Quando la sveglia suona, mi desta da un incubo e mi spaventa molto, quindi ruzzolo giù dal letto e sbatto il gomito contro il pavimento. Aspiro l'aria tra i denti per non urlare e ignoro la fitta di dolore che mi consuma il nervo del braccio. Vado a lavarmi i denti e a mettere in ordine i capelli, dopodiché infilo una t-shirt bianca con il logo dei Linkin Park e un paio di jeans. Allaccio le Converse ai piedi e scendo le scale mettendomi lo zaino quasi vuoto su una spalla e tenendo il cellulare nell'altra mano.
-Ciao- dico a Kellin che sta facendo colazione, dopodiché senza aspettare una risposta mi sbatto la porta dietro le spalle.
Non essendo una persona mattiniera, ho programmato la sveglia per mezz'ora prima delle otto, così ho un quarto d'ora per vestirmi e lavarmi, cinque minuti per camminare verso scuola e arrivo comunque in anticipo. Non riesco a fare colazione perché mi viene il vomito alla mattina presto, se mangio.
Accendo il cellulare per trovarmi dieci messaggi da Thomas.
*oddio*
*vieni qui subito*
*devi vederlo, oh mamma*
*cioè, è così sexy oggi*
*devi vedere com'è vestito*
*non è mai stato così figo*
*vieni qui o gli salto addosso*
*anche Sammie dice che è sexy oggi*
*quei pantaloni, oddio*
*vieni!*
-Dieci? Davvero?- urlo a Tom, dall'altra parte del prato. Sta confabulando con Sammie, lo sguardo puntato su Alex. Non io. L'altro.
Sì, Tom è gay. Gli piace Alex. Nessuno lo sa, oltre me e Sammie. È anche bravo a non farlo vedere. Problema? Alex è etero. E gli piace una ragazza. Ha intenzione di invitarla al ballo di fine anno, parla di lei molto spesso. Lisa, se non sbaglio.
Ignoro le occhiate dei primini e cammino verso i ragazzi.
Invece di salutarmi, Sammie mi prende per le spalle e mi fa girare in modo da essere voltata verso Alex. Sta dialogando con Jack poco distante dal cancello, e molto, molto lentamente vengono verso di noi. Cerco di mettere a fuoco l'abbigliamento di Alex... Indossa pantaloni neri e una camicia bianca abbastanza aderente. Una camicia? Davvero? Non l'ho mai visto, in cinque anni, metterne una. Neanche per uscire. Strano. Nonostante il fatto che vestito così stia molto bene, non posso fare a meno di concentrarmi di più sul suo compagno di dialogo. Non m'interessano i suoi vestiti. Lo guardo camminare e basta. È così... leggero...
-Terra chiama Alex!
-Ohi.- mormoro ridestandomi dal mio sogno ad occhi aperti. "Poco sgamabile, mi dicono." Commenta il mio subconscio.
-Sì, sta bene così.- Cerco di sembrare all'incirca interessata ad Alex come gli altri due, e credo di riuscirci, anche se in testa ho tutto tranne lui.
-Indovinate!- escalma Rian quando ci raggiunge. Sembra davvero emozionato. Ha le guance arrossate e non riesce a tenersi fermo, sta saltellando sul posto. Gli sorrido e gli faccio uno sguardo interrogativo.
-Sapete, il ballo- inizia. "Sì, purtroppo so il ballo". Annuiamo e lo lasciamo andare avanti. -HochiestoaCassehadettosì!
Lancio un gridolino e abbraccio il mio amico. Sono anni che muore (letteralmente) dietro a Cassadee, una delle ragazze più popolari della scuola, e finalmente ha trovato il coraggio di parlarle. Mi sembra incredibile che non avesse già un accompagnatore... fortunato Rian! Io, invece, al ballo credo non ci andrò. Sono maldestra, non so ballare, non so indossare i tacchi, odio le gonne e le musiche da ballo, senza contare che l'unico che vorrei come accompagnatore è già appioppato con Maria, la capo-cheerleader. Non credo che stiano insieme, ma alla fine non sono proprio affari miei. Mancano ancora due settimane al "PROM", e per ora ho intenzione di fregarmene e aspettare solo che finisca l'anno, perché voglio andarmene da questa scuola. Gli esami non saranno un problema: sono sempre andata bene nelle materie che ho intenzione di portare, ossia Calcolo, Letteratura Inglese, Storia e Biologia. Manca poco più di un mese alla fine, devo solo superare la sera del 26 maggio ed è fatta.
Forse.
La campana suona e mi affretto verso la classe di Trigonometria insieme a Thomas e mi lascio cadere su un banco a caso. È una delle mie materie preferite sia per gli argomenti, sia per il prof. È simpatico e sa rispondere con ironia. Alcune studentesse fantasticano addirittura su di lui, è abbastanza attraente, ma non è il mio caso. La sua attuale moglie, Pamela, è stata la mia babysitter quando ero piccola, abbiamo circa dieci anni di differenza, e per me è stata come una sorella maggiore. Ci sentiamo ancora, ogni tanto usciamo a fare shopping.
Il professor Carlile è già arriviato e sta stringendo la mano a un ragazzo che a mio parere è nuovo. Non l'ho mai visto, ma ha un viso abbastanza comune. Capelli castani, accenno di barbetta e occhi chiari. Sguardo simpatico.
-Salve, ragazzi. Vorrei presentarvi il nuovo arrivato.- Il prof ci sorride e il ragazzo arrossisce lievemente.
-Si chiama Josh Franceschi ed è qui da poco, vi prego di farlo sentire a proprio agio- Carlile lancia uno sguardo eloquente alla classe e ritorna con gli occhi sul presunto Josh. Quest'ultimo sembra leggermente imbarazzato.
-Chi si offre di fargli fare un giro?
Alzo la mano senza esitazioni. -Oh, io.
Ho proprio voglia di conoscere gente nuova. E poi comunque nessuno si sarebbe alzato di propria volontà, quindi va bene così.
-Perfetto, Quinn. Vai pure.
Mi sollevo soddisfatta ed esco dalla classe aspettandomi che il tipo nuovo mi segua. Lo fa. Richiudo la porta e gli porgo la mano, cercando di mostrarmi il più cordiale possibile. -Alexandra Quinn, ma chiamami Alex perché... Perché sì. Benvenuto!
Le guance di Josh si tingono leggermente di rosso e mentre mi stringe la mano, si gratta la nuca. Capisco all'istante che è molto timido.
-Io... Sono Josh, e... I miei genitori hanno trovato lavoro qui e ci siamo dovuti trasferire subito, quindi... sì, beh, sono Josh.
Trattengo una risata e lui diventa ancora più rosso. A quel punto scoppio a ridere e cammino lungo il corridoio, seguita da lui. Spiego qualcosa. -Le porte verdi sono i laboratori, piano terra lingue, primo piano tecnologia, secondo chimica, terzo informatica. I numeri delle classi sono scritti sopra. Quelle blu, invece sono le aule. L'insegnante e la materia stanno scritti sempre sopra. I bagni sono in fondo ai corridoi di ogni piano, a sinistra femmine, a destra maschi.
Camminiamo per i corridoi di tutta la scuola, mentre gli mostro la palestra, il bar, il teatro, gli spogliatoi, e le aule di musica, fotografia e lettura. Dopodiché usciamo e gli faccio fare un giro del giardino, lungo la pista di atletica, i campi da gioco e gli spalti. Josh tace tutto il tempo.
-Cos'è questo?- chiede alla fine, interessato a un manifesto appeso alla porta della scuola. Parla del PROM. Alzo gli occhi al cielo e rispondo, sarcastica: -Pensa, siamo così avanti qui che facciamo anche i balli di fine anno.
-Ci andrai?
-Non credo. Non sono esattamente la tipa da... questa roba.- Storco la bocca e spero che Josh perda interesse per il ballo, perché non mi va di parlarne. La sola menzione mi ricorda Jack e Maria e mi fa venire l'acidità di stomaco. Controllo l'orario e noto che fra dodici minuti sono le dieci. Meglio affrettarsi a rientrare.
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A Love Like War || Jack Barakat/Josh Franceschi
RandomRiesco a concentrarmi sui testi delle canzoni senza divagare su altro finché Boulevard Of Broken Dreams non mi catapulta nella malinconia che cerco di reprimere dentro il mio stomaco. Storco la bocca quando la mia mente corre all'"abbraccio" di oggi...