Capitolo 14: - 13 -

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Giorno 2 - Martedì

Draco uscì dall'appartamento in punta di piedi. Non voleva svegliare la Granger, che finalmente era riuscita ad addormentarsi. Aveva vegliato tutta la notte e ora Draco ne stava subendo le conseguenze.
Con gli occhi completamente spenti, decise che una passeggiata nella nebbia del mattino londinese gli avrebbe fatto bene e gli avrebbe fornito una certa di distanza necessaria. Sospettava già che la crisi di astinenza della Granger sarebbe stata un inferno, ma non aveva previsto che lei avrebbe avuto effettivamente bisogno di un trattamento simile a quello di una persona gravemente malata.
Era rimasto seduto accanto al suo letto per quasi metà della notte, pronto in caso di emergenza. A un certo punto lei si era assopita e lui ne aveva approfittato per ritirarsi in salotto e concedersi qualche minuto di riposo. Tuttavia, non era durato molto. Pochi minuti dopo aveva sentito un mugolio provenire dalla camera da letto ed era subito balzato in piedi.
A parte il sudore freddo di cui non si era liberata per tutta la notte, aveva avuto continui spasmi, contorcendosi dal dolore. Inoltre, lui si era alzato diverse volte per il resto della notte per accompagnarla in bagno perché sentiva di dover vomitare, ma non ci era riuscita. Aveva persino dovuto aiutarla a camminare. E il fatto che proprio la Granger avesse accettato di buon grado questo aiuto gli aveva dimostrato che ne aveva davvero bisogno. L'orgogliosa Grifondoro che conosceva un tempo avrebbe preferito tagliarsi una gamba piuttosto che fargli sapere quanto fosse indifesa.
Il suo volto si incupì mentre camminava per le strade, che erano ancora deserte. Il sole aveva appena cominciato a sorgere e lui era uscito di casa ben prima dell'imminente ora di punta.
Draco non vedeva l'ora di lasciare l'appartamento, almeno per qualche ora. Anche se non era sicuro che fosse stato molto intelligente da parte sua lasciare la Granger a se stessa nelle sue condizioni, dopo la scorsa notte non aveva avuto la forza di sopportare la situazione per tutto il giorno. Soprattutto perché sapeva di dover tornare da lei. E poi tutto sarebbe ricominciato da capo, perché una sola brutta notte non era certo sufficiente.
Perché gli interessava come la Sanguesporco stava affrontando l'astinenza da droga che si era procurata? Draco accelerò il passo, inspirando per calmarsi, e finalmente raggiunse l'ingresso dei visitatori del Ministero. A quanto pareva, era diventata una sgradevole abitudine entrare nel suo posto di lavoro in questo modo.

Draco era arrabbiato. Soprattutto con se stesso. Dopo tutto, era colpa sua. Non solo si era caricato della presenza della Granger per un'intera settimana, ma le aveva anche sottratto le pillole. Non c'era da stupirsi che ora dovesse pagare per questo.
Merlino, probabilmente se lo meritava. Nessun altro mago che conosceva sarebbe stato così stupido da sottoporsi volontariamente a tutto questo trambusto. Ma ora si trovava già nel mezzo e, ad essere onesti, non sarebbe proprio riuscito a buttar fuori la Granger in questo momento. Era sicuro che, come cliente, avrebbe avuto la possibilità di recedere anticipatamente dal contratto con il Baton Rouge. Ma dentro di sélottava per non farlo, perché sapeva esattamente che cosa la Granger avrebbe dovuto aspettarsi in quel caso. Anche se a lui non avrebbe dovuto importare un cazzo.
"Buongiorno, caro". Blaise apparve dal nulla, di un umore oltraggiosamente buono, mentre Draco entrava nell'atrio del Ministero. "Novità sul fronte Granger?" chiese, e Draco alzò gli occhi al cielo. Avrebbe voluto dire a Blaise che non erano affari suoi.
"Non voglio parlarne", mormorò, non così sgarbatamente. Come al solito, Blaise ignorò le sue parole irrascibili e passeggiò imperterrito verso uno degli ascensori dorati.
"Sembra che ti stia facendo davvero arrabbiare. Hai un aspetto di merda". Lanciò un'occhiata di sfuggita a Draco.
In effetti doveva avere un aspetto di merda, altrimenti Blaise non sarebbe riuscito a resistere ad altri commenti che probabilmente aveva sulla punta della lingua.
"Hai una di quelle pozioni rigeneranti nel tuo ufficio?" Chiese Draco con un sospiro rassegnato.
Intanto ne aveva un gran bisogno, anche se finora aveva sempre resistito. Blaise le aveva... che fortuna! Draco entrò nell'ascensore proprio dietro di lui e si appoggiò alle sbarre.
Dopo aver ingerito la pozione rigenerante nell'ufficio di Blaise e aver gettato la fiala nel cestino, Draco fece un salto nel suo ufficio e sfogliò alcuni fascicoli. Nonostante si sentisse già meglio pochi minuti dopo aver preso la pozione, la concentrazione era fuori discussione.
Era fuori da poche ore eppure cominciava a preoccuparsi di nuovo per la Granger. Si chiese se si fosse svegliata nel frattempo e come stesse ora. Inoltre, si sentiva in colpa per essere fuggito quasi subito dopo che lei si era addormentata profondamente. Dopotutto, non aveva modo di contattarlo e, come se non bastasse, si trovava in un ambiente completamente sconosciuto con i suoi sintomi di astinenza.
"Basta così", sibilò tra sé e sé, spingendo con decisione la sedia della scrivania e balzando in piedi.
Era patetico. Non era un problema suo il modo in cui la Granger aveva gestito la sua situazione. Dopo tutto, Draco era stato seduto accanto a lei tutta la notte e quindi aveva fatto per lei più di quanto avesse mai pensato. Non aveva assolutamente motivo di sentirsi in colpa. Ed era sicuro che, una volta guarita, la Granger sarebbe tornata a dare il meglio di sé, mostrandogli una totale mancanza di rispetto. difficilmente si sarebbe inginocchiata davanti a lui per ringraziarlo. Di conseguenza, ora poteva tranquillamente bandirla dai suoi pensieri almeno per qualche ora preziosa.
E sapeva anche cosa lo avrebbe aiutato.
+.+.+
Quando Draco uscì dal pub, ondeggiò leggermente e mise con cura un piede davanti all'altro. Se Blaise avesse saputo che si era scolato da solo quasi mezza bottiglia di Firewhisky (e per di più di martedì pomeriggio) mentre avrebbe dovuto rimuginare sulla ricerca di Potter, si sarebbe indignato. Ma saggiamente, Draco non aveva detto al suo migliore amico dei suoi piani.
Tuttavia, era riuscito a mettere da parte i pensieri sulla giovane strega, che lo stava asepttando nel suo appartamento, per qualche ora, e la cosa era stata dannatamente piacevole.
Ora, mentre tornava all'appartamento in questione, le preoccupazioni erano tornate all'improvviso. Probabilmente era stato fortunato se lei non aveva vomitato per tutto il soggiorno mentre lui era via. Il solo pensiero lo faceva stare male.
Draco riprese a camminare, il che lo fece tornare un po' sobrio, e finalmente raggiunse il suo appartamento dopo altri trenta minuti. Tirò fuori la chiave, entrò nella tromba delle scale e si fermò brevemente davanti alla porta per ascoltare se qualcosa (o qualcuno) si muoveva dietro di essa. C'era un silenzio inquietante.
Dopo qualche secondo infilò la chiave nella serratura ed entrò nel buio del corridoio. Non c'erano luci in tutto l'appartamento e il camino che aveva acceso questa mattina dopo che la Granger si era addormentata era ormai spento.
Si tolse il cappotto, incastrandosi in una manica, e imprecò sottovoce. Poi si tolse le scarpe e finalmente camminò lentamente per l'appartamento. I passi di Draco lo condussero dritto alla porta della camera da letto, che era socchiusa, e lui la spinse con cautela.
La Granger era ancora a letto. Anzi, sembrava che non se ne fosse mai andata, cosa di cui Draco dubitava fortemente visto il tempo che era stato via. Pensò che stesse dormendo profondamente, ma mentre si voltava per uscire dalla stanza, sentì la sua voce.
"Malfoy?" Sembrava rauca. Forse un po' meglio della sera prima, ma ancora svuotata. Le sue labbra tremavano leggermente.
Lui si sedette sul bordo del letto e la guardò pensieroso. Lei era ancora cinerea e Draco non sapeva proprio cosa dire.
"Te ne sei andato". Era un'affermazione, non un'accusa.
"A differenza di te, io devo lavorare, Granger. Non posso starmene pigramente a letto tutto il giorno". Draco sperava di suscitare una qualche reazione, magari anche un lieve sorriso, con la sua provocazione, ma fallì miseramente. Forse lei non era in grado di farlo.
"Hai bevuto". Un'altra affermazione.
Lui alzò gli occhi e pensò di lasciarla in pace. Non aveva certo bisogno di giustificarsi con lei, dopo tutto era lei ad avere problemi di dipendenza. Ma era troppo stanco e quindi non commentò le sue parole, lasciando perdere. Lei poteva pensare quello che voleva. A lui non importava.
Draco si alzò, sbottonandosi lentamente la camicia e gettandola sulla poltroncina nell'angolo della stanza. Nel momento in cui aprì la bocca per dirle che se avesse avuto bisogno di lui, lo avrebbe trovato in salotto, la Granger aveva già ripreso a parlare.
"Resterai con me anche stasera?" Era solo un sussurro, ma Draco sentì un fastidioso formicolio allo stomaco alla sua richiesta. Doveva averle richiesto uno sforzo enorme anche solo per pronunciare quelle parole, ne era certo.
Risparmiandosi una risposta, tornò lentamente verso il letto e la guardò brevemente. Poi, con un sospiro, sprofondò accanto a lei e rotolò su un fianco per incontrare il suo sguardo. Lei sembrava sollevata, quasi grata.
Fece scivolare un braccio sotto la testa e afferrò la parte di coperta che la Granger non aveva ancora avvolto intorno a sé. Lei era ancora lontana da lui, per cui riusciva a malapena a sentire il suo respiro, eppure sentiva il tremito incontrollato del suo corpo, che si diffondeva sul materasso fino a lui. Era davvero in difficoltà. Draco sperava ardentemente che non avrebbe commesso l'errore di ricadere nelle vecchie abitudini una volta tornata al club.
Proprio quando il whisky e la stanchezza stavano prendendo il sopravvento e i suoi occhi si stavano chiudendo, improvvisamente sentì un tocco sul suo avambraccio. La mano gelida di lei gli circondò il polso e lo strinse dolcemente.
"Grazie", sussurrò, e Draco si irrigidì. La Granger lo aveva davvero ringraziato. Lui. I suoi occhi si aprirono di scatto per guardarla, ma lei aveva già chiuso i suoi.
Draco ci mise un bel po' ad addormentarsi.
La mano della Granger rimase dov'era per tutto il tempo.

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