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circa un'ora dopo, hyunjin e felix si erano ritrovati stesi a terra, nel buio della stanza, senza ricordarsi come e perché vi ci fossero finiti.
stavano parlando, chiacchierando, non come due complici o amici di vecchia data, ma come due persone che nella bizzarria delle quattro del mattino, avevano trovato l'uno nell'altro un degno confidente e uditore di qualsiasi cosa avessero da dire, di tutto ciò che gli passava per la testa.

la soglia del sonno ormai la ritenevano superata, si sentivano entrambi svegli, ma un torpore impediva ad entrambi di alzarsi dal parquet per andare a dormire ognuno nella propria stanza.
non avevano di che preoccuparsi, era sabato, del resto, la mattina seguente avrebbero oziato ognuno per conto suo, e passare un po' di tempo insieme senza una tela a dividerli si stava rivelando tremendamente piacevole.

"-e poi c'è la costellazione di orione." borbottò hyynjin, a termine di uno sproloquio sulle sue costellazioni preferite di quando era bambino, dopo aver ammesso che fino ai dieci anni il suo sogno era stato diventare un astronomo, prima di scoprire la passione per l'arte.
e felix lo ascoltava assorto, guardandolo con occhi curiosi e sognanti, beandosi (finalmente) con placida calma della compagnia di un ragazzo, il quale poi non gli avrebbe dato dei soldi per i minuti trascorsi assieme.
"perché ti piacevano così tanto le stelle?" domandò, e hyunjin scrollò le spalle, incerto.
"non so, era bello guardarle, poi ho scoperto che disegnarle lo era molto di più." ammise, riflettendoci, e poi si voltò.

guardò felix, per quanto l'oscurità della camera lo permettesse, e deglutì, avvertendo un improvviso e fastidioso groppo alla gola, forse era uno sdolcinato complimento che tentava di uscire.
"le tue lentiggini mi piacciono perché mi ricordano le stelle." disse, e poi strabuzzò gli occhi, stupito dalle sue stesse parole. felix arrossì, e fortunatamente per lui, nel buio non si notò.

"sei melenso, lo sai?" bisbigliò poi, sbattendo le palpebre, e l'altro tossicchiò, imbarazzato.
"non so perché ti dico tutte queste cose."
ed era vero, non capiva cosa lo inducesse ad elaborare quelle smielate e romantiche constatazioni da poetucolo, che gli causavano solo momenti di imbarazzo, ma al contempo, lo facevano sentire più leggero. e poi, nel migliore dei casi, strappavano un sorriso a felix.

"perché sei un artista." spiegò lui, e hyunjin storse il naso. felix stava diventato solito giustificare i suoi comportamenti con il semplice appellativo di artista, 'sei un artista, è normale' gli diceva, e il pittore non capiva cosa significasse quell'accezione per lui. 
"tu che intendi per artista?" chiese.
"non lo so, non ne avevo mai conosciuto uno. ma ora conosco te, e te sei un artista. perciò, con artista intendo semplicemente te." sbadigliò, con una semplicità disarmante, a seguito della quale hyunjin ammutolì.

lasciarlo senza parole era diventato facile per felix, che non si sforzava neanche per farlo. parlava poco, raramente diceva ciò che sentiva, ma quando lo faceva, era puro miele.

hyunjin si avvicinò di un altro po' a felix, che nel frattempo aveva chiuso gli occhi e stava cominciando a respirare piano, a ritmo cadenzato, probabilmente in procinto di addormentarsi. il mondo dei sogni lo stava reclamando per tenerlo un po' con sé.

"felix" soffiò il suo nome, e lui non gli rispose a parole, ma dischiuse le labbra, mugugnando una risposta poco chiara. hyunjin sorrise.
"buonanotte." bisbigliò, carezzando delicato il suo volto, le guance lisce, il naso piccolo e all'insù, e le sue labbra, morbide e piene.
sentì la gola farsi secca e la mano tremargli quando il suo indice esitò sulla sua bocca, adesso dischiusa, avrebbe tanto voluto baciarlo.

ma non lo fece, non poteva, non mentre dormiva.
c'era già così tanta gente che si approfittava di felix, che lo usava, ne faceva ciò che voleva, e hyunjin non sarebbe stato uno di loro, avrebbe soffocato i suoi istinti, i suoi desideri.

e per un bacio di felix, avrebbe aspettato.








𝐩𝐚𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫'𝐬 𝐯𝐞𝐢𝐧 • 𝐡𝐲𝐮𝐧𝐥𝐢𝐱Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora