Capitolo 32

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Vola la prima mezz'ora del primo tempo. Il possesso palla è nostra ma i ragazzi sbagliano qualcosa nel fare pressioni e il campo si apre un po' troppo.

Mbappè indugia troppo sugli appoggi e non riesce a tramutare l'occasione da rete in un goal, Neymar che invece domina il centrocampo cerca in tutti i modi di smarcare gli avversari che gli stanno letteralmente al fianco. Non riesco a stare seduta, ogni tanto mi rialzo e urlo qualcosa, in preda dal nervoso.

"Forza Neymar! Andiamo" gli urlo ma lui sembra non ascoltare perché è troppo preso dallo smarcamento.

Dopo alcuni minuti, l'ala destra s'invola ed è qui che Neymar riesce a prendere posizione: eliminato un calciatore che gli fa da ombra, intercetta la palla, si fa trovare pronto ad anticipare il passaggio e colpisce: stacca dieci metri più alti del difensore e sul cross perfetto del suo compagno tira con piena potenza, schiacciando il pallone verso il basso. In un frammento di secondo la palla finisce in porta, il portiere avversario non può far altro che raccogliere il pallone catturato dentro la rete.

Il silenzio irreale diventa delirio: i tifosi esultano, facendo quasi tremare le impalcature dello stadio. I cronisti nelle loro postazioni urlano il nome di Neymar a ripetizione, le trombe squillano vittoria, i tifosi si abbracciano e sventolano le bandiere e dalla curva si accendono i fumogeni.

Il mio cuore sta per scoppiare, le mie gambe tremano e le mani sudano dall'emozione. Neymar come un forsennato simula uno dei suoi soliti balletti brasiliani davanti alla telecamera che si fionda su di lui, poi urlando di gioia si gira per incrociare il mio sguardo. Mi fa il segno di un cuore con le mani ma non riesce a dirmi qualcosa perché i suoi compagni gli saltano alle spalle indemoniati ed esaltati. Sono tutti sopra di lui. I tifosi continuano ad urlare impazziti quando poi Neymar si avvicina alla tribuna per incitare i cori, si levano dalle grandinate incorniciati da bandiere e striscioni. L'urlo sale altissimo e continuerà fino alla fine. Continuo a sorridere come un ebete perché la mia gioia è troppo grande, so che nulla potrebbe mai emozionarmi più di questo momento. È stato un goal meraviglioso, travolgente e atteso.

La partita prosegue e la preoccupazione viene abbondantemente vinta dall'ottimismo.

Messi riceve l'assist da Mbappé e prova a segnare: fucila il portiere avversario con il suo sinistro immediato e fulminante. Una goduria per gli occhi di tutti gli amanti del calcio. Con il secondo goal di Messi, lo stadio si infiamma ancora di più. Poi di nuovo parte il marcamento su Neymar. Riceve palla dietro la linea di centrocampo e parte dritto, in due lo rincorrono, come cani da caccia che inseguono una lepre, provano a mordergli i polpacci coi tacchetti, ma Neymar li evita e li fa andare a sbattere uno addosso all'altro. Il pallone però gli è rimasto indietro, lui se ne accorge, indietreggia di un passo per riprenderne il possesso, riesce a prenderlo e riparte la corsa verso la porta. Siamo in aerea di rigore: Neymar sta praticamente per segnare. È sul punto di tirare quando un avversario si lancia su di lui: con una scivolata di lato gli blocca il piede, spingendolo all'indietro. Neymar cade a terra: spalanca la bocca per il dolore mentre con le mani fa per sollevare il piede. La partita viene interrotta dal fischio dell'arbitro che decide di far espellere il calciatore e di concedere il calcio di rigore. Sono sul punto di andare a soccorrerlo ma Damien mi blocca:

"Aspetta Charlotte. Vediamo se si rialza"

Rimango a fissarlo con il cuore che mi martella nel petto. Passano alcuni secondi e Neymar continua a rotolarsi a terra, stavolta sbattendo i pugni sul terreno di gioco. L' impatto è stato fortissimo.

"Andiamo! Veloci" ci dice Damien quasi urlando.

Ci precipitiamo su di lui, portando le attrezzature mediche e tutto l'occorrente.

"Oh amore ci siamo noi ok?" gli dico per consolarlo ma lui non risponde, anzi comincia a piangere. Si nasconde il viso tra le mani, cercando di non incrociare gli sguardi di tutti, compreso il mio.

Dopo aver cercato di consolarlo senza successo, mi avvicino verso gli arti inferiori per verificare l'entità del danno. Tasto con le mani la caviglia che risulta ad occhio gonfissima

"Ha preso una brutta botta!" asserisce Damien, sollevando con una mano il piede e per darmi la possibilità di osservare

"Sembra che abbia subìto una rotazione" gli dico io

Damien mi risponde subito mentre prende una bomboletta spray dal borsone

"Si è così. Si è praticamente girata. Neymar come ti senti?"

Lui non risponde nemmeno a Damien, continua a piangere stavolta a singhiozzi. Sposta le mani dal viso solo quando vede Kylian avvicinarsi a lui

"Oh Ney!

"Aiutami" gli dice con filo di voce e porgendogli una mano

Adesso che ha spostato le mani, finalmente riesco a guardarlo bene in viso: indossa un espressione di profonda sofferenza mista a quella di preoccupazione. Si fa sollevare da Kylian, che lo sostiene prendendolo da un braccio. Fanno qualche passo poi Neymar gli fa cenno di lasciarlo per provare a reggersi da solo. Quando Kylian si allontana, Neymar prova a mettere il piede sul prato, cerca di fare un passo autonomamente ma subito si ritrae.

Rendendosi conto di non poter riuscire, si lascia cadere all'indietro e ricomincia a piangere, portandosi le mani al viso

"Ma non c'è qualcosa di più forte che possiamo dargli per il dolore?" domando io seriamente preoccupata

Damien si era limitato di fargli un bendaggio con il ghiaccio e Gabriel invece si era precipitato a fargli un leggero massaggio

"Non piange per il dolore, ma per il campionato"

"Che vuoi dire?"

"Il campionato per lui finisce qua"

Nel sentire pronunciare queste parole, Neymar piange ancora più forte: lo aveva previsto ma sperava di avere una flebile possibilità di ritornare in campo

Una sensazione di ansia sembra impedirmi di respirare. Il suo pianto a singhiozzi mi martella nel cervello e sembra farmi impazzire. Non riesco a vederlo in questo stato e in queste condizioni. Rimaniamo per alcuni minuti inginocchiati attorno a lui , poi Neymar esce in lacrime, trasportato in barella da Gabriel e Damien. Tremando tutta e con il fiato corto rimango come paralizzata al centro campo.

Una lacrima mi solca il viso, ma la ricaccio indietro per evitare di crollare proprio qui, proprio ora.

Breccia nel mio cuore| Neymar jr.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora