Anajise, era felice di essere stata invitata alla festa di compleanno di Julièn, fantasticando sul momento che lo avrebbe rivisto di nuovo.
Dopo tanto tempo, sorvolava anche sul fatto che lui potesse essere insieme a Madelèine, la sua attuale fidanzata.
Immaginava che la invitasse a ballare con lui, tenendola tra le braccia la facesse volteggiare come una farfalla.
Che in quella sala da ballo ci fossero solo loro due.
" che mentre ballavamo avrebbe cinto i miei fianchi e guardando i miei occhi mi avrebbe sussurrato " ti amo"... Invece niente di tutto questo è successo. Mi ero rassegnata a passare la serata seduta su quella poltrona. Ad osservare Julièn e Madelèine danzare felici. Sì perché anche lui lo era... felice!
La ragazza improvvisamente, si rende subito conto di essersi addentrata troppo nella fitta boscaglia, comincia ad avere paura e freddo.
Cerca di tornare indietro e uscire da quella situazione, ma non riesce a trovare la strada.
« Mi sono persa! E adesso come faccio? Chi potrà aiutarmi? Rimarrò qui... Mi troveranno quando sarò morta per il freddo o divorata da qualche belva famelica»
I suoi occhi si riempiono di lacrime, che in quel buio, illuminato solo dall' emissione di un raggio cristallino di luce proveniente da una fioca luna, brillano come diamanti preziosi.
Il cielo notturno è coperto di nubi nere.
Anajise volge lo sguardo in alto, notando che è scuro e minaccioso.
Improvvisamente un lampo squarcia la notte, la ragazza sobbalza spaventata, inciampa nel suo vestito e perde
l' equilibrio finendo in acqua.
Anajise, a causa del buio, non si era accorta di essere sulla riva di un vasto lago.
Terrorizzata annaspa gridando:
« AIUTO! VI PRE... AIU...»
Come se non bastasse, cadono gocce di pioggia su di lei, che sale e scende dalle scure acque.
Non ha mai imparato a nuotare, ma anche a causa del pesante e ampio abito, che si è appesantito ancora di più dall' acqua, rischia di trascinarla giù.
Il terrore di annegare le dà un lampo di genio, sfila velocemente il pomposo abito rimanendo in sottoveste.
È stanca di muoversi per restare a galla. Non sa da quanto tempo è immersa in quell' acqua gelida, la sente fin dentro le ossa; trema per il freddo e sente la sua fine vicina. Le vengono in mente la madre, il fratello Nicolàe e il suo amato Julièn.
Sta per lasciarsi andare, sa che se dovesse salvarsi, sarebbe costretta a sposare il Duca de Guìse.
Ma poi, con le lacrime che uscendo dai suoi grandi occhi azzurri, si perdono nelle limpide acque del lago, dice addio per sempre a Julièn.
« Addio! Amore mio!»
Stremata e senza più forze, si lascia andare sul fondale del lago.
Intanto Nicolàe e Julièn la stanno cercando per tutto il bosco, sotto l' incessante acquazzone, con in mano delle torce ( due robusti bastoni con un pezzo di stoffa intrisa di cherosene e data alle fiamme).
Sul margine del fiume, Julièn intravede qualcosa che da subito intuisce che non si tratta di un sasso. Quando si appressa esclama inquieto:
« Ma questa è la scarpa di Anajise!»
Corrugando la fronte illumina in quel tratto nel lago ed è allora che si accorgono del suo vestito azzurro, che galleggia.
Julièn, temendo il peggio, non perde tempo e si tuffa fino ad arrivare al fondale.
Nuota alla ricerca della ragazza, ma è troppo buio per vedere qualcosa.
Allora impreca e prega con la disperazione negli occhi, urla a squarciagola, tanto nessuno lo sente, pensa. Ma qualcuno da lassù lo ha fatto, un luminoso raggio si dirige in un preciso punto ed è in quel momento che la vede, inerme con in dosso la sottoveste mossa solo dalle acque.
Nell' immediato la avvinghia da sotto il seno trasportandola fuori dall' acqua, con l' illuminazione delle sole torcie che tiene Nicolàe, visibilmente preoccupato per la sorella:
« Anajise! Piccola mia no!»
Julièn si china su di lei, preoccupato esegue una respirazione artificiale, alitando
all' interno della sua cavità orale e premendo per diverse volte sul torace per farle espellere l' acqua ingerita e indurla a respirare. Ma lei non dà alcun segno di vita.
Rifà gli stessi gesti per più di una volta, ma la ragazza non reagisce, Julièn non vuole arrendersi, mentre Nicolàe gli latra con le lacrime che solcano il suo viso:
« È INUTILE! ORMAI È MORTA!»
Nel contempo che esegue manovre per farla riprendere sempre tenendo lo sguardo sulla ragazza gli urla furioso:
« STA ZITTO! LEI CE LA FARÀ... VEDRAI!»
L' uomo prova e riprova senza sosta:
« Ti prego Anajise! Tu devi vivere per...»
Di colpo la ragazza emette un forte rantolo e lui prontamente con la vista annebbiata dalle lacrime, la posiziona su un fianco per permetterle di espellere
l' acqua dai polmoni.
Felice di esserci riuscito, nel contempo il fratello si sfila la giacca essendo l' unico indumento asciutto, per coprire la giovane donna. Julièn la prende in braccio per introdurla velocemente in casa.
Senza indugiare la spoglia della veste bagnata per introdurla nuda sotto le coperte, sotto gli occhi di suo fratello - che come lui in quel momento non fanno caso al gesto - ma il loro senso pudico non tarda ad arrivare " ho spogliato Anajise! Ma non l' ho guardata nuda o... perlomeno non ci ho fatto caso in quel fugace momento!
Julièn, torura la sua mente con questo pensiero. Poi facendo finta di niente proclama all' amico:
« Adesso sarebbe opportuno tenerla al caldo e chiamare un medico»
Julièn si distanzia uscendo per qialche attimo, tornando poi con una delle cameriere ordinando con gentilezza:
« Per favore Clotìlde! Potete vestire la contessina prima che giunga il dottore?»
La donna annuisce declamando assertiva:
« Certamente signor Marchese! Provvedo subito»
I due uomini si portano fuori dalla stanza attendendo fuori della porta.
Nicolàe fissa Julièn, lui percepisce cosa vuole dire l' amico con quello sguardo e volge lo sguardo dalla parte opposta.
Intanto la domestica esce affermando:
« Ho eseguito Maechese!»
« Grazie Clotìlde! Potete andare adesso!»
Adesso si attende l' arrivo del dottore per Anajise, che ora dorme in un caldo letto, sotto pesanti coperte di una delle stanze degli ospiti di palazzo de Mercièr, riscaldata dal fuoco che arde nel camino.
Nicolàe guarda Julièn, l' amico, da quando sono rientrati, è rimasto a fissare la ragazza che intanto ha ripreso conoscenza e adesso sembra dormire serena.
Ha ancora i capelli bagnati, sparsi sul cuscino, Julièn pensa che se fossero arrivati due minuti dopo, sarebbe stato tardi.
Nicolàe, si accosta a lui proclamando:
« Grazie! Se non fosse stato per te è per la tua determinazione Anajise...»
L' uomo non vuole neanche sentire cosa sarebbe potuto accadere, è ancora scosso per l' accaduto e fradicio, l' amico gli dichiara:
« Se rimani con questi vestiti bagnati ti prenderai un malanno! Vai a cambiarti, ci sto io con Anjise !»
L' uomo risoluto afferma:
« Non mi muoverò da qui fino a quando non avrò saputo che Anajise sta bene! Ma quando arriva il dottore?!»
Enuncia spazientito.
Dopo un paio di minuti ecco bussare alla porta, Nicolàe apre, si tratta del maggiordomo che ha condotto il medico fino a loro.
Il dottore, un uomo di circa sessant' anni, coi baffetti e capelli grigi, visita la giovane donna per poi dichiarare:
« La contessina, in questo momento ha la febbre alta, mi raccomando di tenerla al caldo in modo che sudi molto e che la temperatura si abbassi.
E se questo non dovesse essere sufficiente, provate con il ghiaccio
all' interno della vasca. Chiamatemi per qualsiasi cosa! Buonanotte signor Marchese!»
« Grazie dottore! Vi accompagno! »
Annuncia Julièn.
Il medico si arresta un secondo e rivolgendo uno sguardo all' uomo proclama:
« Vi consiglierei di togliere quei vestiti zuppi e indossarne altri asciutti ! Non vorrete prendervi un malanno anche voi? Buonanotte!»
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𝘼𝙈𝙊𝙍𝙄 𝙄𝙈𝙋𝙊𝙎𝙎𝙄𝘽𝙄𝙇𝙄 (ℕ𝕦𝕠𝕧𝕒 𝕊𝕥𝕖𝕤𝕦𝕣𝕒) In corso
ChickLitLa contessina Anajise, sin dalla sua giovane età, si è innamorata di Julièn, il migliore amico del fratello; e ha intenzione di sposarlo. Tuttavia, lui non la vede niente di più che una sorella. Nel corso del tempo, anche Julièn, comincia a provare...