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quello stesso pomeriggio avevano deciso di fare un secondo tentativo. felix era uscito di casa verso le sei e mezza, ben poco convinto di ciò che stava facendo.

hyunjin lo aspettava trepidante, immobile davanti a quella stessa tela bianca che ieri era rimasta inviolata, nell'attesa che la sua musa giungesse in suo soccorso. non avrebbe saputo spiegare cosa rendesse felix il modello perfetto, cosa lo avesse spinto a insistere tanto pur di ritrarlo. che fosse bello non c'erano dubbi, ma di persone belle hyunjin ne aveva viste di milioni, e nel suo vecchio corso d'arte in città ogni settimana posava per loro una persona diversa, ed erano tutte splendide.

eppure felix aveva qualcosa negli occhi che in loro hyunjin non era mai riuscito a captare, forse semplicemente perché non lo avevano, o magari, perché il destino aveva voluto che quello scintillio speciale finisse tra le sue abili mani.
hyunjin era sicuro che prima di aver finito almeno uno dei dipinti che progettava con felix come soggetto, non sarebbe riuscito a concentrarsi su altro.

il campanello suonò, e lo fece sobbalzare. suo padre scese dalla sua camera da letto per andare ad aprire la porta, rivelandogli quello stesso ragazzino un po' nervoso che aveva visto il giorno prima.
hyunjin si asciugò i palmi sudaticci sui larghi jeans sbiaditi che indossava, e si legò i capelli in un minuscolo codino.

"ciao." sussurrò felix nel momento in cui varcò la soglia dello studio, chiaramente a disagio, ma nel suo intimo cercava di non darlo a vedere.
hyunjin lo salutò con un cenno della mano.
"ciao, fai come ieri. spogliati e sdraiati, grazie" disse, risoluto.

il biondo annuì silenzioso e si tolse i vestiti come il giorno prima, lasciando che cadessero ai piedi della chaise-longue, poi ci si sdraiò, guardando il pittore negli occhi. felix non aveva mai avuto vergogna nel mostrarsi nudo, ci guadagnava i suoi soldi, tuttavia, odiava sentirsi osservato.
hyunjin non lo guardava con malizia o lussuria, lo stava studiando, con ammirazione. lo guidò nell'assumere una posizione più sciolta e morbida, e felix sembrava eseguire meccanico tutti i comandi dell'artista, adattandosi alla perfezione alle sue esigenze.

quando posò la matita sulla tela per buttare giù una leggera bozza, trattenne il respiro. era un momento di vitale importanza per lui, da quel tratteggio avrebbe capito se felix sarebbe riuscito a risvegliare o meno il suo lato più creativo.
il silenzio rimbombava nella stanza come la più rumorosa delle urla, ed entrambi avvertivano un'aria tesa.

hyunjin riprese fiato quando si accorse di quanto fosse stato facile per lui disegnare felix. ci aveva messo meno di un minuto a delineare i suoi morbidi tratti, e osservò fiero l'inizio del suo nuovo capolavoro.
ora per lui, la tensione si era sciolta, ma di certo non poteva dire lo stesso per felix.

"mi dispiace per quello che ha detto sunoo." disse, di punto in bianco. e il biondo alzò gli occhi al cielo, cercando di non muoversi.
"riferisci al tuo nuovo amico che un giorno di questi lo ucciderò." rispose, distogliendo lo sguardo per un istante. hyunjin inarcò le sopracciglia, concentrato sulla tavola.
"non siamo amici." sentì il bisogno di chiarire.

il biondo sbatté le ciglia un paio di volte, riacquisendo l'espressione dolce che il suo viso assumeva quando non era sulla difensiva.
"e perché avete parlato di me?"
"ha fatto tutto lui. ha sentito che cercavo un modello, e ti ha nominato. direi che sono più amico di han jisung e il suo gruppo." scrollò le spalle, afferrando uno dei suoi trentadue pennelli da un vaso in ceramica verdognolo sullo sgabello accanto a lui.

felix abbozzò un piccolo sorriso, ebbe vita breve.
"loro mi piacciono." bisbigliò. era quasi contento di sapere che sunoo non avesse aumentato le file del suo partito anti-felix, lui e tutti i suoi amici probabilmente passavano pomeriggi interi ad architettare stupidi giochetti e piani su come rendergli la vita un po' più difficile volta per volta.

"perché vi odiate tanto?" domandò hyunjin, interessato, distogliendo per un secondo gli occhi dalla tela per posarli su felix, che sospirò.
"lunga storia."

tornò ad aleggiare su di loro quello stesso silenzio di prima. felix non amava la curiosità, e hyunjin non era uno che parlava tanto.
la luce del tramonto rendeva giustizia alla pelle ambrata del biondo, che intorpidito dal tiepido calore e dalla posizione comoda in cui era stato sistemato, cominciava ad avere un po' di sonno.

"dimenticavo di chiedertelo, quanto ti fai pagare di solito?" chiese improvvisamente hyunjin, dopo aver posato il pennello, riprendendo imperterrito a tracciare linee su linee con la mina della matita.
felix prese un respiro.
"venti. mi hai promesso il doppio." replicò allora, aggrottando le sopracciglia quando vide il pittore sorridere mite alle sue parole, incrociando per un secondo le braccia al petto.
"sei economico." sentenziò, guardandolo negli occhi. nonostante felix fosse completamente svestito di fronte a lui, quello gli sembrò il loro momento più intimo. dopotutto, gli occhi sono lo specchio dell'anima, e quelli della sua musa straboccavano perennemente di emozioni, nascoste dietro una finta freddezza.

"è una città di morti di fame, non mi darebbero di più. non siamo tutti come te." brontolò con tono accusatorio, e hyunjin si morse il labbro inferiore in silenzio. non voleva di certo offendere felix, era solo piuttosto incredulo del fatto che il proprietario di un corpo così bello, potesse svenderlo a così poco.

"facciamo cinquanta."
il biondo si strozzò con la sua stessa saliva, muovendosi dalla posizione impostagli per indicare hyunjin con aria stupefatta.
"hai soldi da buttare o sei solo pessimo in matematica?" disse, e l'altro ridacchiò, scuotendo il capo. in effetti sì, di soldi ne aveva, e per le proprie passioni avrebbe speso un capitale.

per quella manciata di minuti, l'avversione che felix provava nei confronti dei ricchi e che sempre lo aveva caratterizzato si dissolse, e riprese a posare, più armonioso di prima.










𝐩𝐚𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫'𝐬 𝐯𝐞𝐢𝐧 • 𝐡𝐲𝐮𝐧𝐥𝐢𝐱Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora