Capitolo 13: - 12 -

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Hermione uscì dal bagno e avvolse ancora di più l'asciugamano bianco e soffice intorno al suo corpo magro. Evitò di guardare Malfoy, che era seduto sul divano, e si avvicinò lentamente alla piccola borsa da viaggio che al momento conteneva tutte le sue cose. Avrebbe voluto prendersi a calci nel sedere per aver dimenticato di portare con sé il cambio di vestiti in bagno, complice la rabbia. Di conseguenza, ora sentiva lo sguardo stanco di Malfoy sul suo corpo mentre si chinava in modo piuttosto inelegante per cercare nella borsa mutandine pulite e un maglione pesante.
"Devi farmi il bucato", sussurrò piano, soprpresa da quanto roca fosse la sua voce in questo momento. Lanciò un'occhiata a Malfoy, che aveva ancora le braccia conserte dietro la testa e non sembrava particolarmente reattivo.
Hermione si chiese se non avesse avuto una giornata lavorativa difficile. Ma cosa c'era di così duro che Draco Malfoy non stesse cercando nemmeno di nascondere la sua stanchezza? Tuttavia, Hermione non sapeva che Malfoy non aveva dormito da quando lei era arrivata nel suo appartamento, quindi scosse la testa e allontanò i pensieri sul lavoro del biondo ex Serpeverde.
Schioccò la lingua quandonon ottenne una risposta dopo qualche secondo, e Malfoy si massaggiò la fronte tra gli occhi, sospirando.
"Perché dovrei farlo?" mormorò infine, assumendo l'aria condiscendente che Hermione ricordava dai tempi della scuola.
"Perché non ho la bacchetta e ho in mano i miei ultimi vestiti puliti", sibilò irritata e si raddrizzò di nuovo. "Se non me li pulisci tu, dovrò lavarli a mano nella tua vasca da bagno. È questo che vuoi, Malfoy?". Lo guardò con aria di sfida, mentre un sorriso vittorioso si allargava lentamente sul volto di Malfoy.
"Va bene, diciamo che ti pulisco i vestiti, poi ho bisogno che tu faccia qualcosa anche per me". Hermione sollevò le sopracciglia per la sorpresa e incrociò le braccia sul petto.
Che cosa stava combinando quell'imbecille? Se voleva che lei facesse qualcosa per lui, avrebbe potuto ordinarglielo, dopotutto c'era questo orribile contratto. Ma a quanto pareva Malfoy voleva giocare oggi.
"E cosa sarebbe?" Chiese infine Hermione, cercando di mantenere la voce il più possibile annoiata e disinteressata.
Malfoy si adagiò sul divano per qualche secondo, poi si alzò lentamente ed estrasse la bacchetta. Hermione indietreggiò e strinse più forte il maglione al petto.
"Pulirò la tua roba, e quando avrò finito potresti farmi un bel massaggio alla schiena". Malfoy sorrise e si passò una mano sulla nuca. "Ne avrei bisogno. Sono completamente teso". Il suo sorriso si trasformò in una smorfia e Hermione si chiese se la stesse prendendo in giro o se fosse davvero dolorante.
"Perché non me lo ordini e basta?" chiese confusa, cercando mentalmente una trappola. Comunque, il massaggio non suonava tanto male. Hermione si era decisamente aspettata qualcosa di più cattivo, se non proprio il sesso.
Sembrò che Malfoy dovesse pensarci un attimo, ma poi scrollò le spalle e le rivolse uno sguardo impenetrabile. "Non lo so. È più divertente quando lo fai volontariamente". Con quella frase criptica, si allontanò ed entrò in bagno, mentre Hermione scuoteva la testa confusa.
Che cosa voleva dire?
Si infilò rapidamente nella camera da letto di Malfoy, dove lasciò cadere l'asciugamano e indossò sia le mutandine che il maglione. Era lungo e scendeva liberamente sul sedere. Era anche troppo grande, cosa che Hermione notò accigliata. Possibile che fosse dimagrita di nuovo? Anche se aveva mangiato relativamente bene? Si rimirò distrattamente davanti allo specchio, senza notare Malfoy apparire sulla soglia. Solo quando lui si appoggiò allo stipite e il legno scricchiolò leggermente, lei si girò e tirò il maglione il più possibile sopra il sedere. Da quanto tempo era lì a guardarla?
"Guardone", sibilò Hermione bellicosa, fissandolo con rabbia. Malfoy alzò le mani in segno di difesa, ma non riuscì a reprimere un sorriso leggermente beffardo.
"Li ho lavati e asciugati".
Fece roteare la bacchetta tra le mani mentre parlava, e Hermione annuì brevemente.
"Bene, allora", disse con riluttanza e lo superò a passi veloci. Gettò uno sguardo al bagno e sospirò di sollievo perché lui aveva mantenuto la promessa.
Hermione afferrò velocemente i suoi leggings neri preferiti dalla pila e li indossò. Ora si sentiva decisamente più a suo agio che a gambe nude, il che era insolito. Anche nel suo vecchio bordello era andata in giro per lo più in biancheria intima e non le era importato affatto. Ma di fronte a Draco Malfoy la sensazione era un po' diversa. Si sentiva vulnerabile e aveva la costante sensazione che lui la stesse osservando e giudicando di nascosto. Non riusciva a spiegarsi perché questo la infastidisse. Dava la colpa di questa sensazione di disagio alla sua precedente inimicizia e al fatto che era semplicemnete Malfoy. E non ci si poteva fidare di lui neanche un po', giusto?
Quando tornò in salotto, Malfoy era in piedi davanti al camino. Aveva finalmente acceso il fuoco e tendeva le mani verso le fiamme. Hermione lo osservò per qualche secondo: aveva un'aria quasi serena, cosa che non gli era abituale, e già solo per questo motivo dovette lasciare che l'immagine penetrasse per qualche istante.
Alla fine si fece notare schiarendosi la voce e Malfoy girò la testa verso di lei. Alla luce del fuoco, i suoi occhi non erano più grigi come il ghiaccio, ma più simili all'argento liquido, e Hermione dovette distogliere lo sguardo. Quella vista le ricordava l'espressione sul suo volto al Baton Rouge, quando lo aveva individuato tra il pubblico. E qualcosa la inquietava, allora come adesso.
"Allora, che mi dici del massaggio alla schiena?"
Lei alzò leggermente le sopracciglia e Malfoy annuì. Le indicò il divano e le rivolse uno sguardo interrogativo, al quale Hermione si limitò a scrollare le spalle. Non le importava molto dove gli avrebbe massaggiato la schiena, l'importante era che finisse in fretta. Non voleva mantenere il contatto fisico con lui inutilmente a lungo. Il mago alto e biondo si lasciò cadere sui cuscini e gemette debolmente.
"Girati", chiese Hermione, e lui annuì di nuovo.
Con dita agili si slacciò tutti i bottoni della camicia e se la tolse. Poi seguì il suo comando e si sdraiò a faccia in giù sul divano. Il fatto che non parlasse più irritò Hermione, e in qualche modo la rese anche un po' nervosa. Cerca di darti una calmata, pensò severamente, prima di far passare una gamba sulla schiena di Malfoy e di sedersi finalmente sopra di lui.
Era strano essere così vicino a lui, ma Hermione si richiamò all'ordine. In altri momenti era una professionista, quindi lo sarebbe stata anche adesso. Appoggiò le mani sulla pelle liscia di Malfoy e iniziò a massaggiargli lentamente la schiena, partendo dalla nuca. In effetti, sentì che i muscoli erano tesi e in tensione. In alcuni punti dovette stringere più forte e, con ciò, suscitò in Malfoy bassi gemiti.
"Merlino, Malfoy. Sei duro come la copertina di un libro", esclamò con forza, provocando una risata rauca da parte di Malfoy.
Hermione sentì il suo viso arrossire e strinse un muscolo particolarmente teso, cancellando il sorriso dal volto di lui. "Non intendevo in quel senso", sibilò lei a bassa voce.
Poi ci fu silenzio tra loro. Dopo aver massaggiato per qualche minuto, Hermione sentì i muscoli di Malfoy sciogliersi e rilassarsi. "Ti sentimeglio?" chiese infine, e Malfoy borbottò il suo assenso in modo incomprensibile. Teneva gli occhi ben chiusi, così Hermione continuò per qualche altro minuto.
"Malfoy?" chiese infine con dolcezza e sospirò. "È abbastanza? Posso smettere?" Nessuna risposta. "Malfoy". Hermione ci mise qualche secondo a capire perché lui non rispondeva.
Quindi eccola qui, in leggings, sopra la sua ex nemesi, a massaggiargli la schiena mentre lui dormiva profondamente. Era così assurdo che Hermione rimase immobile per qualche altro secondo, fissando le ciocche di capelli biondo platino. Poi gli accarezzò la schiena con la mano un'ultima volta e si staccò con cautela da lui. Sospirò e si passò una mano tra i riccioli mentre studiava attentamente il mago. Sembrava rilassato. Persino più rilassato di quanto non fosse prima davanti al fuoco, se mai fosse possibile per un Malfoy. Alcune ciocche di capelli gli pendevano libere sul viso e Hermione dovette resistere all'impulso di spostarle.
"Dannazione, è solo Malfoy", sibilò, schiaffeggiandosi mentalmente.
Poi si voltò e andò in camera, dove Malfoy aveva preparato il letto per lei. Non aveva certo intenzione di rimboccare le coperte a Draco Malfoy in questo momento, e nemmeno di svegliarlo solo per fargli notare che si era addormentato in una posizione scomoda. D'altra parte, domani forse avrebbe dovuto massaggiarlo di nuovo.
Sbuffò. Non importa. Non voleva preoccuparsi di lui, e certamente non adesso. Cominciava a sentire il leggero desiderio di una pillola, e Hermione era sicura che non sarebbe passato molto tempo prima di avvertire i primi sintomi di astinenza. Francamente, ne aveva un'enorme paura.
Con un sospiro, si lasciò cadere nel grande letto e si accoccolò sotto le coperte. Sebbene il letto fosse stato appena rifatto, odorava leggermente del dopobarba di Malfoy e lei sospirò dalla frustrazione. Che serata incredibilmente stupida. Ancora una volta, Hermione avrebbe voluto tornare al Baton Rouge, ma purtroppo c'era un piccolo problema: il contratto con cui Malfoy l'aveva legata a sé per sette giorni. Non sarebbe andata da nessuna parte, non importa quanto sarebbe stata male domani.
Ma Hermione non aveva idea che questa potesse essere la cosa migliore che le potesse capitare.
+.+.+
Draco si svegliò sentendo freddo. Sbatté le palpebre disorientato per qualche secondo prima che il suo sguardo cadesse sul bagliore cremisi del camino. Poi si mise seduto e si stiracchiò leggermente. Era a torso nudo sul divano e fuori era ancora buio pesto. Draco non pensava di aver dormito a lungo, ma si sentiva un po' meglio e il dolore al collo si era attenuato. Sospirò piano mentre i ricordi tornavano improvvisamente a galla e lanciò qualche occhiata scrutatrice intorno.
La Granger non era più qui. Probabilmente si era rifugiata in camera da letto dopo che lui si era addormentato e lo aveva lasciato sul divano. Draco non poteva certo biasimarla, dopo tutto era piuttosto arrabbiata con lui, ma comunque per qualche motivo provò una leggera delusione.
Un rumore insolito lo fece trasalire e Draco drizzò le orecchie. Sembrava un respiro piuttosto affannoso, seguito da un basso gemito. In pochi secondi era in piedi, stringendo la bacchetta.
"Granger?" chiese, avvicinandosi di soppiatto alla porta della camera da letto. Era solo socchiusa, non chiusa, e per questo riuscì ad aprirla senza far rumore con un leggero movimento.
Quando realizzò, attraverso il fioco bagliore dei lampioni, quale fosse la causa del rumore, quasi - solo quasi - lasciò cadere la bacchetta e fece qualche breve passo verso il letto.
Sembrava che stesse accadendo quello che Draco si aspettava. Eppure, aveva sperato fino all'ultimo che la Granger non avesse preso regolarmente le pillole e che quella parte gli sarebbe stata risparmiata. L'immagine di sofferenza che rappresentava la Granger non confermò le sue speranze.
Sussurrò di nuovo il suo nome mentre affondava lentamente sul bordo del letto. La Granger tremava tutta. La coperta le era scivolata dal petto e Draco la toccò rapidamente per assicurarsi che il suo maglione fosse davvero sudato come sospettava. Sospirando, ritirò la mano e notò le perle di sudore sulla fronte della ragazza. Poi lei aprì improvvisamente gli occhi.
"Malfoy", ansimò, una lacrima solitaria che le scendeva sulla guancia. Draco deglutì a fatica, anche se sapeva che lacrime incontrollate potevano essere mormali.. "Mi sento bruciare", sussurrò lei, gracchiando, e lui balzò in piedi e spalancò la finestra della camera da letto. "Devi darmele, per favore". Si era aspettato anche questo, ma Draco scosse coraggiosamente la testa.
"Non posso, Granger. Non puoi più prenderle. Passerà presto, te lo prometto", disse dolcemente, anche se non era sicuro di quanto sarebbe durata effettivamente la sua astinenza da farmaci. Posò la bacchetta sul comodino e si voltò verso di lei.
"Non me ne frega un cazzo delle tue promesse", sibilò lei senza fiato, e un piccolo sorriso si insinuò sul volto di Draco.
"Lo so."
Sospirò e prese una maglietta pulita dall'armadio.
"Togliti il maglione", sussurrò, e con suo grande stupore lei obbedì quasi subito senza obiettare.
Le porse la maglietta, guardandola di sfuggita perché non portava il reggiseno. Nella sua testa sentì Blaise che lo rimproverava, ma lo ignorò volutamente. Non era certo il momento giusto e non voleva approfittare della situazione. E a quanto pareva la Granger non era nemmeno abbastanza lucida per pensarci.
Quando la guardò di nuovo, lei si era infilata la maglietta e si era rannicchiata tra le coperte, rabbrividendo. Draco sapeva di non poterla aiutare. A parte il fatto che aveva paura di toccarla, difficilmente avrebbe avuto fame. Poi gli venne un'idea.
"Hai sete?" chiese in fretta, e fu sollevato quando la Granger annuì, dandogli un compito da portare a termine.
Si alzò, andò in cucina e riempì un grosso bicchiere di acqua ghiacciata. Poi tornò in camera da letto e glielo porse. Lei bevve a grandi sorsi e svuotò l'intero contenuto in pochi secondi.
"Ancora?", chiese lui, e lei scosse la testa. "Vuoi che ti lasci in pace?" Ci fu un altro scuotimento di testa e Draco rimase sul bordo del letto sorpreso.
Sussultò quando la mano piccola ma potente di lei si chiuse intorno al suo polso e lo strinse con forza.
"Ho paura". La voce lamentosa della Granger gli attraversò il corpo fino al midollo e Draco rabbrividì leggermente. Le prese la mano in modo rassicurante e la strinse a sua volta.
Non poteva fare di più per lei, ma stasera non erano nemici.



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