Capitolo 38

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*Alexandra's pov*

Cammino per strada senza sapere dove andare, voglio solo... andare. Certo non ho intenzione di buttarmi sotto una macchina, ma non voglio neanche tornare a casa. Il cellulare continuava a squillare così l'ho spento e l'ho lasciato stare in tasca. L'ultima cosa di cui ho bisogno è rispondere e sentire la voce di Josh. O anche qualcun'altro. No, non voglio parlare proprio con nessuno.
Quando ne ho abbastanza di girare a vuoto mi fermo ad un parco in cui sono stata solo un paio di volte prima d'ora. Mi addentro un po' tra gli alberi e, appena scopro un posto un po' isolato, mi lascio scivolare lungo il tronco per poi accasciarmi a terra.
E poi spezzo di nuovo la promessa, quella che mi ero fatta tempo fa. Mai più piangere per amore... certo. È già successo troppe volte. Ma non mi sarei mai aspettata una delusione tale da... Josh... il ragazzo con gli occhi blu zaffiro. Le mie due pietre preziose.
Prendo il lettore mp3 dalla tasca e inserisco le cuffie. Scelgo Iris dei Goo Goo Dolls e comincio a pensare.

*Flashback~20 giugno*

-Smettila!- Ridacchio mentre Josh mi insegue cercando di mettermi un insetto sulla testa.
-Maddai, è solo un coleottero!- dice.
-Ed è enorme.- Rabbrividisco. -Non so come tu faccia a non... che schifo! Che schifo, toglimelo, toglimelo!- Quando Josh me lo lancia addosso, l'insetto si deposita sulla mia maglietta, provocandomi una crisi isterica. Inizio a urlare e saltellare agitandomi la maglietta. Mi passa per la testa l'idea di sfilarmela, ma siamo in un parco e non mi sembra affatto buona.
-Tranquilla!- Josh si avvicina ridendo a crepapelle. Afferra un'ala del grande coleottero verde e lo lancia lontano. Prendo un paio di respiri profondi per calmarmi.
-Non farlo mai più, brutto... brutto...- fatico a trovare un aggettivo, soprattutto perché il sorriso genuino di Josh mi si pianta in mente e mi fa dimenticare molte delle parole che ho intenzione di dire.
-Sono un cattivo ragazzo?- mi chiede facendo un broncio esagerato. I suoi occhi si fanno ancora più grandi. "Come faccio a tenergli il muso per più di due secondi?"
-Sei troppo dolce per essere cattivo- mormoro mentre stringo Josh in un abbraccio. Le sue braccia mi trovano in un istante. -E hai un buon profumo.
Questo lo fa ridere. -Ah, sì?- Annuisco contro il suo petto. -Di cosa sa?
-Sa di te- rispondo poco convinta. È strano come i profumi siano poco descrivibili quando sono così personali. Ogni essere umano ha un suo profumo naturale. Josh profuma di... Josh. Ed è una cosa troppo bella.
-Sei tenera, Lex.- Mi bacia la testa poco prima che io la alzi per guardarlo in faccia.
-Ah, sì?- lo imito.
Mi fa un sorriso triste. -Hai sempre qualcosa di dolce da dire. A volte penso di non meritarti- dice, afflitto.
-Non dire stronzate- mormoro. Gli do un bacio, che per fortuna lo fa tornare di buon umore. -Io e te stiamo bene insieme.
-E io ne sono felice.- Josh mi prende il viso tra le mani e torna a baciarmi. E intanto penso che questo sia un momento perfetto.

*Fine flashback*

Stringo le dita sulle tempie, mentre mi impedisco di iniziare a singhiozzare. Come ha potuto fingere per così tanto tempo, e dire quelle cose... nascondere quello che è, comportarsi così da ragazzo perfetto... La cosa che fa più male è il fatto che la nostra storia è stata una bugia. Tutto per una resa dei conti con Jack, insomma. Josh ci ha visto giusto, il suo piano ha funzionato. Ci sono cascata. Tutti ci sono cascati. Tutti avevano iniziato ad affezionarsi al ragazzo timido, divertente, con i capelli sempre arruffati e gli occhi luminosi. E ora si scopre che era tutta finzione.
Solo Jack ne è rimasto lontano. Solo ora mi rendo conto che alla fine, quello che ha sempre avuto ragione è stato lui. Lui aveva già visto che c'era qualcosa che non andava. È sempre stato diffidente verso Josh, e nessuno ovviamente gli ha creduto, perché Jack è sempre quello che fa più fatica a farsi piacere la gente. Può sembrare il contrario, visto da fuori è estroverso, esuberante... ma noi che lo conosciamo bene sappiamo che ha forti problemi di fiducia. È una di quelle persone con tanti conoscenti e pochi veri amici. Un po' come me.
E intanto Gerard mi canta nelle orecchie il ritornello della canzone che è stata il mio pallino nelle ultime settimane, facendomi sentire ancora peggio.
When you go
Would you even turn to say
I don't love you like I did Yesterday.
Il che mi ricorda di una cosa.
Io dovevo andare da Josh e rompere con lui. Perché le cose non potevano andare avanti se io sono ancora innamorata di Jack.
Questo non fa di me un'ipocrita? Anch'io ho finto qualcosa, nell'ultima settimana. Niente era come prima, non potevo farcela.
E poi ci siamo lasciati. Non era quello che volevo? Si. Ma allora perché fa così tanto male? Non dovrei essere felice? Non dovrei correre da Jack, come mi è stato detto poco fa? Non sto facendo nulla di questo. Anzi, sto piangendo e ascoltando musica deprimente accasciata al tronco di un albero.
Perché non riesco a trovare nulla di felice in questa storia ormai finita? Forse lo so. C'è una cosa che mi frega.
Josh è stato il mio primo vero ragazzo. È stato la mia prima volta. È stato la mia spalla quest'estate. È stato... tanto. Troppo. I ricordi mi soffocano.
Se c'è una cosa a cui devo smettere di pensare, è proprio questa. Non posso continuare a piangere pensando a un cretino che mi ha solo usata. Devo dimenticare. Lasciarmi alle spalle questi quattro mesi e andare avanti.
Certo che quattro mesi sono pochi. Ma quando passi tutti i giorni un sacco di tempo in compagnia di una persona, non puoi fare a meno di portarne un pezzo sempre con te, pensarla continuamente. Ed è un po' quello che mi sta succedendo.
Basta.
Mi asciugo il viso e metto su una canzone allegra dei Linkin Park, il nuovo singolo Shadow Of The Day. È tranquilla e non troppo invadente, e accompagna il mio tragitto verso casa.
Riaccendo persino il cellulare... e mi stupisco quando trovo tre chiamate perse da Jack e quattro messaggi, tutti da Alex.
*Lex... dove sei?*
*Per favore, rispondi.*
*Veniamo a cercarti, se non richiami.*
*Lexie, ti prego. Abbiamo bisogno di sapere dove sei e se stai bene. Per favore, vieni a casa mia appena puoi. Ti aspettiamo lì.*
Ecco, la tenerezza degli amici mi fa quasi scoppiare a piangere di nuovo. Solo ora mi rendo conto che posso davvero contare su di loro, che mi vogliono bene, mi consolano e mi fanno ridere. Voglio un bene dell'anima ai miei amici. Quindi mi precipito da loro.

A Love Like War || Jack Barakat/Josh FranceschiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora