Capitolo 12

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*Lisa's pov*

Sono le quattro meno dieci, e sto camminando verso casa di Alex con le cuffie del lettore mp3 nelle orecchie. Le note di American Idiot accompagnano i miei passi e mi distraggono finché non finisco addosso a qualcuno, facendogli rovesciare a terra il frappè.

-Oh, mio Dio, che sbadata! Scusami! Ti ripago il frappè.- Offro gentilmente allo sconosciuto.
Ma io l'ho già visto...

-Non preoccuparti, non guardavo dove mettevo i piedi... oddio, ti ho versato addosso il cioccolato!

Alzo la testa per incontrare lo sguardo di un ragazzo che non conosco. I suoi capelli mi sono vagamente familiari... Ricci, biondi..

-Senti, ma non è che per caso ti chiami Ashton?- chiedo prima di riuscire a fermarmi.

Socchiude gli occhi. -Ehm... sì...?

-Lisa. Lisa Ruocco.- Gli porgo la mano. Me la stringe con energia. -Ashton Irwin. Come mai mi conoscevi?

-Un mio amico parlava di te oggi in pizzeria, e ho riconosciuto I tuoi capelli.

-Oh, wow! Non pensavo che sarebbero stati il mio punto di forza, un giorno- dice indicandosi i riccioli. Gli sorrido.

-Oh, mamma. La tua maglietta è un disastro, scusami.- Continua. -Spero di non aver provocato troppo danno!

-Ma figurati, abito qui in fondo alla via, torno a casa a cambiarmi. Piuttosto, mi dispiace per il frappè.- Indico il latte al cioccolato versato a terra.

-Fa lo stesso, tanto non mi andava più. Ora dovrei andare, faccio tardi al lavoro. Spero ci rincontreremo! (Come accidenti si scrive? Nei suggerimenti non me lo da.) 

"Lavoro? Di domenica pomeriggio?" Boh...

Annuisco e dico: -È stato un piacere, Ashton! Arrivederci.

Con questo mi torno a incamminare verso casa e mi cambio la maglietta, per poi dirigermi da Alex.

*Jack's pov*

Inizio il pomeriggio col chiedermi perché sono un tale cretino. "Perché sono un tale cretino?" D'accordo, ecco. Non ho risposte.

Odio la situazione in cui mi sono cacciato. Detesto anche il modo da 'io te l'avevo detto' con cui mi guarda Alexander ogni. singola. volta. che. incrocio. il. suo. sguardo. Tipo adesso.

-Posso sapere che cazzo vuoi?- chiedo sottovoce per non farmi sentire dagli altri, mentre ci assicuriamo le chitarre addosso.

-Io?- Alex si indica con falso stupore. -Niente.

Sbuffo. -Certo. È da quando ho messo gli occhi su Maria che mi guardi così.

-Jack, lasciatelo dire...- Mi mette una mano sulla spalla. -...sei un idiota.

Mi scosto da quello che si suppone sia Il mio migliore amico. -Perché?- riesco a dire, a denti stretti.

-Perché hai preferito lei- fa un cenno verso Maria, -alla ragazza che ti piace davvero, solo per paura. Adesso è felice con un altro e tu ti stai autocommiserando.

La rabbia mi acceca e velocemente mi tolgo la chitarra. -Sai cosa? Vai a fanculo, Gaskarth.

Esco dal garage senza guardare nessuno, ho bisogno di un po' d'aria perché mi sento soffocare. Sono arrabbiato con Alex. Sono fottutamente incazzato con lui. Sono consapevole di esserlo perché ha ragione. Ha ragione. Sono solo un codardo. Ho avuto paura di 'dichiararmi' al momento giusto, e ora eccomi qui, seduto sul prato, la schiena contro un albero, le mani tra i capelli, i pensieri sparsi al vento.

-Ehm... Ehi.

Alzo la testa. È lei... è Alexandra. "Ci mancava solo questa."

-Tutto... tutto bene?- La sua voce è timida, mi fa venire voglia di sorridere, ma non posso... devo lasciarmela alle spalle, dimenticare il modo in cui ogni sua azione mi fa sorridere.

-Sì.- Scuoto la testa. -Sì, tutto bene. Voglio solo stare solo.- Cerco di dirlo con il tono più rude possibile, per mandare via la ragazza.

-Se... se hai bisogno, ehm... vieni dentro, okay?- Perché è così imbarazzata, adesso?

-Okay.

-Allora, ecco...- Gesticola in modo impacciato verso la casa e si gira per andarsene.

*Alexandra's pov*

Non voglio tornare dentro. Voglio solo trovare un posto, qui nel retro giardino, dove sedermi e meditare. Quando mi accascio a terra, la schiena contro la corteccia dell'albero, mi lascio sfuggire un lieve singhiozzo. Sono lacrime quelle che sento sulle mie guance? Purtroppo, è così.

"Perché sto piangendo?" Non lo so. È tutto così incasinato... volevo solo assicurarmi che Jack stesse bene, come gli amici fanno, perchè voglio iniziare a vederlo come 'amico' e non come 'l'amico che continua a piacermi nonostante mi ignori da cinque anni', ma quando sono andata da lui, si è comportato così da stronzo... la vedevo l'indifferenza nei suoi occhi. Indifferenza... è quella che mi ha ferito di più. Perché nonostante io abbia provato ad avvicinarmi, mi ha respinta. Siamo amici da un sacco di tempo, e una cosa del genere non era mai successa. Mi ha fatto davvero male, stavolta. Ma non male solo in campo dei miei sentimenti ovviamente non ricambiati per lui... male in tutti i campi. Male in qualunque modo un essere umano può sentirsi.

-Alex?- La voce di un ragazzo mi giunge da dietro. Mi passo la mano sul viso per togliere le lacrime e mi strofino gli occhi. Dopodiché mi giro. È Josh.

-Non eri con Jack?- chiede, sedendosi accanto a me, ma comunque lontano. Alla sua domanda, mi sembra che il mio respiro si spezzi.

-Sì, ma voleva stare solo, e così ho fatto io. Buon posto per addormentarsi, questo, no?- Fingo un sorriso e riesco a trascinare nella mia falsa felicità anche Josh, ma solo per un attimo.

-Sei... sei sicura di stare bene?

Cerco di fare un sorriso più convincente. -Certo, non preoccuparti per me.

Mi faccio più vicina a lui per passargli le braccia intorno alla vita e appoggiare la testa sulla sua spalla. Subito si irrigisce, poi si rilassa e mi mette un braccio alle spalle con fare protettivo. Ecco, è di questo che ho bisogno. Sicurezza, protezione, stabilità mentale. Sto così bene, in quel momento, che mi dimentico del resto. Di quasi tutto il resto. Il fatto di non riuscire a dimenticare il modo in cui sorride Jack anche dopo la sua ultima uscita mi fa scendere una lacrima, involontariamente. "Ne ho le scatole piene di questi pianti insensati."

Ho deciso di farmi una promessa. Niente più lacrime per amore. Mai più. Non ne voglio più sapere di piangere per cose così insignificanti.

-Alex- chiama Josh.

-Ehi.

-Volevo chiederti una cosa.

-Sì, dimmi.- Non mi muovo di mezzo centimetro, sto così bene in quella posizione e voglio solo che duri più a lungo possibile.

-Sai, è un po' che ci stavo pensando, e... ti va di essere la mia ragazza?

"Woah. Questa sì che era inaspettata."

Ci penso. Cosa potrebbe andare storto? Voglio dire, Josh mi piace. Sì, mi piace il fatto che sia così premuroso con me da venirmi persino a cercare quando mi assento cinque minuti di troppo. Mi piace. Certo, non sono ancora ai livelli di 'ti amo', ma... chi lo sa? Tutto può succedere. "No, non proprio tutto." Il mio subconscio sferra l'ultimo colpo prima di sparire e lasciarmi più determinata di prima.

Questa potrebbe essere l'occasione per lasciarmi alle spalle il passato. Potrei capire che la mia era solo una cotta da adolescente e concentrarmi su qualcosa di più maturo. Io... vorrei provarci. Vorrei vedere se tutto va per il verso giusto. E quindi rispondo: -Okay.

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Uhm, ecco il capitolo e... yup. A me piace da matti scrivere sta cosa e spero piaccia anche a voi. Fatemi sapere qualcosa!
x.Veri.x

A Love Like War || Jack Barakat/Josh FranceschiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora