Capitolo 37

95 15 36
                                    

*Alexandra's pov*
Certo.
"Josh. Devo andargli a parlare."
Di nuovo, certo.
Una settimana. È passata una settimana da quando l'ho detto. Una settimana che ho passato ad ascoltare sempre la stessa canzone 27 ore al giorno, I Don't Love You dei My Chemical Romance. La ascolto per trovare un briciolo di coraggio nascosto nel profondo del mio spirito. Ma non c'è.
Ah, se potessi guardare in faccia Josh e dirgli esattamente quello che penso sarebbe molto facile. Ogni giorno mi convinco di potercela fare. Ma la realtà è che quando sto per tirare fuori l'argomento mi fermo a guardare il ragazzo negli occhi, e quegli occhi sembrano così sinceri e limpidi, che non ci riesco. Neanche un po'. Ho rinunciato a parlare con qualcuno.
Questi giorni sono stati molto confusi. È come se senza Kellin in casa non ci fosse più equilibrio. C'è qualcosa che manca. Ed è mio fratello. Lui almeno è felice con Kate. E la cosa rende contenta anche me, sebbene sia ancora un po' sottosopra per la dipartita di Kells.
Sto camminando con le mie cuffie nelle orecchie per le strade del paese quando mi spunta davanti Jack. È l'ultima persona che ho voglia di vedere, adesso. Ma faccio buon viso a cattivo gioco.
-Ehi, Jacko.
Mi sorride. -Lexie. Che ci fai in giro?
-Mi schiarisco le idee- rispondo, togliendomi le cuffiette. -E tu?
-Io venivo da te- dice sospirando. -Volevo parlarti. C'è una cosa che ti dovrei dire.
Uh. Che curiosità! -Avanti, spara.
Scuote la testa nervosamente. -Non qui.- Allevia il colpo sorridendo. -Il parco ti va?
-No!- esclamo. Ho passato tutti gli ultimi giorni al parco con Josh. E andare lá con Jack mi sembrerebbe... strano. Quindi mi invento una scusa scrausa. -Non ne posso più di quel parco. Restiamo qui in giro, facciamo una passeggiata.
-Okay... ma ti avverto, non ti piacerà neanche un po'- mormora, per poi mettersi accanto a me e iniziare a camminare lentamente. "Cosa sta per dirmi?"

*Jack's pov*

So che questo è il momento adatto. Io devo dirle quello che so di Josh. Non posso vivere con qualcosa di così grosso, nascosto. Non sono portato a tenere i segreti, soprattutto quelli brutti che riguardano le persone che amo. Non lo faccio per accaparrarmi il posto di Franceschi, anche se potrebbe sembrare. Lo faccio per liberarmi di questo enorme peso. Ne ho bisogno. E voglio che Alex sappia la verità. Il moretto non può continuare a mentirle, e so che lui non le direbbe mai quello che ha fatto solo per ripicca nei miei confronti. "Bastardo."
Neanche io avrei mai fatto una cosa del genere. Non ci avrei neanche pensato. E poi Alexandra è così fragile, anche se non lo vuole far sapere in giro. Mi basta pensare a quante volte è crollata solo parlando con me.
-Quindi, sentiamo- dice Alex, ostendando un sorriso.
Prendo un respiro profondo. -Ti avverto, non sarà di tuo gradimento. Ma devo farlo per correttezza.
-Sì, sì. Me l'hai già detto.- Ora mi sta sorridendo in modo rassicurante. So che quello che le dirò la farà stare male, ma ce n'è bisogno. Se Alexander, ad esempio, fosse stato nella mia situazione, sarebbe corso subito a dirglielo. Senza esitare. -L'altro giorno, mentre passavo per il parco, ho visto Josh- inizio. Alex annuisce. -Stava parlando a telefono, e ha detto che... come dire, il "piano" gli stava riuscendo.
-Che piano?
-In pratica... ha detto che...- inizio ad inciampare sulle parole. Sto cercando di girarci intorno. Quindi la metto giù nel modo più semplice ma brusco possibile. -Ha detto che stava con te solo per una divergenza passata con me. Voleva ferirmi, e ce l'ha fatta alla grande.
-E quindi ha usato me- conclude Alexandra, tranquillamente. Troppo tranquillamente, per i miei gusti.
-Da quando è arrivato a scuola, e ha fatto il ragazzino timido, al ballo, a tutto il resto...
-...era tutta una messinscena.- Alex si passa una mano tra i capelli e sembra pensare a qualcosa di lontano, di molto lontano. -Io...
-Taci- dice, con calma. Poi inizia a correre. Senza dirmi nient'altro. Ho fatto la cosa giusta? Nella mia testa, adesso suona come 'la cosa sbagliata'.

*Josh's pov*

Sento una presenza nella mia stanza ancor prima di staccare gli occhi dal foglio dove scribacchiavo una canzone. Orrenda, ma comunque una canzone.
Alex. Sull'orlo delle lacrime. Il cuore mi balza in gola e mi sento soffocare. L'ha capito?
-Sì, me l'hanno detto, Josh.- Sbatte la porta chiudendoci dentro la camera. Non mi dá il tempo di reagire che mi molla uno schiaffo. La cosa, ovviamente, mi manda in bestia, ma me lo sono meritato. Io mi sarei riempito di schiaffi se fossi stato al posto suo.
-Non voglio sapere niente- dice, mentre si passa una mano sugli occhi. -Solo... come hai fatto a fingere per tutto questo tempo?
Rimango in silenzio. A lungo.
-Che cazzo, Joshua!- urla, la voce rotta dalle lacrime. -Tu... io ti... pensavo che... ah, no, parla tu! Io ti ascolto!
Mi prendo un attimo per pensare a tutto quello che vorrei spiegare... ma non c'è niente.
-Sono certo che Jack ti abbia detto tutto tranne una cosa- dico.
-Ah, sent...
-Mi sono innamorato di te!- grido, interrompendola. -Non era previsto, okay? Io non dovevo...
-Neanche io dovevo!- Alexandra si pulisce di nuovo gli occhi. -Tu non avevi il diritto di piombare così nella mia vita e metterla sottosopra solo per far sentire a posto il tuo stupido ego!
-Lo so, e mi dispiace per questo!
-Davvero? È tutto quello che hai da dire? Che ti dispiace?
Cos'altro ho da dire? Solo 'mi dispiace'. Stringo le labbra. -Sì.
Alexandra sbarra gli occhi. -Dopo che... no, va bene. Non ho parole. Me ne vado. Forse è meglio se non ci parliamo mai più, eh?
-Alex...- mormoro, sentendomi stranamente devastato.
-Non voglio più avere niente a che fare con te.
La rabbia mi acceca e le parole mi escono prima che riesca a fermarle. -Bene. Corri da Jack, adesso, dai.
-Curioso- mormora Alexandra, sorridendo amaramente. -Era proprio quello che stavo per non fare.
Esce e sbatte la porta.

____
Il capitolo più merdoso della storia. Scusatemelo tanto :(
Ma dovevo metterlo per far passare la situazione
Grazie delle letture, vi voglio bene!
*veri*

A Love Like War || Jack Barakat/Josh FranceschiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora