Capitolo 28

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*Alexandra's pov, una settimana dopo*
-Perché non succede mai niente di nuovo?- mi lamento, spostando una lampada sul mobile accanto alla finestra.
-Viviamo qui da vent'anni ed è sempre la stessa storia... Cosa vuoi che succeda?- Kellin mi raggiunge con la scatola dei libri e la appoggia sul letto.
-Non so, tipo un concerto dei Muse.- Mi interrompo e ammiro soddisfatta il mio lavoro.
Ho passato la giornata a sistemare la futura stanza da letto di mio fratello e Kate, e devo dire che l'idea di mettere quelle tende color crema è stata davvero buona.
-Certo... comunque, bel lavoro, sorellina- si complimenta Kells, guardandosi intorno.
-Grazie.- Sorrido. -Beh, è ora che vada. Ci vediamo dopo, Kells.
-Dì a papà che gli ho rimesso in libreria 'E Johnny Prese Il Fucile'- mi grida dietro, mentre esco dalla porta.
Rabbrividisco sentendo il titolo del libro e urlo: -Okay!
Detesto quel racconto. Potrà essere commovente, realistico e tutto il resto, ma... dopo aver passato tre mesi della mia vita, in terza superiore, ad analizzare film e libro nei minimi particolari, non voglio più averci nulla a che fare.
-Lexie!- Una voce mi distrae dai miei pensieri. Mi giro. È Alex, e mi sta correndo dietro.
-Ehi. Come va?- domando, fermandomi.
-A te, piuttosto?- chiede mettendomi il braccio sulle spalle.
-Bene.
-Non dire cazzate, non stai mai bene quando litighi con Jack. E neanche lui. Vi conosco entrambi da troppo tempo per non saperlo.
Faccio una smorfia per nascondere il disagio. Ha perfettamente ragione, e ne sono consapevole, ma sono una persona orgogliosa e non voglio fargli vedere che sono d'accordo con lui. Quindi non gli rispondo.
-Lex, vuole parlarti.
-È sempre così. Quando siamo soli si comporta da amicone, e quando c'è Josh intorno inizia a fare lo stronzo sia con lui che con me.- Sospiro. -Non so se riesco a sentirlo parlare senza tirargli una scarpa addosso. Mi ha davvero stancata.
-Si comporta così solo perché gli piaci, Alex. So che puoi capirlo, dato che anche lui ti piaceva.
Quelle parole mi provocano una smorfia di disappunto.
-Almeno io ho avuto la decenza di non farlo vedere troppo.
-No, infatti nessuno ha sospettato niente... in cinque anni. Wow. Come accidenti hai fatto?- chiede stupito.
-È proprio questo il punto... Sono riuscita a ignorare la gelosia solo perché volevo vederlo felice... non m'importava con chi, volevo solo vederlo sorridere. Vorrei che Jack ricambiasse il favore. Ma non lo fa. È già la seconda volta che discutiamo su quest'argomento.
-Ma Lex... non puoi pretendere nulla da Jack... sai com'è lui. Agisce senza pensare a cause e conseguenze. Non dare troppo peso al suo comportamento, sono sicuro che presto si abituerá alla situazione e capirà. Per ora... chiedi a Josh di compatirlo.
"Ma il problema non è Josh... Sono io." È a me che dà fastidio l'infantilitá di Jack.
Josh ha più calma che sangue, nel corpo. Sono io quella ansiosa e polemica. Forse... dovrei solo darmi una calmata, respirare e lasciar correre. Per il bene di tutti.
-Forse hai ragione, dovrei provare a parlare con Jack- dico, sospirando.
Il volto di Alex si illumina. -Bene. Glielo dirò.
Annuisco e abbraccio Alex prima di tirare fuori le chiavi di casa.
-Quindi, ci vediamo domani?- chiede.
-Certo. Sarò da voi alle cinque.- Entro in casa.
-Arrivederci!- grida quando mi richiudo dietro la porta.
Sospiro e vado di sopra in camera mia, con una barretta di cioccolato afferrata dal bancone della cucina.
La mia stanza è sempre un casino indecente. Il letto sfatto, vestiti spiegazzati sulle sedie, fogli e matite sparsi sulla scrivania. Le uniche cose che tengo perfettamente in ordine sono i cd sugli scaffali.
Mentre sgranocchio la merendina, mi siedo sul letto a scasinare con il telefono. Proprio quando decido di mandare un messaggio a Jack per chiedergli di incontrarci e risolvere tutto, me ne arriva uno da parte sua.
*Io, tu e una pizza. Alle sette da Rob. Non accetto un no come risposta.*
Nonostante il rancore che provo ancora nei suoi confronti, mi trovo a sorridere.
È sempre il solito Jack.
Rob è il gestore di un ristorante abbastanza carino qui in città. Ma dato che nessuno del nostro gruppo tranne forse Karen è abbastanza raffinato da ordinare qualcosa che non sia pizza, per noi quella è diventata solo una pizzeria.
Sono le sei, quindi ho giusto il tempo per una doccia. Quando finisco, indosso un paio di jeans e una canottiera bianca. Non c'è certo bisogno di mettersi in chissà quanto tiro per andare a mangiare una pizza.
Prendo anche una camicia per quando tornerò a casa, per riuscire a nascondere il tatuaggio a mio padre. Può sembrare disonesto... ma ormai vado avanti così da mesi e mesi e non è successo ancora nulla.
Alle sette meno dieci esco di casa e mi dirigo da Rob. Devo ammettere di essere leggermente tesa: Jack non mi ha mai chiesto scusa dopo un litigio... almeno non così presto. La scorsa volta ci sono volute due settimane e passa... oggi invece è il sesto giorno dopo l'ultimo dibattito che abbiamo avuto. Sono proprio curiosa di sentire come ha intenzione di farsi perdonare stavolta.

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MA QUANT'È FIGO L'AGGIORNAMENTO DI WATTPAD AW MAE GOSH POSSO ANCHE AGGIUNGERE DELLE CANZONI AI CAPITOLI.
Comunque
Fatemi felice e arriviamo a 1k dopo questo capitolo!
Grazie dei voti e dei commenti, siete fantastiche ❤

#Veri

A Love Like War || Jack Barakat/Josh FranceschiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora