Capitolo 18

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Cammino a passo svelto con al mio fianco Damien e Gabriel. Siamo usciti dall'infermeria con alcune cartelle in mano, le abbiamo visionate una ad una per controllare se ci fosse ogni singolo dato aggiornato. Proseguiamo il corridoio e arriviamo fuori al campetto: noto subito i ragazzi intenti a fare esercizi di stretching ,alternati da qualche momento di intervallo. C'è anche Neymar che esegue alcuni squat sul posto, con uno sguardo direi molto rilassato. Quando mi vede arrivare si ferma e mi sorride. Ricambio subito il sorriso senza farmi notare. Sinceramente non voglio che ci vedano.

L'allenatore Christophe dà ai ragazzi alcune indicazioni da lontano, poi ci vede arrivare e si avvicina a noi

"Stanno andando tutti bene. Li vedo belli carichi. Direi che non ci sono problemi"

Risponde Damien: "Perfetto, ancora non mi sembra vero.. hanno giocato una partita e fino ad ora nemmeno un infortunio"

L'allenatore scoppia a ridere: "Già, è un miracolo. A proposito di questo.." si gira per guardare me e Gabriel "ragazzi tenete d'occhio i titolari, non posso permettermi di perdere i migliori giocatori. Dobbiamo qualificarci per la Champions League e vincere"

"Faremo il possibile" rispondo fermamente convinta

"Si sicuramente" si accoda Gabriel

Christophe si volta per osservare meglio i ragazzi, poi si toglie gli occhiali da sole per guardare meglio uno di loro. Ed è in questo momento che mi accorgo di Neymar: è steso sul prato con le braccia protese verso Marco Verratti, sta cercando di strappargli i pantaloncini senza smettere di contorcersi dalle risate

"Neymar smettila di fare il pagliaccio o ti faccio fare il portapallone fino a stasera"

"Scusa mister. Portapallone anche no"

Si rialza di scatto, ma non prima di dare uno schiaffo al suo amico Marco che fino a quel momento non aveva fatto altro che provare a divincolarsi, senza successo

Mi passo una ciocca fra i capelli nervosamente, poi getto subito uno sguardo su un punto indefinito dello stadio con l'obiettivo di trattenermi dalle risate. È davvero divertente. Mi risveglia dai miei pensieri Gabriel, mi dà una gomitata su un fianco per attirare la mia attenzione

"Charlotte, posso parlarti?"

Faccio le spallucce: "Certo, dimmi"

"Non qui. Dopo il turno, in infermeria"

Mi limito ad annuire con la testa, sono troppo preoccupata per rispondergli. Cerco di studiarlo bene in viso perché l'attesa mi snerva, ho bisogno di sapere che cosa ha di così importante da dirmi in disparte.

Le ore scorrono atrocemente lente, sembrano darmi la sensazione di trovarmi lì da un eternità di tempo. Quando i calciatori sono sul punto di finire gli allenamenti getto uno sguardo sul mio orologio, è arrivato il momento di rientrare finalmente. Mentre i ragazzi eseguono un ultimo esercizio, mi incammino verso l'uscita con i miei due colleghi al fianco. Rientriamo in infermeria, poi una volta sistemate le cartelle al loro posto rivolgo uno sguardo a Gabriel che mi fa cenno di aspettare. Damien ci lascia soli per andare a cambiarsi ed è proprio in questo momento che Gabriel inizia a parlarmi

"Charlotte c'è una cosa che devi sapere. Non ti renderà felice ma almeno ti aiuterà a capire"

"Capire cosa?" domando confusa

"Capire che la persona che stai frequentando non è quella che ti vuole far credere"

Forse sono consapevole di aver fatto un errore di valutazione, ma non riesco a credere a queste parole, sicuramente starà alludendo a Neymar

Avrà notato i miei tratti del viso indurirsi perché si sta avvicinando a me. Abbasso lo sguardo: dalla tasca lo vedo prendere il suo cellulare, con il pollice preme qualcosa e fa partire alcune registrazioni

Sento alcuni passi scivolare a terra poi la voce di Kylian

"Allora Ney l'hai sbattuta per bene? Ti ho visto come la guardavi"

"Non ancora"

"Ma dai non ci credo"

"Con lei ci vorrà più tempo ma stanne certo che succederà...anzi ragazzi ascoltatemi tutti vi prometto che vedrete Charlotte Meyer arrivare qui con le gambe talmente squartate da non riuscire più a camminare"

Sento le squillanti risate di tutti i suoi compagni che lo elogiano come un Dio

"Scommettiamo?" gli chiede euforico Marco

"Ovvio , scommettiamo 3 giorni. Tre giorni e me la scopo, vedrete"

"Vedremo Ney , sembra troppo sulle sue" risponde Kylian

"Già , sembra pudica" gli dice Marco

"Ancora? Vi ho detto 3 giorni. Adesso SUCA Charlotteee"

Sento la sua voce urlare, accompagnata da risate e rumori assordanti, forse di qualche oggetto che sbattono sulle panche di legno, sicuramente dello spogliatoio

Con gli occhi rivolti verso la finestra, fermo Gabriel con un braccio

"Basta così, Gabriel. Ho sentito abbastanza" gli dico mentre cerco di cacciare via le lacrime che mi scendono dal viso

"È successo la sera della partita contro il Manchester, li ho sentiti parlare di te nello spogliatoio e ho registrato. Dovevi saperlo"

Un ricordo confuso affiora nella mia mente annebbiata. Quindi è successo la sera della partita?! La sera stessa l'ho trovato al campetto a scalciare il pallone, si è fatto trovare lì apposta per catturarmi nella sua trappola e io come una stupida ci sono cascata

"Hai fatto bene a dirmelo. Ora vado scusami, ci vediamo domani"

Corro verso la porta e mi dirigo velocemente verso lo spogliatoio, voglio andarmene da qui. Con una mano mi asciugo le lacrime mentre con l'altra apro il mio armadietto. Prendo la borsa e giro la chiave, poi mi avvio verso l'uscita con la speranza di non incrociarlo 

Breccia nel mio cuore| Neymar jr.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora