-Chi hai alla prossima ora?- chiedo mentre varchiamo la soglia di ingresso.
-Ehm...- Josh prende il piano degli orari e controlla la seconda ora del lunedì. -Letteratura inglese.
-Figo, beh, io Informatica. Quindi, ci si vede a...- sbircio il suo orario -Ginnastica. Grandioso.
Rabbrividisco. Detesto la Ginnastica.
-Ehm, okay.- Josh fa un gesto imbarazzato per salutarmi e si dirige verso la classe della Oak proprio quando suona la campana. Io mi affretto verso informatica. Mentre vado, incontro Alex in corridoio. -Ehi, persona con un nome fantastico- lo saluto.
-Ehi, love. Hai trovato un ragazzo?- chiede e mi porge la mia felpa. Rimango perplessa, poi scoppio a ridere e la prendo.
-Chi, Josh? È nuovo e gli ho fatto fare un giro.- Mi allaccio la felpa alla vita.
-Capisco. Sembra il tipico sfigato.
-Woah, datti una calmata, bello- non so perché, ma sento come il dovere di prendere la parte del più debole. Alex è simpatico e dolce quanto vuole, ma a volte sa essere stronzo. -Neanche lo conosci.
-Infatti ho detto sembra. Guarda chi c'è- mormora quando raggiungiamo Jack. Sospiro e mi rassegno a tenere il passo.
-Ciao, Alex. Ciao, Alex 2- Si rivolge poi a me. Odio quando mi da il numero.
-Ciao, Jackie- mormoro acida, senza guardarlo. Non so perché, all'improvviso voglio andarmene.
-Hai trovato lo smoking, allora?- domanda Alex scherzoso.
-Sì, ma Maria vuole il cravattino fucsia. Amico, non posso mettere un cravattino rosa, è così da gay.
Con la scusa dell'aver dimenticato qualcosa, vado in bagno e mi ci chiudo dentro. Mi rifiuto di piangere, primo perché mi sembra stupido, secondo perché voglio pensare ad altro, ma annego lentamente in una strana sensazione di malessere. La verità è che, cazzo, vorrei esserci io al posto di quella Maria. Vorrei farlo indossare io, a Jack, il cravattino fucsia. "Che cavolo, devi toglierti dalla testa certe idee impossibili." Non ci riesco. "E invece ci riesci. Interessati a qualcun altro, ormai sono cinque anni che perdi tempo dietro a quel ragazzo e non ti ha mai filato, fatti due domande." E con questo, il mio subconscio mi abbandona. Ha ragione, però. Non dovrei abbattermi così per una cazzata del genere. Esco dal bagno e entro in fretta in laboratorio. Mi preparo a due lunghe ore e mi siedo davanti al mio computer.
**
Stranamente, la settimana passa veloce e presto arriva il mercoledì di quella dopo. Questo sabato è "la grande serata" e non ne posso più di vedere ragazze in preda all'ansia per i loro vestiti che, oh, non si abbinano al bouquet che gli accompagnatori hanno comprato e i ragazzi che parlano e straparlano di ciò che verrà dopo, il ballo.
Io, dal canto mio, sto benone. Sto aiutando Karen e Sammie a cercare il loro vestito, anche se non potrebbe fregarmene di meno, ma essendo loro amica, va bene così. Samantha ha accettato l'invito di Zack (hah, li ho sempre visti insieme quei due), e Karen andrà con un certo Henry, che probabilmente viene nella mia classe di Chimica ma non ci ho mai fatto caso. Alex ha invitato Lisa, e lei ha detto di sì (chi mai direbbe no a uno come lui? Persino io accetterei). In pratica, tutti quelli del mio gruppo sono accoppiati, e a me non si presenta il problema finché, quel pomeriggio prima della lezione di biologia, mi fermo a parlare con Josh. Dimenticavo, in questi giorni siamo diventati buoni amici, siamo usciti qualche volta, ed è più simpatico di quello che sembra. Ha perso un po' della sua timidezza iniziale, e mi ha colpito il fatto che dove viveva prima aveva una piccola band con quattro suoi amici, e ogni tanto suonavano a un locale. You Me At Six, volevano chiamarsi. Ma il destino ha voluto che il padre di Josh ereditasse l'azienda di suo nonno, e che la sua famiglia abbandonasse tutto per venire qui a gestirla.
-Senti, mi chiedevo se...- inizia lui, ma viene interrotto da un ragazzo che lo saluta. Lo conosco, quindi lo saluto educatamente anche io.
-Dimmi- riprendo la conversazione.
-Aspetta, devo formularla bene- chiude gli occhi un secondo allungando la mano come a dire "aspetta", e mi fa ridere.
-Mi chiedevo se, tipo, ti andava di, come dire, venire sai, al ballo... con me, tipo.
Vedendo la mia espressione tipo "shock totale", si affretta ad aggiungere, nervoso: -Sì, perché non mi dispiacerebbe, ecco... andarci, e tu sei una delle poche ragazze che conosco, l'ho chiesto a te perché mi piaci, e cioè... no- si mette una mano sulla faccia, esasperato. -Non in quel senso esatto, ma tipo... Oh, insomma, hai capito.- Conclude così e mi fissa. Si gratta la nuca, ormai ho capito che lo fa per il nervosismo. Devo esaminare i pro e i contro. "Ma andiamo, che male c'è? Vacci e basta." Mi dice il subconscio.
-Mi piacerebbe andare al ballo con te.- rispondo. Detto da me suona così strano. Dall'espressione di Josh noto che non si aspettava accettassi. Ha gli occhi leggermente spalancati. Si apre in un sorriso nervoso. -Wow, fantastico.- Si schiarisce la voce.
Suona la campanella, devo muovermi a entrare in classe.
Mi allungo per dargli un bacio sulla guancia e noto che arrossisce leggermente. Dopodiché, mi affretto verso Biologia, prendendo a calci il mio io interiore perché, cavolo, adesso mi toccherà abbinare le scarpe al trucco e al vestito.
STAI LEGGENDO
A Love Like War || Jack Barakat/Josh Franceschi
RandomRiesco a concentrarmi sui testi delle canzoni senza divagare su altro finché Boulevard Of Broken Dreams non mi catapulta nella malinconia che cerco di reprimere dentro il mio stomaco. Storco la bocca quando la mia mente corre all'"abbraccio" di oggi...