*Alexandra's pov, una settimana dopo*
-Perché non succede mai niente di nuovo?- mi lamento, spostando una lampada sul mobile accanto alla finestra.
-Viviamo qui da vent'anni ed è sempre la stessa storia... Cosa vuoi che succeda?- Kellin mi raggiunge con la scatola dei libri e la appoggia sul letto.
-Non so, tipo un concerto dei Muse.- Mi interrompo e ammiro soddisfatta il mio lavoro.
Ho passato la giornata a sistemare la futura stanza da letto di mio fratello e Kate, e devo dire che l'idea di mettere quelle tende color crema è stata davvero buona.
-Certo... comunque, bel lavoro, sorellina- si complimenta Kells, guardandosi intorno.
-Grazie.- Sorrido. -Beh, è ora che vada. Ci vediamo dopo, Kells.
-Dì a papà che gli ho rimesso in libreria 'E Johnny Prese Il Fucile'- mi grida dietro, mentre esco dalla porta.
Rabbrividisco sentendo il titolo del libro e urlo: -Okay!
Detesto quel racconto. Potrà essere commovente, realistico e tutto il resto, ma... dopo aver passato tre mesi della mia vita, in terza superiore, ad analizzare film e libro nei minimi particolari, non voglio più averci nulla a che fare.
-Lexie!- Una voce mi distrae dai miei pensieri. Mi giro. È Alex, e mi sta correndo dietro.
-Ehi. Come va?- domando, fermandomi.
-A te, piuttosto?- chiede mettendomi il braccio sulle spalle.
-Bene.
-Non dire cazzate, non stai mai bene quando litighi con Jack. E neanche lui. Vi conosco entrambi da troppo tempo per non saperlo.
Faccio una smorfia per nascondere il disagio. Ha perfettamente ragione, e ne sono consapevole, ma sono una persona orgogliosa e non voglio fargli vedere che sono d'accordo con lui. Quindi non gli rispondo.
-Lex, vuole parlarti.
-È sempre così. Quando siamo soli si comporta da amicone, e quando c'è Josh intorno inizia a fare lo stronzo sia con lui che con me.- Sospiro. -Non so se riesco a sentirlo parlare senza tirargli una scarpa addosso. Mi ha davvero stancata.
-Si comporta così solo perché gli piaci, Alex. So che puoi capirlo, dato che anche lui ti piaceva.
Quelle parole mi provocano una smorfia di disappunto.
-Almeno io ho avuto la decenza di non farlo vedere troppo.
-No, infatti nessuno ha sospettato niente... in cinque anni. Wow. Come accidenti hai fatto?- chiede stupito.
-È proprio questo il punto... Sono riuscita a ignorare la gelosia solo perché volevo vederlo felice... non m'importava con chi, volevo solo vederlo sorridere. Vorrei che Jack ricambiasse il favore. Ma non lo fa. È già la seconda volta che discutiamo su quest'argomento.
-Ma Lex... non puoi pretendere nulla da Jack... sai com'è lui. Agisce senza pensare a cause e conseguenze. Non dare troppo peso al suo comportamento, sono sicuro che presto si abituerá alla situazione e capirà. Per ora... chiedi a Josh di compatirlo.
"Ma il problema non è Josh... Sono io." È a me che dà fastidio l'infantilitá di Jack.
Josh ha più calma che sangue, nel corpo. Sono io quella ansiosa e polemica. Forse... dovrei solo darmi una calmata, respirare e lasciar correre. Per il bene di tutti.
-Forse hai ragione, dovrei provare a parlare con Jack- dico, sospirando.
Il volto di Alex si illumina. -Bene. Glielo dirò.
Annuisco e abbraccio Alex prima di tirare fuori le chiavi di casa.
-Quindi, ci vediamo domani?- chiede.
-Certo. Sarò da voi alle cinque.- Entro in casa.
-Arrivederci!- grida quando mi richiudo dietro la porta.
Sospiro e vado di sopra in camera mia, con una barretta di cioccolato afferrata dal bancone della cucina.
La mia stanza è sempre un casino indecente. Il letto sfatto, vestiti spiegazzati sulle sedie, fogli e matite sparsi sulla scrivania. Le uniche cose che tengo perfettamente in ordine sono i cd sugli scaffali.
Mentre sgranocchio la merendina, mi siedo sul letto a scasinare con il telefono. Proprio quando decido di mandare un messaggio a Jack per chiedergli di incontrarci e risolvere tutto, me ne arriva uno da parte sua.
*Io, tu e una pizza. Alle sette da Rob. Non accetto un no come risposta.*
Nonostante il rancore che provo ancora nei suoi confronti, mi trovo a sorridere.
È sempre il solito Jack.
Rob è il gestore di un ristorante abbastanza carino qui in città. Ma dato che nessuno del nostro gruppo tranne forse Karen è abbastanza raffinato da ordinare qualcosa che non sia pizza, per noi quella è diventata solo una pizzeria.
Sono le sei, quindi ho giusto il tempo per una doccia. Quando finisco, indosso un paio di jeans e una canottiera bianca. Non c'è certo bisogno di mettersi in chissà quanto tiro per andare a mangiare una pizza.
Prendo anche una camicia per quando tornerò a casa, per riuscire a nascondere il tatuaggio a mio padre. Può sembrare disonesto... ma ormai vado avanti così da mesi e mesi e non è successo ancora nulla.
Alle sette meno dieci esco di casa e mi dirigo da Rob. Devo ammettere di essere leggermente tesa: Jack non mi ha mai chiesto scusa dopo un litigio... almeno non così presto. La scorsa volta ci sono volute due settimane e passa... oggi invece è il sesto giorno dopo l'ultimo dibattito che abbiamo avuto. Sono proprio curiosa di sentire come ha intenzione di farsi perdonare stavolta.__
MA QUANT'È FIGO L'AGGIORNAMENTO DI WATTPAD AW MAE GOSH POSSO ANCHE AGGIUNGERE DELLE CANZONI AI CAPITOLI.
Comunque
Fatemi felice e arriviamo a 1k dopo questo capitolo!
Grazie dei voti e dei commenti, siete fantastiche ❤#Veri
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A Love Like War || Jack Barakat/Josh Franceschi
RandomRiesco a concentrarmi sui testi delle canzoni senza divagare su altro finché Boulevard Of Broken Dreams non mi catapulta nella malinconia che cerco di reprimere dentro il mio stomaco. Storco la bocca quando la mia mente corre all'"abbraccio" di oggi...