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jisung si era gentilmente offerto di accompagnare hyunjin alla ricerca di lee felix, a patto che, qualora ci fosse stato anche il suo amico minho, sarebbe potuto restare con loro. e il nuovo arrivato, che continuava a non avere la minima idea di come fosse fatto il famoso ragazzo che avrebbe dovuto posare per lui, accettò di buon grado la sua proposta.

han si aggrappava ad ogni scusa possibile e immaginabile pur di trovare un modo per parlare con minho, troppo timido per andare semplicemente da lui e iniziare una conversazione, e finalmente gli si era presentato un nuovo pretesto per farlo.

"com'è questo felix?" chiese hyunjin, mentre camminava lento lungo le mura della scuola per raggiungerne il retro, dove avrebbero dovuto trovare i due misteriosi lee.
jisung sembrò pensarci su un secondo, cercando le parole giuste per descriverlo.
"è molto bello." fu tutto quello che riuscì a dire, la prima cosa che gli era venuta in mente.
e hyunjin annuì, ma non gli bastava.
"e caratterialmente?"
"non lo conosco bene, e onestamente mi fa un po' paura." borbottò, abbassando la voce man mano che si avvicinavano al punto in cui erano soliti passare il loro tempo dopo le lezioni.

hyunjin, a quel punto, si era creato un'immagine ben precisa di quel famoso lee felix. nella sua testa vedeva dei lineamenti duri, dei colori scuri, e una figura alta e robusta. nulla di più lontano dalla realtà, ma questo ancora non poteva saperlo.

jisung arrestò la sua camminata, guardando con le sopracciglia aggrottate e aria un po' delusa un angoletto ben preciso davanti a sé.

"uffa, non c'è minho. ti aspetto qui, se vedi un ragazzo con i capelli castani e che sembra un po' un gatto, mandami un messaggio." parlò sbrigativamente, per poi dargli una pacca sulla spalla e allontanarsi da lui a passo svelto, lasciando hyunjin da solo in un quel vicolo silenzioso dove un forte odore di fumo gli trapassò le narici.

si guardò intorno, c'erano due ragazzi, uno di spalle, con un cappuccio in testa, seduto per terra e ricurvo su se stesso mentre si contava delle monete sul palmo della mano.
l'altro doveva essere felix. stava fumando, era alto e moro, magari non così bello come si sarebbe aspettato, ma aveva quell'aria intimidatoria che jisung gli aveva fatto capire gli appartenesse. hyunjin sospirò e gli si avvicinò.

"scusami, sei tu lee felix?" chiese, monocorde.
il ragazzo, però, scosse la testa e senza dire una parola, indicò con un ghigno l'incappucciato dall'altra parte del muretto, per poi buttare il mozzicone appena finito a terra e andarsene.
hyunjin alzò un sopracciglio, poco convinto, almeno a primo impatto, quello non era esattamente il felix che si aspettava.

lo raggiunse, fronteggiandolo.
"lee felix?"

lui si tolse il cappuccio, guardando verso l'alto, rivelando due occhi che, nonostante hyunjin li avesse visti solo una volta, avrebbe potuto riconoscere tra mille. trattenne il fiato per qualche secondo.
"si?"

dietro quella felpa nera, e il famigerato nome di lee felix, si nascondeva l'angelo che aveva visto quella stessa mattina. i suoi capelli biondi un po' sbiaditi, lo sguardo profondo e ipnotico, le labbra carnose strette tra i denti, e la stessa aurea malinconica di quando lo aveva 'incontrato' per la prima volta. si concesse di guardarlo per qualche altro secondo, prima di proferire parola.
"sei tu?" bisbigliò incredulo.

felix, dal basso della sua posizione, annuì, un po' confuso, e curvò gli angoli della bocca in un piccolo sorriso di circostanza.
"già. tu sei quello nuovo, vero?"
hyunjin annuì di rimando.
"sì. sono hyunjin."

il biondo sospirò e raggruppò i suoi soldi, per poi metterseli in tasca e alzarsi. era piccolo, non tanto perché fosse basso, probabilmente changbin era anche più basso di lui, ma era una persona minuta, in tutto e per tutto.
"hyunjin." assaporò lentamente il suo nome, quasi a studiarlo.
"e mi cercavi perché?" domandò poi, guardandolo con insistenza. aveva una voce piuttosto profonda, hyunjin non se l'aspettava.
"ho sentito che posi." gli rispose, lanciandogli un'occhiata di intesa, come se stesse parlando in un qualche codice segreto, e felix assottigliò lo sguardo, più disorientato di prima.

poi sembrò capire all'improvviso, e annuì.
"che modo strano per dirlo, comunque sì."  confermò, mettendosi le mani in tasca.
il più alto, allora, si passò una mano tra i capelli castani, e imitò la posa del suo interlocutore, nascondendo le mani nei suoi larghi jeans.
"perfetto, hai uno studio?"
felix si imbronciò.
"mi prendi in giro?"

hyunjin aggrottò le sopracciglia, serio.
"no?" rispose, e l'altro scrollò le spalle.
"non ho nessuno 'studio'" affermò, poco convinto.
"puoi venire da me, allora?"

felix ci pensò su, poi acconsentì.
"vuoi che indossi qualcosa in particolare?"
il più alto scosse la testa.
"in realtà ho sentito che fai anche nudi, o è un problema?" chiese, incerto. la conversazione si stava facendo strana, e le continue espressioni enigmatiche di felix non aiutavano a renderla meno imbarazzante di quanto già non fosse.
"no, non è un problema. oggi sono libero per le cinque." disse lui, afferrando da terra uno zainetto nero con delle spille rotonde a decorarne la tasca più esterna.

hyunjin sbatté le palpebre un paio di volte, ragionando su impegni che non aveva, e poi si schiarì la gola.
"sarebbe perfetto. abito-"
"so dove vivi." felix lo interruppe, caricandosi lo zaino in spalla. fu il turno di hyunjin guardarlo con aria confusa, e il biondo si spiegò meglio.
"abiti davanti casa mia, vi ho visti arrivare ieri"

rimasero per qualche istante fermi a guardarsi, entrambi leggermente a disagio, hyunjin non riusciva a ricollegare l'incantevole persona che aveva davanti in quel momento, alla casa in cui aveva appena detto di vivere.

"va bene, per il pagamento quanto-"
"ne parliamo dopo, ora vado un po' di fretta. ci vediamo." lo salutò, sorridendogli appena. poi sparì tra gli altri studenti che se ne stavano andando, facendosi strada tra loro.

lee felix.









𝐩𝐚𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫'𝐬 𝐯𝐞𝐢𝐧 • 𝐡𝐲𝐮𝐧𝐥𝐢𝐱Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora