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al calar del sole, si faceva da parte l'armonioso canto degli uccellini e lasciava spazio al timido bubolare dei gufi, accompagnando felix e hyunjin come un dolce sottofondo nella loro piacevole passeggiata di ritorno a casa. tra le mani del minore, due pesanti libri in dialetto attico, polverosi di scaffali.
uno dei pochi vanti di south wood, o una delle poche ragioni per cui qualcuno ancora vi mettesse piede, era la quantità esorbitante di testi antichi che la sua biblioteca ospitava. il padre di hyunjin si era avvicinato alle letterature classiche per errore, da bambino, scorrazzando tra i corridoi di quel grande labirinto di copie di manoscritti nel quale sua madre lavorava, e lì aveva mandato il suo nuovo assistente, alla ricerca di quel paio di libri di cui aveva bisogno. il pittore, contento di poter finalmente passare ancor più tempo in sua compagnia, lo aveva accompagnato con piacere.
e felix aveva cominciato a raccontargli di quanto strana fosse stata la sua giornata, prima sunghoon, poi sunoo, e dopo ancora quanto ritenesse inusuale lavorare per il genitore del suo fidanzato, invece che occuparsi dei suoi soliti incontri. hyunjin lo ascoltava, silenzioso, lo lasciava parlare e si limitava a stringere i denti quando ciò che sentiva lo innervosiva. tra la faccia tosta di sunghoon e l'innata perfidia del suo fidanzato, era quasi certo si sarebbe scheggiato un molare, ma una reazione indelicata era tutto ciò di cui felix non aveva bisogno in quel momento. era scombussolato.
"è come se oggi la mia vita fosse finita e ricominciata allo stesso tempo, ha senso, secondo te?" tentò di spiegargli, camminando pigramente sotto la rossastra la luce di quel bel tramonto. hyunjin gli sorrise, avrebbe voluto stringergli la mano, ma quei mattoni lo impedivano, e allungò il braccio attorno alla sua spalla, avvicinandolo di poco a sé.
"certo che ha senso, è così." lo tranquillizzò.felix alzò lo sguardo, annuendo tra sé e sé, e gli occhi dell'altro caddero sui suoi polsi tesi.
"sembrano pesanti." mormorò, riaprendo quella piccola parentesi. si era già offerto di portarli al posto suo, ma il biondo aveva scosso la testa con vigore e aveva ripetuto diverse volte, mentendo, che non gli pesassero poi così tanto. ma hyunjin era più alto, più forte, e gli avrebbe fatto solo che piacere poterlo aiutare.
"anche se lo fossero, non li farei portare a te. che assistente sarei, altrimenti?" borbottò, stringendo la presa ai bordi dei libri con fermezza, e l'altro non poté non sorridergli, intenerito.
"va bene, va bene." lo assecondò, baciandogli la guancia destra, gelida, e poi tornò a guardarsi intorno. non si era mai accorto di quanto robusti fossero gli alberi nel suo vicinato, quanto colorate le loro chiome, e quanto dolce il profumo dell'aria, seppur pungente; completamente diverso da quello delle città.south wood era un quadro, l'amore il suo pennello e i suoi acquerelli. e hyunjin si rese conto in quel momento, più che mai, che un dipinto senza i suoi strumenti non esiste.
avrebbe potuto passeggiare con felix lungo i marciapiedi diroccati di una baraccopoli e la sua presenza sarebbe bastata per renderli anch'essi un colorito sfondo della sua bellezza."pensi che potrei piacere a tuo padre?" disse l'altro, di punto in bianco, anche lui distratto dallo stesso panorama sul quale si era concentrato il pittore e che li circondava come un caldo abbraccio. hyunjin si voltò e studiò io suo profilo, il suo volto rilassato ma curioso, e annuì.
"certo che gli piaci, o non ti avrebbe assunto." rispose. ne era più che convinto, seppur fortemente influenzato dall'opinione di suo figlio, il signor hwang non avrebbe permesso a chiunque di lavorare per lui, se felix non gli avesse fatto una buona impressione, quel pomeriggio l'avrebbe passato con qualcun altro.ma il biondo scosse la testa, ricambiando lo sguardo dell'altro, con riluttanza.
"no, non intendo come assistente." lo corresse, impacciato, e sentì le guance colorarsi di un'insolita sfumatura rossastra, mentre sul viso dell'altro si fece spazio un sorriso smagliante, di quelli a trentadue denti. si avvicinò ancora.
"che intendi?" scherzò, ironico.
"sai che intendo." sbuffò felix.
era così tenero, così dolce, i suoi occhi tremavano al sol pensiero di non essere all'altezza della benedizione del padre del suo grande amore, desiderava così tanto piacergli.hyunjin gli schioccò un bacio sulla tempia.
"come potresti non piacergli? sei un angelo." lo rassicurò, con un tono di voce che se avesse avuto un sapore, sarebbe stato quello di un biscotto al burro appena sfornato, e bastò per tranquillizzarlo, ma non per farlo tacere.
"quando smetterai di chiamarmi angelo?"
"mai, penso." ridacchiò, senza esitazione.sarebbe stato per lui come smettere di chiamare il mare 'mare', il sole 'sole', sarebbe stato impossibile, innaturale. la sua voce sembrava fatta apposta per arrotolarsi tra le sillabe di quella parola, e felix era perfetto per ricevere quel complimento. quindi perché smettere?
dopotutto, era il suo angelo.
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mi rendo conto che questi ultimi tre capitoli possano essere risultati un po' noiosi, in fondo non è capitato nulla di particolarmente entusiasmante e ci tenevo a ringraziarvi per essere rimasti fino alla fine nonostante ciò, il prossimo (e ultimo capitolo) uscirà tra poco e sono molto, molto nervosa al riguardo !!
la nuova storia uscirà tra una settimana, credo, devo ancora sistemare qualcosa ma dovremmo esserci, sono un po' agitata anche per quella😭
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𝐩𝐚𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫'𝐬 𝐯𝐞𝐢𝐧 • 𝐡𝐲𝐮𝐧𝐥𝐢𝐱
Teen Fiction{✫𝐩𝐚𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫'𝐬 𝐯𝐞𝐢𝐧✫} -𝐛𝐥𝐨𝐨𝐝 𝐨𝐟 𝐚𝐧 𝐚𝐫𝐭𝐢𝐬𝐭- dove hyunjin, giovane artista trasferitosi da poco in un'insulsa cittadina priva di gusto e piacere per il bello, trova inaspettatamente la musa che ha cercato per tutta la sua vita...