Rouge. Tuttavia, il club era ben frequentato per essere un normale giorno feriale. E anche se stasera non ci sarebbe stato nessuno spettacolo, alcuni uomini si erano sparsi tra i tavoli del salone, in attesa di una compagnia adeguata.
Hermione era seduta al bar. Indossava un abito nero corto e i suoi riccioli le ricadevano docilmente sulla schiena. Melody aveva fatto di nuovo un ottimo lavoro e Hermione aveva notato con uno sguardo di apprezzamento allo specchio che poteva decisamente essere definita bella. Soprattutto perché era riuscita a resistere alle pillole che le erano capitate a tiro non appena aveva rimesso piede nel locale.
Quasi tutte le ragazze, anche qui al Baton Rouge, prendevano queste droghe per allegerirsi la giornata. Ma Hermione era rimasta risoluta, e ora veniva premiata mentre il suo corpo si riprendeva lentamente dalle difficoltà a cui si era sottoposta per così tanto tempo.
Posò il bicchiere e si girò in modo da poter esaminare l'intera stanza. Da quando era tornata qui, non era passata notte che non l'avesse fatto più volte. E naturalmente, nel profondo, Hermione sapeva esattamente perché continuava a farlo.
Ogni volta che immaginava di poterlo scorgere su uno dei divani di velluto o a uno dei tavolini, il suo cuore batteva involontariamente. Ma fino ad ora Malfoy non era mai ricomparso. Era passata più di una settimana da quando aveva lasciato il suo appartamento e non lo aveva visto al Baton Rouge, né aveva avuto sue notizie.
In sostanza, era un'idiozia. Zabini le aveva detto che era stato lui a convincere Malfoy a visitare il bordello con lui. Inoltre, si era persuasa che lui doveva essere stato molto contento di liberarsi di lei. E quindi non c'era nessun motivo per lui di tornare solo pochi giorni dopo. Nessun motivo.
Ma Hermione non riusciva a smettere di pensare a quello che aveva detto. Che voleva mandare al diavolo il Ministero e rintracciare Harry da solo. Se Malfoy avesse agito secondo le sue parole (e Hermione non ne era ancora del tutto convinta), probabilmente avrebbe letto della sua esecuzione sul Prophet entro poche settimane. Dubitava che questa folle idea, il suo piano, avesse un senso. Al contrario, avrebbe pagato con la vita se avesse davvero cercato di ingannare la Umbridge e Voldemort.
Avrebbe voluto prendersi a calci per non aver chiesto a Malfoy se fosse in grado di usare l'Occlumanzia. Ma alla fine cosa sarebbe cambiato? Questa informazione non le sarebbe servita a nulla. Se lo avesse fatto, avrebbe potuto aggiungere qualche giorno alla sua vita, nel caso in cui avesse messo in atto il suo piano. Se non lo avesse fatto, sarebbe stato comunque perduto.
La sua mente vagò di nuovo. Chiuse brevemente gli occhi mentre non riusciva a fare a meno di immaginare il volto di Malfoy. Quell'espressione indefinibile, i suoi occhi grigi e tempestosi, il suo sguardo che era sempre stato sul punto di divorarla.
Hermione sbatté le palpebre. Ordinò un altro drink, ben sapendo che si sarebbe trovata in un mare di guai se avesse continuato a sedersi al bar e a sognare a occhi aperti per il resto della serata.
Era difficile scacciare le immagini e le relative sensazioni che le salivano in corpo. Poteva quasi sentire le sue mani su di lei. Le sue labbra sul collo. Sentiva il suono morbido e desideroso che le aveva fatto venire voglia di concedersi di nuovo a lui, anche se era stata così determinata a non farlo. Da quando era finita così bruscamente, non riusciva a dimenticare quegli ultimi minuti con Malfoy. La scena continuava a insinuarsi nella sua mente.
In realtà, non avrebbe dovuto pensare affatto a lui. Almeno lui le aveva fatto capire che non gli importava che lei dovesse andarsene. Cos'altro avrebbe potuto spingerlo a voltarle le spalle in quel modo? Se n'era andato senza dire un'altra parola. L'aveva lasciata in bagno, ancora alle prese con la sua calante lussuria e con la scoperta che l'incantesimo si era rotto senza che lei se ne accorgesse.
Aveva creduto fermamente che lo avrebbe sentito spezzarsi. In segreto, aveva persino sperato che l'avrebbe fatta sentire diversa. Che alla fine sarebbe diventato chiaro che gli aveva permesso di andare a letto con lei solo a causa del contratto. Invece era successo l'esatto contrario.
In relazione al contratto, all'inizio si era sentita solo un po' vuota. Poi c'era stata un'indefinibile attrazione nel petto che l'aveva fatta muovere. Era come se qualcosa di invisibile la stesse attirando verso Diagon Alley senza che lei volesse fare alcuna deviazione. E questo richiamo si era attenuato solo quando Hermione aveva fatto il primo passo oltre la soglia del bordello.
Quello era stato sicuramente un effetto fisico dell'incantesimo.
E l'unico, perché gli altri sentimenti non lo erano.
+.+.+
Hermione mise con cura un piede davanti all'altro mentre saliva la scala circolare che dal Salone portava alle stanze delle streghe che lavoravano al Baton Rouge.
L'uomo che l'aveva seguita era stato cortese. Le aveva offerto altri due drink e avevano fatto una bella chiacchierata, anche se Hermione non aveva sentito il minimo desiderio di esaudire la volgia che gli era balenata negli occhi fin dal loro primo saluto.
Lui aveva scelto lei. Così lei si era ricomposta.
E aveva riso troppo, cosa che gli aveva fatto piacere, anche se non ne aveva affatto voglia. Aveva finito di bere e quando aveva sentito la mano di lui sul suo sedere, era stata contenta per la sua delicatezza.
Hermione sapeva bene che questo tipo di sensazioni erano la ragione principale per cui ci si perdeva in una dipendenza. Ma non poteva negarlo: l'alcol aiutava.
Ora si fermò davanti alla sua stanza, aprì la porta e lasciò entrare il mago alto. Non era esattamente brutto, ma non era nemmeno niente di speciale. Un normale uomo di mezza età che probabilmente aveva bisogno di una distrazione dalla sua interminabile routine quotidiana. Di sicuro ricopriva una posizione noiosa al Ministero, probabilmente aveva una moglie e due figli che gli avevano già fatto venire qualche capello grigio, visto che non andavano ancora a Hogwarts, e si concedeva anche una visita al pub o allo stadio del Quidditch una volta alla settimana. O al bordello.
Almeno, così se lo immaginava Hermione.
"Cosa vuoi che faccia?", chiese senza ulteriori indugi.
Avevano parlato abbastanza. Hermione non vedeva l'ora di tornare a strisciare nel suo letto per metà della giornata. Aveva comprato due nuovi libri con i soldi guadagnati nella settimana trascorsa da Malfoy, e non vedeva l'ora di aprirli.
"Sorprendimi con quello che hai da offrire", disse lui ridendo, con le dita che già si slacciavano i bottoni della camicia, e Hermione si fece avanti per aiutarlo.
Prima finiva, meglio era.
Sentì le mani di lui sul suo corpo mentre gli toglieva la camicia e la stendeva sulla sedia nell'angolo. Non poté fare a meno di pensare a due mani molto diverse, più sottili e meno rudi, che si erano sentite così dannatamente bene contro la sua pelle.
Questo era diverso. Il mago divenne rapidamente esigente. Le tirò su il vestito e le infilò rudemente una mano tra le gambe, dove la toccò non molto abilmente. Hermione trasalì, ma poi si ricompose.
Non era ancora pronta, ma non lo sarebbe stata e ci era abituata.
Hermione poteva contare sulle dita di una mano quante volte aveva provato anche solo una scintilla di attrazione per un corteggiatore negli ultimi anni. E quasi ogni volta era stata ubriaca o particolarmente disperata. Ma ora era ancora più difficile per lei concedersi a questo sconosciuto e non mostrare la sua antipatia.
In segreto, dava la colpa a Malfoy. Dopo tutto, era colpa sua se ora lo usava come termine di paragone.
Per qualche motivo le era piaciuto andare a letto con lui. Non capiva ancora perché fosse così, dopo tutto si odiavano a vicenda. Forse perché era un volto familiare. O bello. O così talentuoso.
Hermione gemette dolcemente. Si era distratta perfettamente. Il mago, da parte sua, sembrò aver interpretato male la sua reazione, mentre infilava due dita dentro di lei e le muoveva ruvidamente. Lei sentì la sua erezione dura contro il fianco.
"Ti piace, vero? Piccola sporca sgualdrina. Credo che sia esattamente quello che vuoi", le sibilò all'orecchio, ed Hermione mormorò qualcosa di assenso che le venne in mente.
Forse sarebbe stato sopportabile se avesse pensato a lui. Forse avrebbe potuto immaginare che fosse lui a premerla contro il suo corpo, e non l'uomo dietro di lei.
Stava per lasciar vagare la mente e abbandonarsi a questa fantasia confortante, dicendosi che era Malfoy ad essere tornato al Baton Rouge per stuzzicarla di nuovo. Ma poi fu inaspettatamente spinta a terra.
Hermione atterrò con forza sulle ginocchia e sussultò. Il mago l'aveva circondata e ora la guardava come se fosse qualcosa di particolarmente disgustoso.
Lei alzò lo sguardo su di lui. Lui le afferrò il mento con la mano, costringendola a strisciare in avanti finché la sua erezione non fu proprio davanti alla sua bocca, e le rivolse uno sguardo impaziente. Hermione sapeva istintivamente che ora era necessaria la massima cautela.
"Ci siamo", ansimò lui.
Hermione strinse le labbra. Era sicura che sarebbe stato spietato, lo vedeva nei suoi occhi. E questa era una delle cose che temeva di più nell'inginocchiarsi così vulnerabile di fronte a un uomo.
Cercò di lasciar vagare di nuovo la mente, di evocare quelle altre immagini che avrebbero potuto rendere la situazione più sopportabile. Ma questa volta non ci riuscì. Ed esitò troppo a lungo.
La testa di Hermione scattò di lato. Sentì il colpo prima di sentire il dolore e cadere alla sua destra. L'orecchio che aveva colpito era sordo. Gemette sommessamente, assaggiò il sangue e pregò che il bastardo non le avesse fatto saltare un dente. Con le mani tremanti si toccò il viso, sentì l'umidità sulle labbra e si esaminò i polpastrelli, che ora brillavano di rosso scuro.
Sputò sul pavimento di fronte a lei e si rimise a sedere, combattendo con tutte le sue forze le lacrime che già le pungevano gli angoli degli occhi.
Mostrare debolezza non era un'opzione. Non ora, non davanti a lui. Lui aveva i soldi, quindi aveva il potere. E se non voleva essere cacciata dal club il giorno dopo, dove probabilmente l'aspettavano altri guai, doveva fare come lui le aveva chiesto.
Hermione deglutì prima di schiudere le labbra.
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Baton Rouge
Fiksi PenggemarLa guerra ha cambiato tutto. Voldemort è tornato al potere, Harry Potter è in fuga e Hermione Granger non è più quella di una volta. La sua vita quotidiana è determinata dalla pelle nuda e dal denaro. Draco Malfoy occupa una posizione di rilievo nel...