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quel giorno lo studio di hyunjin appariva più vivo e luminoso del solito agli occhi di felix, arrivato per la prima volta con qualche minuto d'anticipo.

ma non era cambiato assolutamente nulla, né una pianta era stata spostata di un centimetro, né i dipinti sulle pareti ritinteggiati di colori più sgargianti. eppure non poteva negarlo, per lui era tutto diverso, e non se lo spiegava.
hyunjin era concentrato, troppo per accorgersi dei mille pensieri che passavano per la testa della sua musa, ma c'era qualcosa che turbava anche lui.

felix aveva coperto le sue lentiggini, di nuovo, e non poteva far finta di niente, non ora che il suo volto stava finalmente prendendo forma sulla sua tela. era svestito, ma non era nudo, e non lo sarebbe stato finché ogni parte del suo bellissimo corpo non sarebbe stata scoperta.
non avrebbe di certo potuto aggiungerle senza un riferimento, meritavano giustizia.

"felix." richiamò la sua attenzione, e il biondo posò gli occhi vispi sulla sua figura.
"hyunjin." rispose, placido.
"sei splendido, lo sai?"

hyunjin non lo avrebbe costretto a struccarsi, non in quel momento per lo meno, si sarebbe limitato a dirgli ciò che pensava di lui e magari, in un futuro preferibilmente prossimo, felix avrebbe deciso da se di mostrarsi in tutto e per tutto, senza vergognarsi più di quelle che aveva sempre ritenuto sgraziate imperfezioni.
felix sussultò, colto di sorpresa dall'improvvisa constatazione del pittore. non gli capitava spesso di restare senza parole o di non saper rispondere ad un complimento, ma con hyunjin sembrava accadere piuttosto spesso.

"mi crederesti, se ti dicessi che sei la persona più bella che abbia mai visto?" gli chiese poi, e il biondo sentì il cuore battergli come un tamburo nel petto. non era tanto per le belle parole di hyunjin, quanto per il modo in cui lo rimirava.
nessuno mai lo aveva guardato in quel modo, quelli dell'artista erano occhi passionali, ipnotici e e allo stesso tempo ipnotizzati, e lo faceva sentire bello, speciale.

"difficile non crederti, se me lo dici in questo modo." sorrise quindi lui in risposta, e hyunjin ricambiò, smettendo di dipingere.
"posso chiederti come mai ti copri le lentiggini?" domandò, cautamente. felix si morse il labbro.

aveva circa sei anni quando alcuni dei suoi compagni di classe si erano chiusi in un bagno con lui durante la ricreazione, e avevano cercato di togliergliele con una gomma da cancellare secca e dura, graffiandogli la pelle. gli dicevano che il suo viso sembrava sporco, che sembrava avesse la varicella, che temevano fossero contagiose e che avrebbe dovuto trovare un modo per sbarazzarsene o nessuno avrebbe mai voluto giocare con lui.

crescendo aveva cercato di toglierle applicandovi ogni sera delle gocce di succo di limone, come aveva consigliato sua madre, ma non aveva ottenuto i risultati sperati. poi scoprì i trucchi e divenne più semplice, non le avrebbe cancellate, solo nascoste, ed era una soluzione che gli andava più che bene.

"non mi sono mai piaciute." affermò, sbrigativo.
sul momento hyunjin annuì, non avrebbe insistito ulteriormente, sapeva che non avrebbe ottenuto nulla. ma non si sarebbe facilmente rassegnato all'idea di dipingere quel felix incompleto che aveva davanti a sé, non si sarebbe dato pace finché la sua musa non sarebbe stata davvero nuda, spoglia di ogni insicurezza.

felix meritava di sentirsi speciale, e hyunjin l'avrebbe resa la sua prerogativa.









𝐩𝐚𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫'𝐬 𝐯𝐞𝐢𝐧 • 𝐡𝐲𝐮𝐧𝐥𝐢𝐱Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora