Capitolo 15

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*Jack's pov*

Accidenti... il mio primo giorno da diciottenne inizia con un mal di testa atroce e un buon profumo di caffè. Ah, e anche il torcicollo.

-Cazzo, Alex... levati.- Cerco di spostare il corpo addormentato del mio amico dalle mie gambe, ma non accenna a svegliarsi. Che palle... devo ruzzolare sul pavimento per scendere, impresa che mi riesce bene... finché non mi accorgo di essere finito a faccia in giù sul tappeto. Mi alzo sospirando.

-Dammi una tazza di caffè, ti prego.- Parlo con chiunque ci sia in cucina. Mi sorprendo di trovare Lisa e Michael seduti al tavolo a sorseggiare caffè, dialogando tranquillamente.

-Buongiorno- mormoro. Mi strofino gli occhi e prendo posto a tavola. -Woah, non mi ricordo niente.- Guardo le mie gambe.- E perché non indosso i pantaloni?

-Sei senza pantaloni?- Lisa mi guarda bene e poi annuisce. -Oh. Non avevo notato. Ne ho trovati un paio sul pavimento del salotto... guarda se sono i tuoi.

-Grazie- dico e mi alzo. -Ho fatto qualche cazzata ieri sera?

-Mi hai legato al letto e costretto a fare sesso con te... del resto niente.- La voce pigra del mio migliore amico si insinua in cucina.

-Ho sempre voluto farlo.- Spero che tra ragazzi si intenda il mio sarcasmo... Perché Lisa sembra lievemente imbarazzata.

-Liz, stanno scherzando- puntualizza Michael. Io e Alex scoppiamo al ridere. Lei scuote la testa.

-È che... stavo pensando a quella cosa che mi ha raccontato Alexandra...

-Oh, andiamo! È stato un malinteso, e avevamo tredici anni, che cazzo.- Alex sembra disperato. È il turno di Lisa a ridere, mentre Michael sembra non capire nulla. Infatti...

-Te lo spiegherò un giorno, Mikey.- continua lei.

-Mikey?- Alex arriccia il naso. È chiaramente geloso.

Purtroppo conosco bene quel sentimento e la cosa peggiore è che non si riesce a combattere se non dimenticando la sua esistenza. Non è così semplice.

-Tranquillo, anch'io ho una ragazza.- Michael alza le mani in segno di difesa, in stile non-ci-sto-provando-con-lei-e-lei-non-ci-sta-provando-con-me. Alex sembra rilassarsi. Lisa gli sorride. E gli prende la mano che sta sul tavolo, in modo da far sorridere da idiota il suo ragazzo. Dio, che spettacolo... stucchevole. Il romanticismo mi brucia gli occhi. Sono fottutamente invidioso. Vorrei anch'io una ragazza a cui prendere la mano in pubblico. Una ragazza da coccolare, da abbracciare quando sta male, da stringere forte quando ha gli incubi e io sono lì accanto a lei...

"Questa non è roba per te." No, non non è roba per me... ma vorrei tanto provarci, chissà come andrebbe a finire.

Il problema? Anzi, i problemi?

Ho una fidanzata... ma non è quella giusta. Non riesco neanche a considerarla una fidanzata... è più una cosa da amici con benefici. Neanche 'amici'. Nemici con benefici? Devo ammettere che suona meglio. I benefici non mancano. Manca l'amore. E beh, l'unica che mi interessa interessa in quei termini ha un ragazzo. E non sono io.
*Alexandra's pov*
All the small things
True care, truth brings...

Cerco il cellulare da qualche parte sul comodino e con gli occhi ancora chiusi me lo premo sull'orecchio. -Cosa?- sbotto bruscamente.

-Ti ho svegliata?- La voce di papá è divertita. Sospiro.

-Sì. Spero che tu abbia un buon motivo.- Sbadiglio e cerco di non riaddormentarmi mentre mio padre mi parla.

-Volevo fare gli auguri a Jack... e chiederti com'è andata ieri sera.

A Love Like War || Jack Barakat/Josh FranceschiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora