Capitolo 21

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*8 luglio, Alexandra's pov*

La testa mi fa talmente male che da un momento all'altro potrebbe anche esplodermi. Mi giro nel letto con la consapevolezza di aver preso una sbronza ieri sera... non ricordo nulla, se non alcuni flash.

Ieri sera Ashton ha dato la festa per il suo ventesimo compleanno... c'è da dire che è stata una festa epica. Non ricordo il perché, so solo che ci siamo tutti divertiti un sacco.

Sto per riaddormentarmi quando colgo il rumore di qualcuno che respira accanto a me. Apro lentamente gli occhi, li sfrego un po' e...

-Che cazzo ci fai nel letto con me?- chiedo improvvisamente sveglia. Mi tiro subito a sedere. Cielo, non indosso i miei vestiti. "Perché?"

Jack emette un verso scocciato e si stropiccia gli occhi alcune volte prima di aprirli e guardarmi.

-Ti costa tanto tornare a dormire?- domanda estremamente scocciato. "Perché non ha la maglietta?" Ora la testa inizia a girarmi sul serio. Invece di rispondergli, lo fisso con un'espressione di puro orrore.

-Cosa... ah.- Ride e si gira dall'altra parte, dandomi la schiena. -Ti hanno rovesciato qualcosa addosso e ti ho dato la mia maglietta per dormire- spiega. Mi sento dieci volte più rilassata, adesso.

-Ciò non spiega il fatto della tua presenza qui.

-Che c'è? Non ti lascio tutto lo spazio se c'è posto per entrambi. E poi questo è il mio letto.

Mi guardo intorno. In effetti, questa non è la mia stanza.

-Non hai bevuto ieri?- Mi torno a sdraiare, dandogli la schiena a mia volta.

-No, ho perso una scommessa con Rian e ho dovuto fare l'autista sobrio per tutti quelli messi troppo male per chiamare un taxi. Come te.- Ridacchia.

-Quante cazzate ho fatto?- Solitamente non bevo molto, ma quando lo faccio tendo ad andarci giù pesante. E a fare parecchie cose di cui, la mattina dopo, potrei pentirmi.

-Hai fumato quattro canne, ti sei fatta Alex e Zack insieme... ah, hai ucciso il cane di Ashton... e se ricordo bene, hai vandalizzato un'auto.- Jack si interrompe un attimo e poi continua: -Non hai fatto un cazzo, c'ero io a vegliare su tutti voi coglioni ubriachi. Mi sono divertito di più a guardarvi nel vostro disagio piuttosto che a bere.- Sembra scortese, ma so che lo dice con simpatia... Lui è sempre stato così sarcastico e saccente.

-Grazie davvero, Jack. Ti ho disturbato? Stanotte, intendo.

-Nah. Sei una persona tranquilla, nel sonno.

-Uh, okay.- Sbadiglio.

-Dormiamo?- chiede stanco Jack dall'altra parte del letto.

-Okay- ripeto, e chiudo gli occhi.

Dopo venti minuti, sono ancora sveglia. Rinuncio e mi alzo. Giro un po' per la stanza, cercando il mio cellulare... o almeno i miei vestiti. Non trovo nessuno dei due, quindi esco dalla stanza e mi avvio giù per le scale nella speranza di trovare Alex da qualche parte e che mi sappia dire qualcosa. Tipo che ora è.

Per fortuna, è sul divano davanti alla TV a guardare un episodio dei Looney Tunes.

-Non sei un po' troppo cresciuto per Bugs Bunny?- domando sedendomi al suo fianco.

-Mi sta esplodendo la testa- mormora debolmente senza staccare gli occhi dalla tv, -non sono consapevole di cosa sto guardando. Ehi, ma- a quel punto gira la testa per guardarmi. -Perché sei qui?

-Jack ci ha fatto da autista dopo la festa... e mi sono svegliata qui.

Alex mi squadra dalla testa ai piedi con sospetto. Inarca un sopracciglio.

Sospiro. -Avete tutti quanti così poca fiducia in me...

-Okay, scusa.- Alza le mani in aria. -Ma viste le circostanze...

Mi porto le ginocchia al petto e faccio scivolare la maglietta sulle gambe, in modo da coprirmi completamente. -Che ore sono?

-Tre.

-Mmh. Dovrei tornare a casa- mormoro. Oggi è domenica, ciò significa che tra poco mi arriverà la solita chiamata di Josh dall'Inghilterra. Preferisco essere sola quando succede, un piccolo momento di privacy che mi viene concesso.

-I tuoi vestiti possono stare qui, te li riporto lavati. Vieni, ho un paio di cose che potrebbero andarti bene.- Alex mi prende il polso e mi trascina di sopra in camera sua.

-Dov'è il mio cellulare?- domando.

-Non so. Dovresti chiedere a Jack. Vai, mentre io cerco qualcosa- risponde mentre con pazienza rovista nel suo armadio.

Sospiro e torno a entrare in camera di Jack, dove sta ancora dormendo a mo' di stella marina a pancia in giù. Gli metto le mani sulle spalle e mi avvicino al suo orecchio destro. Lo scuoto con delicatezza, finché non sento un debole: -Cosa vuoi?

-Dov'è il mio cellulare, Jack?

-Sotto il letto- mormora girando la faccia dall'altra parte. "Sotto il letto?" Meglio non fare domande. Lo afferro e torno fuori, dove Alex mi sta aspettando con un paio di pantaloncini e una maglietta.

-A me stanno stretti, li ho trovati in fondo all'armadio.- Si stringe nelle spalle e torna di sotto, mentre entro in bagno per cambiarmi. Prima di togliermi la maglietta mi sciolgo i capelli e mi sciacquo la faccia un paio di volte, levandomi gran parte della stanchezza e del mal di testa. Mi lego i capelli in una crocchia disordinata e cerco un'asciugamano per tamponarmi il viso. Proprio mentre mi sto infilando la maglietta sulla testa, la porta si apre. Caccio un: -Occupato!-, ma ormai è tardi, Jack è entrato e io sono in mutande. Gli lancio in testa la maglietta che ho usato per dormire e guadagno il tempo esatto per riuscire a tirarmi su i pantaloncini. Tiro un sospiro di sollievo quando realizzo di avercela fatta.

-Tanto ti ho comunque vista... Mi lasci pisciare adesso?- chiede stanco mentre appallottola la maglietta e la scaglia nel cesto dei panni sporchi con poca grazia.

-Con piacere.- Mi chiudo la porta del bagno alle spalle.

-Lex, io vado!- grido scendendo le scale.

-A domani!- mi urla di rimando da camera sua. Cerco le scarpe e me le infilo. Mi aspettavo un saluto anche da Jack, ma... non lo so. Forse è meglio così. Mi stringo nelle spalle ed esco di casa.

Lungo la via, decido di fermarmi al parco, e sedermi su quella collinetta sulla quale esattamente due settimane fa stavo con Josh. Meno di due settimane fa... cielo, è partito solo martedì della settimana scorsa... il tempo è passato lentamente.

Il silenzio attorno a me mi concede di pensare ai miei sentimenti al momento. La cosa che mi salta subito in mente è che mi manca Josh. Tanto. Mi ero abituata alla sua presenza. Mi dava sicurezza e felicità. E ora che è dall'altra parte del mondo, beh... Mi sento poco sicura e poco felice.

Mi abbraccio le ginocchia contro il petto. "E Jack?"

Jack... mistero e confusione fusi in una sola parola. Non so neanche io cosa stia provando per lui adesso. Di sicuro non è nulla di così forte come prima, e ne sono grata, davvero grata. Non vedevo l'ora di liberarmi da certi sentimenti nei suoi confronti, e forse è arrivata l'ora. Ma io... voglio davvero liberarmene? Voglio davvero dimenticare il passato? Per andare avanti è necessario lasciarselo alle spalle, quindi... sì. Dimenticherò tutto il necessario.

Io ho Josh, Jack ha Maria.
È arrivato il momento di crescere.

A Love Like War || Jack Barakat/Josh FranceschiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora