Capitolo 3

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"Si conobbero. Lui conobbe lei e se stesso, perché in verità non s'era mai saputo. E lei conobbe lui e se stessa, perché pur essendosi saputa sempre, mai s'era potuta riconoscere così."

Non smettevo di guardarmi intorno, quel posto, le tribune, gli spalti , i corridoi.. I miei sogni stavano iniziando a prendere forma.

Mi fa entrare nella stanza destinata al personale sanitario  per riporre la borsa nell'armadietto. Successivamente mi mostra l'infermeria, il luogo che mi consentirà finalmente di entrare nel vivo del mio lavoro. Noto subito la porta enorme, sufficientemente larga da poter consentire il passaggio di barelle e sedie a rotelle. Ad un tratto il responsabile apre  la porta e mi ritrovo due medici proprio di fronte a me che mi guardano da capo a piedi. Il loro abbigliamento è decisamente sportivo: indossano un cappello con il logo Psg sulle teste, pantaloncini fino al ginocchio e una felpa aperta del club. Il più anziano sulla 40 ina si protende verso di me . Dovrebbero essere i miei colleghi

"Ciao. Piacere io sono Damien. Felice di conoscerti". Gli sorrido, stringendogli la mano

L'altro sui 35 anni mi guarda sorridendo e si presenta:

" Io sono Gabriel. È la tua prima volta vero?" È alto e muscoloso. I toni biondo- rossicce delle ciocche che gli fuoriescono dal capellino, sono l'accostamento perfetto sulla sua carnagione chiara. Davvero un bel ragazzo

"Si.. si vede troppo?" Sorrido con un pizzico di nervosismo

"Certo. Non fai altro che guardarti intorno. Tranquilla ci sono passato anche io. Qui è uno spettacolo puro. Lavoriamo nel club francese più famoso al mondo. Non è da tutti, credimi" mi dice sorridendo, lasciandosi alle spalle l'imbarazzo inziale.

" Già. Scusa se te lo chiedo ma sai oggi di cosa dovró occuparmi esattamente?"

Interviene Damien che stava ascoltando la nostra conversazione

"Le presentazioni non sono ancora finite, sarà meglio farti conoscere Christophe Galtier, l'allenatore della nostra squadra, anzi da oggi anche la tua"

Ci dirigiamo tutti e tre verso il corridoio. Seguo Damien e Gabriel che mi fanno strada, affrettando leggermente il passo. Ci stiamo avvicinando agli spogliatoi, mi sembra infatti di sentire in lontananza alcune voci e un leggero chiasso. Aprono la porta e mi ritrovo centinaia di occhi puntati addosso. Dó uno sguardo intorno: vedo tutti calciatori della Psg lanciarmi sguardi maliziosi, vedo alcuni nascondersi la faccia per non ridere, altri farsi occhiate a vicenda. Comincia ad assalirmi l'ansia, quella sensazione che fino ad ora non avevo mai provato. Essere lì come unica donna in mezzo a quel branco di uomini mi crea un senso di agitazione inspiegabile. Cerco di non farlo notare, nascondendo dietro di me  le mani che non fanno altro che sudare.

L'allenatore mi guarda e mi sorride. Mi fa un occhiolino come per aiutarmi a smorzare quel senso di ansia che mi sta divorando.

"Ragazzi silenzio. Voglio presentarvi una persona che da oggi entrerà a far parte del nostro staff. Lei è Charlotte e prenderà il posto di Gustave, il nostro medico sportivo che ci ha lasciato provvisoriamente per questioni di famiglia. Ho detto silenzio."

Sposto il mio sguardo per guardare meglio i ragazzi. Solo ora mi rendo conto di uno di loro: vi è uno che mi fissa con intensità, tale da farmi arrossire. L'ho riconosciuto. È Neymar, il campione del Psg. I suoi occhi magnetici catturano per un istante i miei occhi color nocciola che rimangono estasiati, come vittima di un incantesimo. È dannatamente bello, non avevo mai visto una bellezza simile. Lo avevo visto in televisione, ma ora vederlo dal vivo mi fa uno strano effetto. Dal vivo, sí è ancora più bello. Sono estasiata. Il suo sguardo ipnotico continua a rimanere fisso su di me. Ritorno in me stessa. Giro velocemente la testa, interrompendo quel contatto visivo che c'è appena stato. Per un attimo mi concentro su altro, fino a quando la mia mente decide di non collaborare. Ripenso al suo viso, ho bisogno di rivederlo, quindi decido di guardarlo per una seconda volta, cercando con la coda dell'occhio di non di farmi notare. Mi sta guardando ancora, cazzo. In un nano secondo giro di nuovo la testa e faccio per ondeggiare  su me stessa , cercando di capire se stesse guardando effettivamente proprio me o i miei colleghi. Senza guardarlo dritto negli occhi, riesco a percepire i suoi occhi puntati. Respiro faticosamente, cerco di far finta di nulla e mi accingo ad ascoltare l'allenatore, che sta per ricominciare a parlare.

"Ragazzi ci siamo. Domani è il grande giorno. Cerchiamo di giocare la partita, rimanendo concentrarti. Sarà una partita fisica ma cerchiamo di vincere e trovare occasioni per fare goal. Chiaro? Ah... Neymar sputa quella cicca, mi deconcentri"

" Ne vuoi una coach? " stava masticando una gomma con fare divertito, fregandosene altamente di una figura autoritaria come quella . Apre leggermente la bocca, mostrando  il suo sorriso beffardo.

"Ma come devo fare con te?!" Christophe, sorride sconsolato, portandosi le mani alla testa. Sembra essersi già arreso.

Non ci posso credere, gliela sta facendo passare liscia così ? Gli è appena mancato di rispetto, non mi sembra corretto non dirgli nulla. Questo Neymar é pieno di presunzione. La gente che continua ad idolatrarlo come un Dio sceso in terra, dovrebbe conoscerlo per davvero per trarne le sue conclusioni. Sarà un mostro in campo, un fuoriclasse come dicono i telecronisti e tutti i giornali del mondo , ma rimarrà sempre una persona prepotente, lontano anni luce da ciò che vuol dire la parola modestia o umiltà, qualità che di certo non gli appartengono.

Il clima si fa più rilassato, la maggior parte di loro approfitta di quel momento di pausa per parlare a bassa voce. Scruto ognuno di loro per captare i loro comportamenti fino a quando la mia attenzione ricade di nuovo su di lui. Mi sta di nuovo fissando con insistenza. Non riesco a non smettere di guardarlo, è qualcosa più forte di me. Lo so, sarà sicuramente un maleducato ma resta comunque il fatto che è il ragazzo più bello che abbia mai visto e i miei occhi ne traggono giovamento. Sembra vuol entrare nella mia anima, perscrutare i miei pensieri, indagare su chi sono. Quando inizio a percepire un leggero calore in viso, abbasso lo sguardo. Incredibile l'effetto che mi fa.

Breccia nel mio cuore| Neymar jr.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora