*Alexandra's pov, 21 agosto*
È dopo un'accurata discussione con Luke, Karen, Thomas e mio padre che decido di prendere un anno sabbatico insieme ai miei tre amici, per capire cosa vogliamo veramente dalla vita.
L'anno prossimo faremo domanda insieme per la WSU (Washington State University). Progetto ambizioso, ma realizzabile, viste le nostre medie scolastiche alte. L'unico problema concreto potrebbe essere l'espulsione di Luke avvenuta due anni fa, ma sono sicura che, guardando i risultati dei suoi esami e la condotta mantenuta negli ultimi mesi, lo accetteranno senza batter ciglio.
Mio padre è più che felice della mia decisione (d'altronde, è ancora leggermente deluso e infastidito dalla scelta di Kellin di aver prediletto il lavoro allo studio, nonostante egli abbia trovato un lavoro come assicuratore abbastanza ben pagato), e così lo sono anche gli altri.
Purtroppo, tutto ciò costerà la separazione di noi quattro dal resto del gruppo.
Zack, Alex, Rian e Jack non hanno intenzione di iscriversi a nessuna università, vogliono continuare col progetto della band, e sono più che sicura che riusciranno nella loro impresa.
Samantha e Lisa hanno ciascuna un impiego stabile e ben pagato al quale non vogliono rinunciare. Loro dicono di stare bene così.
Ashton ha la sua agenzia che procede a gonfie vele, e Calum e Michael non hanno né voti così eccezionali né voglia di studiare altri quattro o cinque anni. Non hanno mai avuto molta passione per la scuola in generale. Per ora stanno cercando un lavoro.
Per quanto riguarda Josh... chi lo sa?
L'ho sentito al telefono, e sinceramente mi sembra disinteressato alla faccenda college/università, nonostante i suoi voti eccellenti. D'altronde, lui compirà ventuno anni il prossimo anno, quindi potrà decidere cosa fare della sua vita senza rispondere al parere di nessuno.
Ha due anni in più di me perchè quando a quasi sedici anni è stato costretto a cambiare scuola (non mi ha parlato esattamente del perchè, ma non volevo ficcare il naso. Drammi familiari, forse? Non ne sono convinta), ha deciso di tornare a iscriversi in prima per non perdere nulla... strano, ma efficace. Anche se io non l'avrei mai fatto.
-On and on, reckless abandon...-canticchia Alex, strimpellando la chitarra.
È un noioso pomeriggio di domenica e il caldo ci sta consumando, tanto che siamo tutti sdraiati sul pavimento del salotto di casa di Jack e Alex, tranne quest'ultimo che è seduto sul divano con imbracciata la chitarra acustica. Sta "cantando" la stessa canzone da venti minuti, suonando in modo bislacco e scoordinato. È il caldo. Stordisce.
-Tom, trova un modo di raffreddarti la pancia- mormoro mettendomi un braccio sugli occhi.
Sono sdraiata con la testa appoggiata all'addome di Thomas. Praticamente formiamo una T sul pavimento.
-Sei tu che hai la testa bollente, Lexie.- Tom si sposta con fare stanco, facendomi battere la nuca a terra. Fa talmente caldo che non riesco neanche ad elaborare una protesta sensata.
-Ho mal di testa, fate silenzio- borbotta Karen, continuando a schiaffeggiare il braccio di Rian in assenza di altro da fare.
Alex inizia: -Sentite, ma perchè invece di stare qui a marcire non usciamo e...
-No- rispondiamo tutti in coro.
-Ma...
-Amico, no- dice Jack svogliato.-Trentadue gradi all'ombra... pronto?
-Okay, okay...- Alex sospira. Poi ha come un'illuminazione. -Potremmo andare in piscina!
-No no no no neanche per sogno no no io non ci sto proprio no- esclamo, tutto d'un fiato.
La piscina è il mio peggiore incubo. A parte il fatto che è un buco nel terreno pieno d'acqua e di estranei che ti nuotano vicinissimo (e il fondo è sempre viscido, che schifo), detesto scoprirmi davanti a tanta gente. Posso sembrare antica e bigotta, ma... non fa per me. Non mi fa sentire a mio agio. Sono a disagio anche davanti allo specchio in camera da sola, figuriamoci.
-Lex, sembra che spunti dal diciottesimo secolo, mio Dio. Divertiti e basta.-Conoscendo le mie ragioni, Alex inizia a lamentarsi.
-Io sono capace di divertirmi, Gaskarth- ribatto. -Ma non in piscina.
-Aw, Lexie- dice Thomas, rivolto a me. -Parli come mia madre.
-Complimento?
-No.
-Dovete solo rispettare le mie ragioni, babbani.- Mi alzo per sedermi e appoggiare la schiena al divano. -Se volete andare in piscina, andate.
-Sto sudando.- Come al solito, Jack dice qualcosa di sconnesso che ci fa distrarre tutti.
-Non ci interessa- replica Sammie.
-Ma anche io sto sudando- aggiunge Zack.
-Neanche questo ci interessa.
-A me interessa- biascica Jack.
-Bello. Apriremo un club dedicato alla gente sudata.
-Suona brutto, amico.
-Giusto, sembra meglio persone molto accaldate.
-Ancora peggio.
-Basta- commenta Alex alzandosi. -Vado ad accendere l'irrigazione automatica.
-Oh, sì.- Jack si gira a pancia in giù. -Sposami!- grida, rivolto ad Alex.
-I matrimoni gay non sono legali.- Thomas sospira.
-Lo faremo in segreto- mormora Jack. -Che ne dici, Lex?
-Va bene- urla di rimando. Sta uscendo dalla porta sul retro. Finchè non torna a parlare, c'è silenzio. -Venite!
Dopo cori di "argh" e "che caldo", ci alziamo e ci trasciniamo pigramente verso il giardino.
*Alexander'spov*
Prima che possa raggiungere gli altri sotto la pioggia artificiale, il cellulare vibra e mi costringe ad afferrarlo e a guardare il messaggio appena ricevuto. Maria. Reprimo la tentazione di eliminarlo e, riluttante, lo leggo.
*Che sia chiaro che non voglio mai più rivederti. Hai fatto bene a lasciarmi, così non sono costretta a farlo io adesso, dopo aver scoperto tutto quello che hai fatto sei spregevole. Complimenti, eh. Prega che Alexander non lo venga a sapere.*
Subito aggrotto la fronte, non capendo nulla. Poi, leggendo le ultime righe, mi sale la curiosità. Questo era senza dubbio indirizzato a Jack.
Non dovrei indagare, ma c'è scritto il mio nome. So che a Jack non piacerebbe se ficcassi il maso nei suoi affari, ma... non è stato proprio lui, un paio di mesi fa, a urlarmi contro che voleva sapere ogni cosa che lo riguardava, anche se non era propriamente affar suo? Beh, è ora di ricambiare il favore.
*Maria, hai sbagliato numero. Sono Alex.*
Dopo poco, mi scrive: *Dio, che figura di merda. Mi spiace.*
Aspetto qualche altro minuto prima di capire che la ragazza non ha intenzione di dirmi altro. "Potrebbe anche essere uno scherzo." Già, potrebbe, ma non ne sono del tutto convinto. Se fosse davvero uno scherzo, non avrebbe mai detto che le dispiaceva per aver sbagliato numero. Ora che ci penso, Maria non ha mai detto nulla di lontanamente simile a 'mi dispiace', quindi la faccenda potrebbe essere più seria di quanto sembri.
*Cosa c'entro io, comunque?* digito prima di riuscire a fermarmi.
*Dovrebbe dirtelo Jack... ma vedo che non te ne ha ancora parlato. Quindi, vieni alle nove da Joe's. Tu. Da solo.*
Dio, sembra un accordo tra spacciatori.
Nonostante il mio subconscio mi urli di non farmi coinvolgere in questa faccenda ridicola e stupida, ho paura di cosa potrebbe essere successo se questo non fosse uno scherzo. Dunque, accetto l'invito e scrivo *Okay* a Maria.
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A Love Like War || Jack Barakat/Josh Franceschi
RandomRiesco a concentrarmi sui testi delle canzoni senza divagare su altro finché Boulevard Of Broken Dreams non mi catapulta nella malinconia che cerco di reprimere dentro il mio stomaco. Storco la bocca quando la mia mente corre all'"abbraccio" di oggi...