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felix possedeva un solo paio di auricolari.
era da ormai più di cinque anni che li utilizzava, e col tempo, quello di sinistra aveva smesso completamente di funzionare. la cosa non gli creava il minimo disturbo, anzi, poteva ascoltare la sua musica a tutto volume da un orecchio e restare comunque vigile grazie all'altro, rendendo impossibile il coglierlo di sorpresa.fu infatti grazie alle sue cuffiette malandate che riuscì a sentire il cigolio delle vecchie solette di un paio di scarpe sportive avvicinarsi a lui, chiuso nello spogliatoio della palestra per avere un po' di pace e sfuggire alla sua spaventosa professoressa di algebra, che minacciava di interrogarlo da giorni ormai. non si preoccupò di alzare lo sguardo, troppo impegnato a scarabocchiarci delle stelle sull'orlo dei suoi noiosi pantaloni con un pennarello indelebile nero, e lasciò che chiunque fosse entrato lo raggiungesse. dopotutto, quante erano le probabilità che si trattasse di qualcuno che stesse cercando proprio lui? basse, ma mai zero.
e felix era proprio un ragazzo sfortunato.il ragazzo si fermò proprio davanti a lui, e tossicchiò per attirare la sua attenzione.
il biondo sfilò l'auricolare attivo, e risalì la figura slanciata che gli si era piantata davanti dalle caviglie fino alle scure punte dei capelli, alzando gli occhi al cielo quando lo riconobbe.
"cosa vuoi da me, nishimura?" chiese, ben poco interessato, abbassando nuovamente la testa verso i disegni improvvisati sui suoi jeans.riki nishimura sbuffò, passandosi una mano tra i capelli mentre infilava l'altra nella tasca della grossa felpa viola che indossava, e ne tirò fuori il telefono, per controllare sbrigativo l'ora. poi si guardò intorno, e sembrò pensare bene alle sue parole prima di aprire bocca.
"quello che vogliono tutti." rispose.felix alzò un sopracciglio, diffidente. era decisamente bizzarro, che l'unico fedelissimo di sunoo che non aveva mai neppure osato sfiorarlo con lo sguardo, fosse lì a chiedergli andare a letto con lui. fosse stato quel belloccio di heeseung, o l'australiano jake, forse avrebbe avuto meno sospetti, ma l'idea che riki nishimura avesse anche solo pensato di toccarlo gli pareva più surreale che se glielo avesse chiesto lo stesso kim sunoo. ed era ovvio il perché.
riki si era preso una cotta madornale per lui già dalla prima elementare, quando era ancora un piccolo moccioso privo di interessi e personalità e aveva deciso di dedicare la sua completa esistenza al rendere felice sunoo, il suo compagno di classe dalla personalità forte e fascinosa già a sei anni.
non gli importava quanto lui non lo notasse, quanto dicesse di amare sunghoon alla follia, lui avrebbe fatto di tutto per impressionarlo. faceva ciò che gli veniva detto di fare, andava dove gli veniva detto di andare, e adescava chi gli veniva detto di adescare, come gli era stato ordinato di fare con felix quella mattina."tieni." disse poi, rompendo il silenzio. passò all'altro un paio di banconote, ben più di quanto lui normalmente chiedesse, e lui le contò nella sua mano con sopracciglia aggrottate.
"perché non mi fido?" domandò, schietto.
non aveva né la voglia né il tempo per stare appresso a qualunque giochetto avessero architettato sunoo e i suoi amici per prenderlo un po' in giro quel giorno. stava andando tutto troppo bene per lui, per lasciare che quel gruppetto abbattesse il suo buon umore.il più alto sospirò infastidito, avvicinandosi di un altro po' a lui, e volse il capo verso il basso per guardarlo dritto negli occhi, serio.
"non lo so, perché non vorresti guadagnare quaranta dollari?" fece a sua volta, con l'aria più disinvolta che riuscì a fingere sul momento.a quel punto felix lo raggiunse in piedi, dovendo alzare il mento per ricambiare il contatto visivo, minuto com'era, ma non si lasciò intimidire dalla sua quindicina di centimetri in più. lo squadrò, di nuovo, sempre meno propenso a fidarsi.
"a che gioco stai giocando?"
riki ridacchiò aspro, e alzò un sopracciglio.
"ma fai così con tutti quelli che vengono da te?" gli disse, e il biondo indietreggiò.
"solo con quelli di cui non mi fido."era un osso duro, più di riki quanto avesse immaginato. ma i 'non accettare un no come risposta' di sunoo riecheggiavano nella sua testa, e continuò ad insistere, e insistere, e insistere, tutto invano. non fu solo per i suoi sospetti, c'era qualcosa, o meglio, qualcuno che (seppur non lì in quel momento) lo frenava.
e nonostante ufficialmente non fossero niente, se non solo due adolescenti che avevano passato insieme la miglior notte di sesso della loro vita, si sentì come se stesse facendo il più grande dei torti al povero hyunjin, ignaro di tutto.ma riki era più testardo di felix.
"ne ho bisogno, sul serio." mentì, tirando fuori altri venti dollari dalla tasca dei suoi pantaloni, e li sbatté con forza contro il palmo del biondo, che sollevò immediatamente lo sguardo. ora la situazione era cambiata, gli servivano quei soldi, e in fin dei conti si era fatto mezzogiorno e mezza, nel bel mezzo delle lezioni nessuno avrebbe visto niente. si ripeté mentalmente che lui e hyunjin non erano niente, che non stava facendo nulla di male, che ne aveva bisogno e che il pittore avrebbe capito la sua situazione.
e così sarebbe stato.felix allora sospirò, arresosi.
"qui?" chiese, guardandosi attorno. il volto dell'altro, che ormai stava per rassegnarsi all'idea di dover tornare da sunoo con la coda tra le gambe, si illuminò. scosse la testa.
"no, vieni con me." disse, guidandolo fuori dallo spogliatoio. controllò di sfuggita il telefono, e un ghigno soddisfatto modellò le sue labbra quando sullo schermo apparve un messaggio da parte di sunoo, che li stava aspettando.pronti a rovinare tutto.
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𝐩𝐚𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫'𝐬 𝐯𝐞𝐢𝐧 • 𝐡𝐲𝐮𝐧𝐥𝐢𝐱
Teen Fiction{✫𝐩𝐚𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫'𝐬 𝐯𝐞𝐢𝐧✫} -𝐛𝐥𝐨𝐨𝐝 𝐨𝐟 𝐚𝐧 𝐚𝐫𝐭𝐢𝐬𝐭- dove hyunjin, giovane artista trasferitosi da poco in un'insulsa cittadina priva di gusto e piacere per il bello, trova inaspettatamente la musa che ha cercato per tutta la sua vita...