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"felix!"

hyunjin indossava un paio di larghi e neri pantaloni da tuta, un grosso maglione blu opaco, e ai piedi, delle infradito beige. la pioggia gli bagnava la pelle, sguazzava tra le pozzanghere per raggiungere il suo angelo in fretta, con un ombrello tra le mani che non ne voleva sapere di aprirsi. un forte senso di deja vu colpì entrambi, quando felix si voltò verso di lui.

non che fosse particolarmente sorpreso, hyunjin sembrava aver sviluppato una sorta di sesto senso, un allarme che tintinnava nelle sue orecchie ogni volta che il biondo aveva bisogno di un eroico salvataggio, specialmente quando pioveva. senza che se ne accorgesse, i suoi occhi si illuminarono di quell'armoniosa dolcezza che sunghoon era riuscito a spegnere.

il pittore lo raggiunse, e finalmente l'ombrello si aprì tra le sue mani, rivelandosi tanto grande da poterli coprire entrambi. felix si mise le mani in tasca, nascondendovi dentro i soldi. indossò uno dei sorrisi più sereni che riuscì a improvvisare.
"come mai quando piove vieni sempre a salvarmi?" bofonchiò.
hyunjin si morse il labbro inferiore, annuendo alle sue parole con aria spensierata.
"non lo so, come mai quando piove sei sempre senza ombrello?" domandò lui.

felix sospirò, avvicinandosi di poco a hyunjin.
"grazie." disse.
non era solo per le volte in cui era corso in suo aiuto quando diluviava, per evitargli un malanno. era per il modo in cui lo trattava ogni giorno, nessuno era mai stato gentile e buono con lui tanto quanto hyunjin. probabilmente neanche lo meritava.

"dove sei stato?" chiese l'altro, stringendo l'asta dell'ombrello quando una forte raffica di vento minacciò di soffiarlo via. ovviamente, hyunjin era piuttosto convinto di aver capito con chi avesse passato la serata, ma per qualche motivo, sperò non fosse vero. l'idea che chiunque avesse potuto mettere le mani sul perfetto corpo del suo angelo stava diventando lentamente più difficile da digerire, e lui non era mai stato un ragazzo geloso o possessivo, ma con felix era tutto diverso. il biondo sbatté le palpebre, alzando le sopracciglia, e poi sbuffò.
"davvero vuoi che te lo dica?"
la verità era che neppure lui voleva parlarne.

hyunjin era così trasparente in quel momento, un libro aperto, felix riusciva a leggere tutto nei suoi occhi, lui voleva, e allo stesso tempo non voleva sentirsi dire ciò che purtroppo già sapeva. mentirgli sarebbe stato inutile, non ci provò neppure, e aspettò che hyunjin continuasse la conversazione con altro, con qualsiasi cosa.
"no, non importa" esordì.

per qualche istante rimasero in silenzio.

"e come stai?" chiese poi hyunjin, all'improvviso.
non era di circostanza, tanto per parlare, quel 'come stai', così come tutto ciò che usciva dalle labbra del pittore, era profondo. aveva un contesto, uno scopo e un motivo.

felix ammutolì, la domanda gli parve surreale. e non fu tanto perché nessuno mai si era preso il disturbo di domandargli come stesse, ormai si era quasi abituato alle dolci e per lui inusuali premure di hyunjin. piuttosto, lo allibì la sua incapacità di rispondergli, in fondo non lo sapeva neppure lui. di sicuro non stava bene.

allora come stava lee felix? a novanta, sunoo avrebbe osato scherzare, e i suoi amici avrebbero riso, fossero stati lì. ma felix era un turbine di emozioni, che paradossalmente sentiva di non averne più. era la persona più interessante che hyunjin avesse mai avuto il privilegio di incontrare, ma era anche la più complessa, e il non riuscire a comprenderlo a fondo lo faceva impazzire. ma come avrebbe potuto mai conoscere una persona che non era in grado di capire se stessa?

un senso di vuoto lo colpì. era una sensazione terrificante, per felix, che solo ora, dopo anni, si era reso conto di essersi messo da parte a tal punto dal dimenticarsi di occuparsi dei suoi sentimenti, del suo benessere. ma chi avrebbe dovuto curarsene, se non lui stesso?
non era mai stato bravo a prendersi cura di se, ma dopotutto, non ci si cura di chi non si ama.

fu come un'epifania, la peggiore che ci fosse.
stava male, male da fargli venire il voltastomaco, stava male con se stesso e con gli altri, e gli bastò pensare per un secondo a ciò che era appena successo con sunghoon, a sunoo, alle notti passate insonni delle quali aveva finalmente svelato la causa, per stare addirittura peggio.

e si sentì ancor più patetico, era imbarazzante quanto con una semplice domanda, hyunjin fosse riuscito a mandarlo in crisi. era rimasto immobile, sotto il suo ombrello mentre attorno a loro la pioggia si abbatteva violenta sull'asfalto, e per quanto avrebbe tanto voluto porre fine a quello straziante supplizio con una piccola bugia, non riuscì a mentirgli. tutto quello che poté fare fu scuotere la testa, evitando fuggevole lo sguardo perplesso dell'altro, che cominciava a preoccuparsi per lui.

"felix?" lo chiamò, allarmato.
l'altro sbatté le ciglia ormai fattesi umide e tentò di aprire bocca, cercò di dire qualunque cosa, ma non un suono venne emesso, quasi avesse perso il dono della parola. il suo respiro si fece affannoso, e tirò le labbra in una linea dritta nel tentativo di riprendersi, di darsi un contegno.

non avrebbe pianto, e se una lacrima gli fosse sfuggita, avrebbe dato la colpa ai capelli bagnati.
era sempre stato severo con se stesso, mai si era permesso di abbandonarsi alla debolezza, ma quella era stata una giornata emotivamente pesante. troppo, per poterla sostenere.

e senza sapere precisamente cosa fare per aiutarlo, hyunjin gli circondò la nuca con la mano libera. gli guidò tremante la testa verso il proprio petto, contro il quale il biondo si permise di adagiarsi, superato uno stupore iniziale. sentiva il suo cuore battere, e lo ascoltò, assorto nei suoi stessi inquieti pensieri. era un momento intimo, più intimo delle volte in cui il pittore aveva dipinto felix senza vestiti, e più intimo di quando erano rimasti svegli fino a tardi per chiacchierare.

"respira." lo incitò hyunjin, per poi inspirare profondamente, dandogli così un ritmo che felix seguì senza esitare, e imitando i suoi respiri, nel giro di qualche istante riuscì a calmarsi.
quando riprese fiato, si lasciò accarezzare i capelli dalle vellutate dita di hyunjin, che spaventato, continuava a tenerlo stretto a sé.

"felix, dì qualcosa, per favore." supplicò il pittore, e felix, sfiancato, annuì contro il suo petto.

"scusami."







rubo un secondo del vostro tempo⇩

volevo dire un paio di cose! prima di tutto, idealmente, questo è un capitolo davvero importante per me. tuttavia, non sono molto soddisfatta di com'è uscito, quindi è probabile che subisca delle piccole modifiche, in futuro (ovviamente il succo rimane quello).
inoltre so che la reazione di felix può sembrare esagerata, forzata o che qualcuno non la capirà, ma è un personaggio fragile, più di quanto sembri, e non essendo sicura di essere riuscita a far trasparire questo suo aspetto, ho preferito specificarlo.

dopodiché, volevo davvero ringraziarvi per i voti e i commenti che mi state lasciando ultimamente, sono di vitale importanza per me, e sapere che state apprezzando la mia storia mi rende veramente contenta.

come ho scritto nella mia bacheca, ultimamente ho molti dubbi su ciò che scrivo e il modo in cui lo scrivo, ma mi date tanto supporto, e non sapete quanto sia importante <3

grazie, spero di non deludervi🫶🏻

𝐩𝐚𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫'𝐬 𝐯𝐞𝐢𝐧 • 𝐡𝐲𝐮𝐧𝐥𝐢𝐱Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora