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nell'attesa che il tramonto gli regalasse quell'aranciognola luce che ormai lo aveva viziato e dominava ombre e colori del suo dipinto, hyunjin si concesse di osservare la sua musa mentre si spogliava dei suoi larghi abiti.

era inusuale, per entrambi; i suoi occhi mai lo avevano seguito con tanta attenzione nell'atto, troppo intimo per loro, e felix non aveva ancora avuto l'occasione di sentire come il suo intenso sguardo bruciasse denso contro la sua pelle nuda, prima di quel momento.
ma non lo infastidiva, affatto.

di persone che non desiderava lo fissassero ce n'erano a decine, se non a centinaia, e spesso tendeva ad evitare di incrociare le loro pupille, dilatate dalla brama di toccarlo, di possederlo.
mentre con hyunjin era l'esatto opposto, voleva continuasse a guardarlo, a squadrarlo con quella viscerale passione che gli luccicava nelle iridi, e avrebbe ricambiato il contatto visivo fino a diventare cieco. e quanto era bello, per felix, sentirsi desiderati in quel modo così dolce.

si sedette, poi si distese, lento e sensuale come mai era stato prima davanti a hyunjin, che si nascondeva dietro la sua tela. deglutì, tossicchiando appena quando afferrò con mano tremante uno dei suoi pennelli, e cominciò a dipingerlo, tacito.

"non te l'ho mai chiesto-" esordì felix, spostandosi di poco, per ricreare la perfetta posa nella quale hyunjin era abituato a ritrarlo.
"perché i nudi?" chiese poi, e nonostante il pittore lo stesse ovviamente ascoltando, i suoi occhi rimasero rivolti, seri, verso il quadro. alzò entrambe le sopracciglia, d'istinto.
"perché i corpi sono belli, non importa il tipo. gli esseri umani sono belli così come sono."

quando si trattava di persone, il vocabolario di hyunjin non comprendeva il termine brutto. nei suoi taccuini, tra gli scarabocchi e le bozze che da anni si divertiva a disegnare con disimpegno, vi era ogni tipo possibile e immaginabile di corpi o volti; giovani, anziani, alti, bassi, magri e non.
dove c'era vita, c'era bellezza, e hyunjin la vedeva in chiunque, allo stesso modo.
c'era una sola eccezione, aveva qualcosa in più.

"te sei il più bello, però." disse, e felix alzò gli occhi al cielo. non capiva perché gli fosse tanto difficile accettare i complimenti di hyunjin senza sentire l'impellente bisogno di correggerlo, o semplicemente, di negare tutto ciò che aveva da lodargli con entusiasmo. perciò rimase in silenzio, sorridendo a mala pena.

"ma non mi piaci solo per quello, lo sai, vero?" asserì hyunjin, intento ad aggiungere un tocco di rosa pallido alla sua riproduzione della morbida curve del fianco di felix, la cui versione reale alzò un sopracciglio, interessato.
"e cos'altro ti piace?" domandò, curioso.
che fosse attraente lo sapeva bene, altrimenti non avrebbe avuto file di ragazzi pronti a pagare per stare un po' con lui, ma le sue qualità si fermavano lì; era il suo aspetto, niente di più, niente di meno, per tutti, perfino per se stesso.
per hyunjin, c'era molto altro.

"da dove comincio?" ridacchiò in risposta, c'erano tante di quelle cose che amava di felix, dal modo in cui parlava, alla sua risata, al puro candore nei suoi occhi, che tentava in tutti i modi di nascondere dietro strati e strati di falsa insofferenza, e che lui aveva comunque notato.
in realtà, non c'era nulla che non amasse di lui.
"mi piace il modo in cui esisti, adoro tutto di te. sei la persona più genuina che abbia mai incontrato, sento di conoscerti da una vita."

la pelle di felix si accapponò, rabbrividendo a parole che mai aveva sentito prima. l'idea che qualcuno potesse provare per lui sentimenti del genere era più folle di tutti i più strampalati dei sogni che avesse mai fatto, messi insieme.
eppure hyunjin era vero, concreto, ed era lì,
e avrebbe continuato a parlare se felix glielo avesse permesso. invece, lo interruppe.
"puoi avvicinarti, solo un secondo?" domandò.

hyunjin annuì e lasciò delicato il pennello appena bagnato di pittura sulla sua tavolozza, raggiungendo felix e, troneggiando sulla sua figura, abbassò lo sguardo nella sua direzione.
il biondo si morse il labbro inferiore, per poi mettersi in ginocchio sulla chaise-longue, allungando le braccia per avvinghiarle pigramente attorno al suo collo, e lo incitò a calarsi accanto a lui. l'altro seguì i suoi silenti indizi, assecondandolo con un sorriso.

quando furono entrambi sul piccolo divano d'avorio, felix prese l'audace decisione di sedersi sulle sue gambe, sussultando quando il freddo e ruvido tessuto dei pantaloni cargo che indossava hyunjin strofinò contro la sua pelle nuda. senza fiato, il pittore gli portò le mani ai fianchi spogli, circondandogli poi quel suo vitino da vespa, senza abbandonare per un secondo i suoi languidi occhi scuri. il modello deglutì.
"mi piaci anche tu." confessò, per la prima volta in tutta la sua vita.

suonò dolce, musica per le orecchie di hyunjin, che aveva aspettato pazientemente che quelle parole sfuggissero alle sue labbra sigillate, e finalmente lo avevano fatto. la mano destra, quella con cui dipingeva, lasciò la presa dal suo bacino e si spostò sulla sua guancia, carezzandola con soavità.
lo baciò, e felix ricambiò con vigore, spingendo il petto contro il suo per sentirlo più vicino. era ormai istintivo per lui muoversi con sensualità, qualunque cosa facesse, era seducente, e non si era neppure reso conto di starsi strusciando flemmatico sul corpo dell'altro, che non poté controllare una reazione involontaria.

"felix, aspetta, fermati." gli strinse una coscia, tirando la pelle pallida dell'altro tra le dita, mantenendo tuttavia quella delicatezza che lo caratterizzava. felix arrestò ogni movimento e lo guardò, incerto, allontanando poi le mani dalle sue spalle, dove prima le aveva posate.
"scusa- ho fatto qualcosa di male?" gli chiese, la voce gli tremava, e mortificato, trattenne il respiro in attesa della risposta di hyunjin, che subito scosse la testa, sbattendo le palpebre.
"no, assolutamente no." lo rassicurò.

felix annuì, più tranquillo, ma continuò a fissarlo con insistenza, inarcando le sopracciglia verso l'alto. il pittore trascinò le sue dita lungo i suoi fianchi, di nuovo, stavolta afferrandolo con fermezza e lasciando che aderisse completamente alla sua intimità. le guance dell'altro si colorarono di rosso quando lo sentì.

"ma se continui così, mi ucciderai."








𝐩𝐚𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫'𝐬 𝐯𝐞𝐢𝐧 • 𝐡𝐲𝐮𝐧𝐥𝐢𝐱Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora