Capitolo 39

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*Jack's pov*

Cammino avanti e indietro per la stanza, nervoso. Alex continua a battere furiosamente il piede per terra, rendendomi ancora più ansioso.
-Perché non chiamiamo anche gli al...- inizio, ma vengo interrotto da Alexandra che si precipita in casa. È più calma di quanto mi aspettassi. Sembra solo un po' scossa. Il sollievo mi travolge e, prima di accorgermene, la sto abbracciando.
-Ehi, Jack- dice, appoggiando la testa sul mio petto.
-Non scappare più così, okay? Ci hai fatti preoccupare- aggiunge Alex, ancora seduto sul divano.
-Non sono scappata.- Alexandra si mette istantaneamente sulla difensiva.
-Ssh. Ormai sei qui- mormoro, sentendomi infinitamente tranquillo. -Non importa.
-Ma...
-Rilassati.- La stringo più forte. -È finita, ora.
-Quindi... Abbraccio di gruppo!- Alex sembra essersi ripreso e ora ci sta stritolando, incombendo su di noi. Almeno ha fatto ridere Lexie.
-Non respiro!- grida lei mentre cerca di allontanarci. -Ho bisogno di aria!
Io e Alex la lasciamo andare e lei ci lancia un paio di occhiate assassine, che ci fanno ridere.
-Vi odio- mormora stiracchiandosi.
-Anche noi, tesoro.- Alex sorride amabilmente, rincuorato dall'umore per niente nero come si aspettava di Alexandra. -Ah.- Sospira, contento. -Ora vado in cucina. Voi due andate a combinare qualcosa di produttivo mentre mammina vi prepara la cena.- Con una camminata fiera, si dirige verso la sua stanza preferita. Rimaniamo a guardarlo rapiti e confusi finché non sparisce in cucina.
-A volte mi chiedo perché- mormora Alexandra, rispecchiando i miei pensieri. Non c'è bisogno di continuare la frase... ci capiamo.
-Già, anche io.- Mi metto le mani in tasca e guardo verso di lei, sorridendo. -Andiamo a fare un giro?
Annuisce e incrocia le braccia sul petto, prima di uscire dalla porta con me al seguito.

*Alexandra's pov*

La luce del sole ha l'inclinazione tipica delle cinque/sei del pomeriggio, e il vento soffia dolcemente, creando un'atmosfera suggestiva ed idilliaca. È emotivamente forte, per me. Sono sempre stata una persona difficilmente impressionabile, ma i paesaggi... I paesaggi sono il mio punto debole. E la collina che si affaccia sul paese, in questo momento, è qualcosa di più che spettacolare.
Mi siedo a terra, osservando con meraviglia gli alberi che ondeggiano sinuosi, alla luce del sole del tardo pomeriggio. Stupendo.
-Guarda- sussurro, sperando di non spezzare l'atmosfera. Indico lontano, verso l'orizzonte, cercando di trasmettere un po' della magia di quel momento anche a Jack. -Non è bellissimo?
Sembra pensarci seriamente prima di rispondere. -Senza il vento non sarebbe la stessa cosa.
-Esatto.- Rimaniamo in un silenzio religioso ad ammirare il paesaggio.
-Alexandra- mi chiama dopo un po'. -Ti prego, sto per esplodere. Dimmi cos'è successo.
-Non mi hai mai chiamata Alexandra- mormoro, strappando alcuni fili d'erba. Faccio sempre così quando inizio a sentirmi nervosa.
-Oh...- Anche Jack sembra averlo notato. -Io...
-È solo finita.- Mi stringo nelle spalle, cercando di dissimulare. Veramente... dirlo lo fa sembrare ancora più doloroso. Mi sento peggio di prima. -Doveva andare così, no?
-Non lo so, Lexie.- Mi passa un braccio intorno alle spalle. -Non lo so.
-Ha fatto tutto questo più per te che per me, Jack. Non vedo come sarebbe potuta durare.- La dura realtà mi colpisce dritta sullo stomaco. -Mi viene solo... da vomitare.
-Mi ha detto di amarti, Lex...
-Ha mentito per tutto questo tempo- osservo. -Io non mi fiderei di quello che ha detto.
-Hai ragione.- La luce riflessa negli occhi di Jack lo fa sembrare pensieroso, cupo, quasi sinistro. Rimango a guardarlo per un po', studiando i suoi lineamenti in modo scientifico. Mi soffermo sulla linea del profilo: fronte, naso e labbra. "È perfetto" penso.
-Tu lo amavi?- chiede all'improvviso, distraendomi.
-Mmh...- In quei pochi istanti mi passano davanti agli occhi tanti dei momenti che ho passato con Josh... e con immensa tristezza, mi rendo conto di non saper rispondere a questa domanda.
-Potrei anche essermi innamorata di lui- tento, -ma sapevo che non era la persona giusta per me. L'ho sempre saputo...
-E allora perché ci sei stata?
-Perché no?- ribatto. In fin dei conti... è colpa solo di Jack. Che, nel frattempo, fatica a trovare una risposta.
-Non me lo dirai mai in faccia, vero?- mormora acido, ma leggermente triste.
-Cosa?
Sorride e si volta verso di me. -Tu mi ami.
Rivolgo lo sguardo altrove e mi nascondo dietro i capelli per mascherare parte del rossore che mi colora le guance. Certo che sì, cazzo. Da cinque fottuti anni.
-Mi pare di avertelo già detto- mormoro.
-Non esattamente...- Con un movimento abile si alza e si risiede di fronte a me, coprendomi il paesaggio. -Vedi, esattamente su quelle altalene laggiù, qualche mese fa mi hai detto che avevi smesso di amarmi.
Sì, me lo ricordo. Quel giorno, al parco. Quando mi aveva detto che gli piacevo. Fisso le altalene che, tristi, oscillano al vento.
-Un'altra volta mi hai detto che eri ancora innamorata di me.- Ricordo anche quello. Il giorno in cui Alex si era rifugiato a casa mia dopo la menzogna di Maria.
-Il che non vuole precisamente dire che mi ami.- Jack conclude il tutto con un sorriso stampato in viso, come se si divertisse a sbattermi in faccia tutte quelle affermazioni che mi provocano un certo imbarazzo.
-E tu?- rigiro la domanda. -Tu mi ami?
Crea qualche secondo di suspense prima di continuare. -Lexie, ragiona.- Mi posa una mano sulla guancia. -Se non ti amassi, io e te non saremmo qui a parlarne adesso.
"Adesso svengo."
-Davvero?- chiedo con voce debole, sentendomi... indifesa. E stupita. Totalmente scioccata.
-Pensaci. Perché credi che Josh abbia puntato a te e non a... che ne so, Maria? Lui, in quei pochi giorni che ha usato per osservare in silenzio, l'aveva visto. L'aveva capito. Sapeva che per ferirmi doveva usare te.
-E ti ha ferito?- domando, nello stesso tono di voce fragile.
-Di più.- Mi leva la mano dal volto e, con amarezza, guarda a terra. -Mi ha fatto sentire un coglione inutile, indesiderato, un pessimo amico e mi ha pure fatto venire voglia di prenderlo a pugni più di una volta.
Mi sforzo di inspirare ed espirare, perché i polmoni sembrano essersi bloccati. Non riesco a credere che... dopo tutto questo tempo, io abbia scoperto di avere una chance, anzi, più di una. Mi ha detto che mi ama. Jack mi ama.
-Dai, però. Ti ho fatto la mega dichiarazione, ora sta a te dirmi qualcosa- dice, nel suo solito tono sardonico.
Sorrido, sentendomi rassicurata, e finalmente, senza restrizioni, senza nessuno che mi fermi e niente che mi impedisca di farlo, senza più Josh, e Maria, e nessun'altro, mormoro: -Sì. Ti amo.

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Ragazze... notizia triste... il prossimo capitolo che pubblicherò sarà l'epilogo.
Vi sentite ottimiste o pessimiste? Tristi o felici? Io sono distrutta all'idea di dover dire addio ad Alexandra e compagnia bella. E poi questa ff mi piace, non voglio già abbandonarla.
Buona notizia? Probabilmente scriverò un sequel. Non so quando, ma so che lo farò.
Beh... del resto, grazie di voti e commenti. Vi si ama.
#veri

A Love Like War || Jack Barakat/Josh FranceschiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora