Capitolo 16

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"Io amo come il mare ama la riva: dolcemente e furiosamente"

Dato che è quasi l'alba e il sole comincia a splendere nel cielo privo di nuvole, decido di alzarmi per andare a correre. La primavera devo dire che ha questo effetto di risvegliare in me il desiderio di praticare attività sportiva, spesso accantonata, essendo di mio un po' pigrona. Alzarsi alle sei di mattina sarà per molti surreale, ma ho tremendamente bisogno di scaricare la tensione. 

Era trascorso un giorno esatto da quella volta a casa di Neymar. Immagini della notte trascorsa a casa sua e della mattina seguente s'inseguono nella mia mente, alcune torride e frenetiche, altre lente e permeate di tenerezza. Senza bisogno di parole, mi aveva fatto capire che avrebbe preferito rimanere tutto il pomeriggio ancora insieme a me, ma sono stata io a dileguarmi, dopo aver divorato un enorme piatto di pasta. L'ho salutato e sono corsa via per tornare a casa, cercando di tenermi alla larga da occhi indiscreti e ovviamente dai paparazzi

Prendo le chiavi e mi affretto a uscire. Ho lo stomaco che brontola ma non mi importa, preferisco correre a digiuno. Penso tra me che farò colazione dopo con tutta la calma del mondo, magari con un croissant. Mi lascio la porta alle spalle e velocemente sollevo gli occhi perché noto un ombra esile davanti a me. È Sylvie

"Ma dove sei finita? Ti ho cercata dappertutto" mi domanda con il suo fare da sceriffo

"Scusami. Lo so...non ho risposto alle tue chiamate. Facciamo due passi?" le chiedo mentre le prendo una mano.

Mi lancia un occhiata inequivocabile cercando di studiarmi bene in viso. Ieri sono sparita, ho spento il telefono e mi sono barricata in casa anche approfittando del mio giorno di riposo. Ho preferito allontanarmi da tutto e tutti forse anche per razionalizzare ciò che avevo combinato. Paradossalmente non sono pentita anzi, vorrei rivederlo e stare di nuovo con lui, è l'unica cosa che mi rende felice e che mi fa sentire al settimo cielo. D'un tratto immagino lui che mi prende fra le braccia e mi bacia appassionatamente sulla bocca, mentre io mi avvicino al suo collo per sentire...

Sylvie si ferma bruscamente, interrompendo i miei licenziosi pensieri.

"Ma che hai? Sei diventata un peperone" mi dice mentre rimane a fissarmi attentamente negli occhi

"Sono andata a letto con Neymar" gli rispondo di getto, cercando di schivare il suo sguardo indagatore

"Che cosa?? Mi prendi in giro vero?"

"Non una, ben due volte"

Incrocio il suo sguardo, non posso fare a meno di notare i suoi occhi completamente spalancati.

"Non ci posso credere. E come è successo?"

"Non lo so, non chiedermelo ti prego. Sono spaventata ma sono anche felice"

Continua a guardarmi senza pronunciare una parola.

"Aiutami Sylvie, non so che fare" gli dico mentre faccio per sporgermi verso di lei che in risposta a quel gesto mi abbraccia forte

Siamo a casa mia, sedute una di fronte all'altra davanti al tavolo della cucina. Guardo pensierosa il cibo freddo davanti a me. Vorrei tanto riuscire a buttare giù qualcosa, ma non ci riesco proprio. Faccio un sospiro nervoso ed incrocio il suo sguardo

"Dai, mangia qualcosa" mi dice Sylvie mentre si porta alla bocca una tazzina fumante di caffè

"No mi è passata la fame, stamattina stavo cercando di dimenticare poi ti ho incontrata e abbiamo cominciato a parlarne..."

Mi guarda con aria rassegnata e mi risponde

"Ma adesso non stiamo parlando di lui. Ne abbiamo già parlato prima, adesso basta. C'è molta chimica tra voi e si vede... lui ti piace..ma sta attenta Charlotte"

"Non voglio vederti soffrire" mi lancia un pizzicotto sulla guancia e mi sorride dolcemente, cercando di smorzare l'atmosfera di tensione che regnava in quella stanza

"Vedrai che ti scriverà, ma poi parliamo della sua bellezza, guardalo. È dannatamente figo" mi dice mentre con il dito sfoglia la gallery di Instagram. Una serie di foto catturano la mia attenzione, ce ne sono diverse. Lui al campo, lui in vacanza, lui con gli amici, le guardo tutte mentre con una mano mi porto alla bocca dei biscotti e un croissant. Non so spiegare il motivo, ma mi è venuta fame. La fame nervosa sta prendendo il sopravvento: ho urgentemente bisogno di mangiare per sentirmi pienamente sazia, sazia di Neymar.

Getto uno sguardo sull'orologio per controllare l'orario. Oggi ho il turno di pomeriggio e mi aspettano un mucchio di cose da fare. Come sempre preferisco arrivare con qualche minuto di anticipo in modo da riuscire a far tutto, dopotutto manco da un giorno, avrò sicuramente l'arretrato. Devo anche aiutare Damien e Gabriel a preparare l'occorrente per la partita. Tra qualche giorno giocherà: Monaco- Psg , i ragazzi devono essere in perfetta salute fisica, hanno bisogno di arrivare con il giusto equilibrio psicofisico al fischio d'inizio, ed è anche una mia responsabilità di medico preservarli da probabili infortuni.

Sono nello spogliatoio del reparto medico pronta a cambiarmi, quando sento la porta fare un leggero cigolio. È Neymar, apre la porta piano, poi si guarda intorno. Approfitto di quel momento per ammirarlo dalla testa ai piedi. È vestito con il completo calcistico dell'allenamento. Catturano la mia attenzione le fasce elastiche sui polsi, forse messe proprio in quel punto per evitare di avere slogature in caso di cadute.

Si gira a guardarmi e senza dire una parola mi sorride. Poi lo vedo chiudere a chiave la porta con un braccio nascosto dietro. In seguito, senza staccare i suoi occhi dai miei avanza verso di me

Deglutisco.

"Che stai facendo?" gli domando confusa mentre chiudo l'armadietto velocemente 

Breccia nel mio cuore| Neymar jr.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora