Non Voglio Ballare!

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Era giugno. Avevo 8 anni.
Prima di partire per il mare, in paese facevano la sagra.
I genitori dei bambini delle scuole elementari si dividevano i compiti.
Le mamme portavano le torte.
A mia mamma non piace cucinare, e probabilmente non ha mai preparato un dolce.
Così lei, il giorno della sagra, andava al banchetto d'entrata, a servire le pietanze preparate dalle altre mamme.
Mio papà accompagnava me e mio fratello a mangiare le tanto amate costicine alla griglia: buonissime!
Verso la fine della cena una band che suonava chissà quale tributo, forse Ligabue - chissà perché tutti suonavano tale artista: forse non sapevano cantare! - e mia mamma da lontano mi incitava a ballare.
Io odio ballare.
Non so muovermi per nulla.
Ma lei insisteva e io volevo sotterrarmi.
Mi sono sempre vergognata molto.
E di certo, ballare sotto le note di Ligabue, non aiutava.

Anche quella volta, alla festa organizzata a casa di amici di famiglia: parte le musica, e mia mamma mi invita a ballare.
Attrae l'attenzione su di sé.
A me non piace sentirmi osservata.
Non mi piace ballare.
Vorrei solo andarmene.
Vorrei scappare in bagno a piangere.

Come quando i miei nonni tentano di insegnarmi qualche passo del "liscio", ma a me non piace proprio ballare.
Sono tre passi semplici, ho capito.
Ho capito che sono facili ma non voglio.
Mi vergogno.
Non mi piace ballare.
E no, non è che non mi piace il tipo di danza: non mi piace ballare.
No, nemmeno il tango.
Nemmeno il tango, reso comico.
Ci provano a costringermi, ad alzarmi dal divano.
Mi tirano per le braccia, ma anche se mi reggo in piedi non voglio muovermi.
Rimango ferma come un palo.

Voglio scomparire.
E lasciarli ballare.

Un abbraccio,
Gree✨

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