*Jack's pov*
La porte di casa si apre facendo entrare un Alexander furioso come non l'ho mai visto. È stato fuori venti minuti appena... cosa può essere successo in così poco tempo? Ah, non so. In termini di Alexander William Gaskarth, potrebbe trattarsi di tutto. La sua mente è contorta.
Mi alzo dal divano e lo raggiungo in cucina, dove sta seduto sul bancone con la testa tra le mani. Interessante. Non l'ho mai visto così arrabbiato e subito dopo così triste. Ci manca solo che tra poco si alzi e cominci a preparare dei muffin, per completare l'immagine della donna in fase premestruale. Mah.
Gli rivolgo comunque la parola: -Lex, che succede?-, ottenendo solo un profondo sospiro come risposta. Inizio a preoccuparmi seriamente, adesso.
-Alex. Alex, cos'è successo?- Mi affianco a lui, trascinando una sedia nella sua direzione e usandola per appoggiarmici in modo da essere alla sua stessa altezza.
-Dimmi che non è vero, dimmi solo che non è vero- farnetica, con lo sguardo fisso sul tavolo. Allarmante. Gli hanno fatto qualcosa? Gli esamino velocemente il corpo, i vestiti, per trovare segni di qualcosa, magari un graffio, o...nulla. Assolutamente nulla. Ha forse assistito a una qualche aggressione? Lo hanno derubato? Improbabile. Le strade di Baltimora sono sempre così tranquille che non mi aspetterei neanche macchine che passano.
-Jack- mi chiama, alzando la testa. Noto subito la delusione e la paura dipinte sul suo volto.
-Sì?- mormoro impaurito. Davvero, questa volta.
-Tu... sei il mio migliore amico, vero?
-Certo, Alex, certo...- mi affretto a dire. -Che domande sono ques...
-Tu non... non mi faresti mai una cosa brutta. Tu... tu...- farfuglia con lo sguardo confuso. Dopodichè si alza velocemente e si avvia verso la porta, lasciando chiavi, telefono e portafogli sul tavolo. -Dove stai andando?- chiedo.
-Ho bisogno... di un po' d'aria. Ci vediamo dopo- risponde seccamente, e si sbatte dietro la porta di casa.
Se dovessi descrivere la scena che ho appena vissuto, non troverei le parole adatte neanche tra un milione di anni. Che cazzo è appena successo?, mi domando, passandomi le mani tra i capelli per l'esasperazione. Non riesco a individuare una ragione che possa aver spinto Alex a comportarsi in quel modo...e soprattutto a fare quelle domande così... strane. "Tu sei il mio migliore amico, vero?" Certo, Alex. Come puoi dubitarne? Ma... se me lo ha chiesto deve esserci stato un buon motivo. "Tu non mi faresti mai una cosa brutta..." Una cosa brutta. Io a lui. Tutt'a un tratto ho la soluzione. Alex, in qualche modo pensa che io gli abbia fatto una cosa orrenda. Se solo sapessi di cosa si tratta, potrei risolvere. Ma non ho proprio il ricordo di avergli mai fatto un torto negli ultimi sei anni.
Qualunque cosa stia cercando, sono certo che la troverò sul suo cellulare. Quindi, senza esitare, lo afferro dal tavolo e controllo la conversazione più recente. Si tratta, con mio grande dispiacere e disappunto, di uno scambio di messaggi con Maria. Dovevo aspettarmelo che avrebbe tentato di mettermi nei guai, prima o poi... ma non mi aspettavo così presto. Per di più, con Alex. Cosa le ha fatto di male? Leggo la conversazione, rimanendo sempre più scioccato ad ogni messaggio che mi passa sotto gli occhi.
In neanche uno dei quasi venti brevi testi che si sono scambiati, Alex e Maria hanno fatto cenno a qualcosa. Ci sono solo cose tipo "Mi dispiace, non dovevi saperlo così", o "Hai fatto bene", o "Grazie per avermene parlato",o peggio... l'ultimo inviato da Maria è *Spero che tu non te la prenda troppo con Jack*. La risposta di Alex mi mette i brividi.
*Se quello che mi hai detto è vero,non gli rivolgerò mai più nemmeno un'occhiata.*
*Alexandra's pov*
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A Love Like War || Jack Barakat/Josh Franceschi
RandomRiesco a concentrarmi sui testi delle canzoni senza divagare su altro finché Boulevard Of Broken Dreams non mi catapulta nella malinconia che cerco di reprimere dentro il mio stomaco. Storco la bocca quando la mia mente corre all'"abbraccio" di oggi...