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erano le nove del mattino. nella loro piccola classe regnava un silenzio tombale, ogni studente se ne stava chino sul proprio libro di storia, intento a leggere annoiati un paragrafo riassuntivo riguardo lo scoppio della rivoluzione americana, del quale dopo avrebbero dibattuto.

erano le nove del mattino, e hyunjin si sentiva come se fossero state le due di notte. i suoi occhi stanchi saltavano da una parola all'altra, distrattamente, tentando di combattere contro le sue palpebre, pesanti, che minacciavano di non aprirsi più ogni volta che le sbatteva. non avrebbe resistito a lungo di questo passo, e certo avrebbe dovuto aspettarselo, dopo quella notte passata in bianco neppure cinque caffè avrebbero fatto la differenza. dopo quella notte, in cui il vivido ricordo di felix, nudo su di lui, lo aveva tenuto sveglio, senza alcuna pietà o riguardo per i suoi impegni scolastici.

si alzò intorpidito dal proprio banco e, dopo aver ricevuto il consenso del suo insegnante, lasciò l'aula, dirigendosi verso il bagno per sciacquarsi il viso con acqua fredda, per riprendersi. la sua era la penultima tra le classi di quel piano, verso la fine del corridoio, dove si trovavano i bagni, prima dei quali vi era solo un'altra sezione.

e a nessuno, tra quegli alunni, era mai importato qualcosa della posizione della loro aula; tuttavia, c'era qualcuno per cui si era sempre rivelata piuttosto strategica, quel giorno più che mai.
perciò, quando sunoo notò il pittore trascinare le gambe a peso morto lungo il pavimento piastrellato del corridoio, alzò immediatamente la mano per chiedere se potesse 'andare un secondo a lavarsi le mani', in una graziosa moina, e lo seguì, silenzioso come una volpe.

ciò che accadde dopo ricordò ad entrambi il primo giorno di scuola di hyunjin. il modo in cui sunoo lo aveva colto di sorpresa, facendolo sobbalzare mentre si trovava davanti al lavandino, con le mani sotto il gelido getto d'acqua, con l'unica differenza che questa volta aveva anche il viso bagnato e soprattutto, conosceva meglio quella vipera, l'eris dell'olimpo di south wood.

"che faccia, non hai dormito?" domandò curioso il più basso, incrociando le braccia al petto con il suo solito sorriso tirato in volto, brillante di lucida labbra, il suo marchio di fabbrica. hyunjin prese un respiro profondo, ignorandolo, e si sciacquò di nuovo guance e fronte. l'altro scrollò le spalle infastidito e lo raggiunse, aprendo il rubinetto accanto al suo con fare indifferente.
"ho capito, non sei una persona mattiniera." gli fece l'occhiolino, infilando anche lui le dita tra l'acqua, calda nel suo caso.
"volevo solo fare quattro chiacchiere." aggiunse.

era più che lecito che hyunjin non si fidasse. non aveva idea di cosa sunoo volesse da lui, ma non gli avrebbe dato corda, perché se c'era una cosa che aveva capito di south wood, era che più ci si teneva alla larga da lui, meglio si stava.
perciò non rispose, di nuovo, e il più basso digrignò livido i denti, per poi camuffare immediatamente quell'aria rabbiosa sotto la maschera di falsità che era solito indossare.
"ho visto che te e felix siete diventati inseparabili." mormorò, guardandolo con la coda dell'occhio, e ghignò quando finalmente ottenne una reazione, seppur minima. era bastato il nome di felix per far sì che hyunjin si voltasse, rigido, e gli riservasse l'occhiataccia più torva che fosse riuscito a improvvisare. ma non ruppe il suo religioso silenzio, combattendo con ogni fibra del suo essere, che fremeva dal desiderio di farlo tacere. ma più lo ignorava, più sunoo si spazientiva, e le sue provocazioni diventavano man mano sempre più ardue da sorvolare.

"non capisco cosa ci trovi in lui. cosa ci troviate tutti." osò dire, poi. hyunjin girò con presa salda la manovella del rubinetto, spegnendolo, e si voltò verso l'altro con il sangue che gli ribolliva nelle vene, approfittando di quei pochi centimetri che lo rendevano più alto per sovrastarlo.
"basta, sunoo. lascialo in pace." lo rimproverò.

sunoo incurvò gli angoli delle labbra verso l'alto, ampliando quello smagliante sorriso da rivista che per qualche istante lo aveva abbandonato, e lo fissò, compiaciuto. si divertiva da morire.
"come ti pare. ti renderai conto da solo del tipo di persona che è, non ci si può fidare di uno come felix." sibilò, sgusciando via dalla posizione con cui hyunjin aveva tentato di intimidirlo, con clamoroso insuccesso, e lo raggiunse alle spalle, contro le quali adagiò le sue dita affusolate.
avvicinò il viso al suo orecchio, soffiandogli contro la pelle, che gli si accapponò.
"probabilmente si starà facendo scopare da qualcuno proprio in questo momento." sussurrò.

il pittore strinse i pugni. sunoo era riuscito nel suo intendo, era stato capace di fargli perdere quella compostezza di cui lui tanto andava fiero, e la sua pazienza aveva raggiunto il limite.
lo afferrò per il colletto della sua attillata polo bianca, e puntò gli occhi neri di rabbia nei suoi.
"ascoltami. non ho idea di come funzionassero le cose qui, tra te e felix, prima che io arrivassi. ma adesso ci sono io, e se ti sento parlare di nuovo di lui in questo modo, non risponderò di me." hyunjin non era mai stato un eroe, non gli era mai importato tanto di qualcuno al punto di arrivare a minacciare chi ne parlasse male, ma ogni insulto, ogni singola offesa rivolta a felix gli annebbiava la mente, e vedeva solo rosso.
lo avrebbe difeso, indipendentemente dalla circostanza.

il più basso rimase immobile, seccato, ma non avrebbe di certo lasciato che il nuovo arrivato gli mettesse i piedi in testa, o cominciasse a dettare legge, dopotutto, lui era kim sunoo.
"ho detto solo la verità, hyunjin, sei te che ti rifiuti di accettarlo. lui va con chiunque, lo sai." sputò.
forse fu un po' perché in realtà aveva ragione, e nonostante hyunjin tentasse in tutti i modi di non lasciarsi turbare dal fatto che il ragazzo di cui fosse innamorato non si concedesse solo a lui, era pur sempre consapevole i suoi problemi economici non fossero spariti dopo un bacio come in una fiaba, o magari fu semplicemente perché moriva dalla voglia di strappare via a sunoo quel sorriso dal volto, ma in quel momento perse la sua lucidità.

rafforzò la stretta con più vigore, guardandolo con disprezzo, e non ragionò più; le parole lasciarono le sue labbra, irrefrenabili.
"forse sei te che lo sai meglio di tutti, no?" disse, rigonfio di adrenalina, e con fiato corto.
l'altro aggrottò le sopracciglia, confuso, e quando finalmente capì cosa intendesse, la sua espressione soddisfatta mutò in una smorfia cruda. si liberò dalla presa di hyunjin con uno strattone deciso e, rigido come un tronco d'albero, lo fulminò con lo sguardo, glaciale.
"cosa hai detto?" disse, ferito nell'orgoglio.
era incredulo, incredulo che felix avesse avuto il coraggio di raccontare a qualcuno di quel tabù che era l'accaduto con sunghoon, e incredulo che hyunjin avesse osato rinfacciarglielo. incredulo che felix avesse potuto anche solo pensare di passarla liscia.

il moro si rese conto del suo madornale errore solo nel momento in cui vide accendersi nello sguardo del suo compagno di scuola quello stesso profondo disprezzo che si impadroniva di lui quando lo volgeva verso felix, e per quanto ci provò, non riuscì a rimangiarsi ciò che aveva appena detto.

ormai era tardi.









𝐩𝐚𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫'𝐬 𝐯𝐞𝐢𝐧 • 𝐡𝐲𝐮𝐧𝐥𝐢𝐱Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora