Julièn e Anajise, vengono sorpresi nel bosco dalle truppe del Generale La Fayette.
I due giovani, avevano deciso di passare lì la notte e riprendere il cammino all' alba. Ma purtroppo vengono catturati. Julièn, viene accusato di rapimento e portato in prigione, mentre Anajise ricondotta dal padre.
La donna, viene immediatamente fatta visitare da una levatrice, per volere del genitore. Che spera in positivo, sulla purezza della figlia.La porta si apre e ne viene fuori la levatrice, che fissa il Conte. Alchè l' uomo le chiede palpitante.
« Allora? Che mi dite? Mia figlia è ancora integra?»
A quelle parole, la donna non emette un suono e né una sillaba, limitandosi soltanto a muovere la testa a destra e sinistra lentamente, facendogli intendere un no.
Il nobile, infuriato si precipita fuori gridando allo stalliere di sellargli un cavallo.
Quando questo gli viene consegnato si getta al galoppo velocemente.
Intanto la Contessa, che ha assistito impotente a tutta la scena, manda via la levatrice ed entra nella stanza di Anajise.
La giovane donna è riversa sul letto, con il viso premuto sul cuscino bagnato dalle sue lacrime.La madre ha il cuore straziato, nel vedere la propria figlia in quello stato. Si avvicina al letto e le si siede accanto. Con amorevole dolcezza accarezza la sua testa aspettando una qualche parola da lei.
Anajise, quando percepisce il calore materno in quel tocco, volta il capo verso sua madre e inconsolabile la abbraccia.
« Piccola mia, non sai quanto io odi vederti in questo stato e non poter fare nulla. Per poterti ridare il sorriso. »
« Madre, io lo amo!»
La donna le chiede, anche se già intuisce di chi si tratta.
« Chi? Julièn? Lo so cara»
« Chissà cosa gli faranno ora, solo per colpa mia! Perché non voglio sposarmi con il Duca de Guìse»
« Purtroppo non saranno clementi con lui! Ha tentato di rapire la promessa sposa di un Duca! E...»
« Sì madre, ho dormito con Julièn! Noi ci amiamo! E non sarò mai di qualcun' altro! »Intanto nelle prigioni della Bastiglia, Julièn se ne resta in disparte, in un angolo buio e sporco, dove regna un nauseabondo fetore.
Da quando è arrivato in quel posto è stato subito preso di mira da un uomo sudicio dalla testa ai piedi, i suoi abiti sono lerci, sporchi e strappati. Dai capelli unti e arruffati, si intuisce subito che saranno mesi o forse anni che non si lava. E la puzza che emana la fa da padrone. Il tizio non perde tempo a deriderlo, beffeggiarlo, ordinando agli altri detenuti di sputargli addosso.
Julièn, sembra averli tutti contro ma non ammette simili controversie.
Quindi è pronto a battersi, lui solo contro tutti.Quando un giovane detenuto, esce dal buio, da dove si è goduto tutta la scena, silente.
Battendo i palmi delle mani una sull' altra, come per eseguire un applauso di smacco.
« Complimenti Gaston! Cinque contro uno... Non è leale!»
L' uomo adirato declama.
« Tu stanne fuori Geoffròy!!!»
Ma il giovane non molla.
«Avanti, che gusto ci proveresti a massacrare uno così! Si vede lontano un miglio che non ha più la volontà di vivere... »
« Anzi gli faresti solo un favore!»
L' altro rimane a fissare Julièn, mentre il giovane, posa un braccio sulla sua spalla seguitando a parlargli per convincerlo a lasciarlo stare.
Fortunatamente, un attimo dopo riesce nel suo intento, l' uomo decide di allontanarsi seguito dai suoi uomini.
Julièn, abbassa la guardia e rilassato si risiede sula sua branda. Seguito dal giovane detenuto.
« Non fate caso a Gaston! Ha solo la stazza che incute timore, ma realmente è un bonaccione. Purtroppo, noi plebei, non vediamo di buon occhio i nobili. E quando gliene capita uno fra le mani... Non so se mi spiego»
« Io non ho paura! Comunque grazie del vostro intervento!»
« Di nulla signor marchese, io sono Geoffròy»
« Lasciate stare il mio titolo nobiliare, tanto dopo ciò che ho fatto non credo di averne più diritto! Puoi chiamarmi solo Julièn e diamoci del tu! E stammi lontano, non vorrei ti dessero del traditore i tuoi compagni»
Gli comunica bisbigliando.
« Dopo quello che hai fatto? Deve essere qualcosa di grosso, per perdere il tuo emblema! E comunque non preoccuparti di questo. So riconoscere un vero " nobile" di cuore! E tu lo sei! »
Gli occhi di Julièn si rattristano, ripensando al motivo per il quale il padre lo ha sicuramente diseredato.
Ma non è per quello che diventa malinconico. Il reale motivo è la dolce Anajise. Aver cercato di salvarla e non esserci riuscito.
Pensarla che presto dovrà sposare un uomo che non ama e lui non potrà fare niente. Niente.
Questo pensiero lo fa infuriare tanto che afferra di scatto la lercia coperta della sua branda insieme alle scodelle scaraventandole lontano da lui, gridando:
« DANNAZIONE!!» Facendo voltare di colpo tutti detenuti di quella cella, che allibiti lo fissano.
Geoffròy, tenta di calmarlo e dopo qualche secondo, ci riesce.Il conte de Gardìn, si reca a Versailles, dove chiede udienza con sua Maestà Luigi XVI.
Ma dopo un paio di minuti, al suo posto appare la sua regale consorte, la Regina Maria Antonietta. Bellissima ed elegante con il suo sfarzoso abito color del cielo, l' alta acconciatura di capelli cotonati biondi, rifiniti da fili di perle e piume leggere. Il suo bianco e sottile collo, impreziosito da una vistosa collana con perle e diamanti.
Sempre accompagnata dalle sue fedeli dame di compagnia.
La quale gli comunica:
« Sua Maestà il Re, è indisposto e al suo posto sono venuta io. Qual' è il motivo della vostra visita, conte de Gardìn!»
L' uomo dopo essersi levato il tricorno e fatto l' inchino; espone il suo problema.
« Ecco Maestà, voi rammentate quel giorno quando venni a palazzo, chiedendo l' intervento del Generale La Fayette e la Guardia Reale, per cercare mia figlia scomparsa ?»
« Certamente, io ordinai che si mettessero a vostra disposizione»
« E io ve ne sono immensamente grato! Il Generale ha svolto egregiamente il suo compito. Ha ritrovato Anajise e l' ha riportata da me. Era stata rapita da... da un giovane che...»
Maria Antonietta, interviene proclamando:
« Sì, ne sono stata informata. Ma è stato condotto in prigione, il giovane marchese de Mercíer?! Dunque cos' altro volete?! »
« La sua testa, Maestà! Il marchese Julièn de Mercíer ha disonorato mia figlia e voglio lavare quest' onta con il sangue!»
« Mi dispiace, ma non posso farlo, conte de Gardìn ! Sarà il tribunale a decidere! Adesso se non c'è altro! Vogliate scusarmi ma ho altri ospiti ai quali dovrò dare udienza! Buongiorno conte de Gardìn!»
La regale donna, gli volta le spalle con eleganza e si allontana emettendo il fruscìo di stoffe che strofinano sul pavimento. Seguita dalle due donne.
L' uomo deluso per non aver visto accettata la sua proposta, ma sempre più intenzionato a vendicarsi.
« Avrò la mia vendetta, Julièn de Mercíer!»
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𝘼𝙈𝙊𝙍𝙄 𝙄𝙈𝙋𝙊𝙎𝙎𝙄𝘽𝙄𝙇𝙄 (ℕ𝕦𝕠𝕧𝕒 𝕊𝕥𝕖𝕤𝕦𝕣𝕒) In corso
ChickLitLa contessina Anajise, sin dalla sua giovane età, si è innamorata di Julièn, il migliore amico del fratello; e ha intenzione di sposarlo. Tuttavia, lui non la vede niente di più che una sorella. Nel corso del tempo, anche Julièn, comincia a provare...