Capitolo 14- LA LADRA

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Nicolàe, d' impeto esce in fretta e furia, lasciando i due ragazzi attoniti, per averli lasciati senza parole.
Quando si ritrovano soli, i due giovani rimangono in silenzio per qualche secondo.
Rendendosi conto di ciò e per non cadere nell' imbarazzo, trovano un banale argomento per alleggerire l' atmosfera, che intanto si era fatta insostenibile. Arrestandosi subito dopo, indirizzano lo sguardo al lato opposto tornando silenti.
A un tratto Julièn, le annuncia:
« Stai bene Anajise? Come ti senti ?! Ci hai fatto prendere un bello spavento, eravamo davvero preoccupati! Io e Nicolàe! »
La ragazza, rinfrancata per aver preso lui l' iniziativa, declama con un sorriso.
« Mi dispiace di avervi fatto stare in pena, non era mia intenzione!»
Mentre un raggio di sole si insinua dalla finestra, per colpire entrambi i suoi occhi rendendoli ancora più luminosi.
« Mi sento... m-molto meglio ora! Grazie Julièn, per averlo chiesto!»

In quell' istante, l' uomo rimasto incantato dalla sua bellezza, non ricorda neppure cosa le avesse chiesto prima. Seguita a fissarla, senza professare alcuna frase.
Anajise, si accorge della sua strana espressione, ma non si intimorisce; si fida di Julièn.
Sa che anche ritrovandosi soli, non le farebbe mai del male.
In tutti i casi, quel suo atteggiamento la mette a disagio, così gli chiede per distrarlo:
« Spero che il libro ti sia piaciuto?»
Julièn, destatosi da quello stato, risponde confuso:
« Che libro...? Ah! Sì certo! Grazie A-Anajise... Non gli ho ancora dato una sbirciata, ma immagino di sì. Conosco
l' autore; è uno dei miei preferiti!»
« Ne sono contenta, significa che abbiamo azzeccato il regalo!»
Afferma di rimando, preferendo abbassare lo sguardo a osservare i ricami sul lenzuolo, piuttosto che i suoi occhi marroni, per togliersi
dall' impaccio.

Julièn, percepisce, posando lo sguardo sulla giovane, particolari vibrazioni; qualcosa che non ha mai sentito neanche con Madelèine.
I battiti del cuore accelerano, ha il sentore di avvampare in tutto il corpo, captando delle strane scariche elettriche continue; lo stomaco è in subbuglio, come se avesse un milione di farfalle librate in volo. Si chiede perplesso;
" Cosa mi succede? Non ho mai sentito questo genere di sensazioni accanto ad Anajise! Mi sento come se avessi la febbre, ma senza stare male! E questo non mi piace... non mi piace affatto! Sarebbe opportuno che ci portassimo fuori da questa stanza!
Subitaneo le propone:
« Anajise, sei un po' pallida! Te la sentiresti di prendere un po' di sole, passeggiando in giardino?»

La ragazza annuisce, asseverando si eleva dal letto velocemente, ma quando si mette all' impiedi, un capogiro le provoca una momentanea perdita di sensi e sta per crollare rovinosamente al suolo, ma Julièn si precipita a sorreggerla, con le sue forti braccia.
In quell' istante i due giovani si fissano lungamente, occhi negli occhi, lui la cinge dai fianchi, le braccia di lei circondano il suo collo; e nessuno dei due pronuncia alcuna frase.
Sensa avvedersi accostano lentamente i loro visi fino a far toccare la punta dei loro nasi, congiungendo le labbra in un casto bacio.
Il cuore di Anajise, è impazzito di gioia, stenta a credere a quello che è appena successo.
Ma purtroppo, quel momento di estasi si interrompe, quando Julièn afferma discostandosi da lei:
« Perdonami! Non lo so nemmeno io perché è accaduto! Se decidessi di non volermi vedere più, lo capirò. E se volessi riferirlo a Nicolàe, rasserenati! Perché lo farò io stesso!»
La giovane rimane sconvolta, notando la sua agitazione e gli afferma:
« Sta tranquillo! Va tutto bene! Non é successo nulla e non lo racconterei mai ad anima viva. Quello che é successo tra di noi lo custodirò in fondo al mio cuore!»

Julièn la fissa, costernato dalla sua saggezza.
Sta per dire qualcosa ma Anajise, impetuosa aggiunge senza lasciargli il tempo di parlare:
« Non mi avevi chiesto di passeggiare
all' aria aperta? Andiamo allora!»
Nonostante la ragazza non gli faccia pesare il gesto di poc' anzi, lui saccente pensa " Ma cosa ti è preso idiota! Non avrei dovuto baciarla, lei che è già innamorata di me, potrebbe pensare che anche io ricambi i suoi sentimenti e io non voglio che si illuda! Non avrei dovuto baciarla... perché mai l' avrò fatto?!

Intanto Nicolàe, si aggira in incognito fra le bancarelle della frutta, al mercato.
Coperto da un mantello azzurro, avanza accostandosi a diversi banchi all' aperto.
" Voglio prendere la frutta più dolce e bella per la mia sorellina!
Avvista da lontano la bancarella delle mele e notandole rosse e tonde, immagina che siano anche succose e dolci.
Avanza indirizzandosi alla meta prefissata, approssimandosi allo stesso, allunga una mano per agguantare una mela, ma quando sta per prenderla; sente che qualcuno ha posato la mano sopra la sua.
Alza lo sguardo e incontra due occhi neri e profondi da cerbiatto, che fissandolo dichiara con una voce melodiosa:
« A quanto pare abbiamo gli stessi gusti! Però mi dispiace per voi, bel biondino, ma l' ho adocchiata prima io; quindi ora è mia!»
Afferra il frutto, lo lancia per aria facendolo roteare, per poi addentarlo, davanti allo sguardo compiaciuto di Nicolàe, che rimane silente e stordito, da tanta avvenenza.
Subito dopo la donna gli fa l' occhiolino e si allontana.
Lasciandolo sbalordito, incurante delle risate di scherno dei venditori.
Rimane immobile a osservare quella misteriosa, quanto affascinante creatura, distanziarsi sempre di più.
Poi però pensa " La devo conoscere".
La approssima correndo e quando la raggiunge declama alle sue spalle:
« Mademoiselle? Permettete che conferisca con voi?»
La giovane, subito dopo essersi sentita appellare, si volta lentamente verso di lui.
Lo fissa e poi afferma con un cinico e conturbante sorriso:
« Cosa volete? Non sarà per la mela?! Suvvia! Ce ne sono altre come vedete!»

𝘼𝙈𝙊𝙍𝙄 𝙄𝙈𝙋𝙊𝙎𝙎𝙄𝘽𝙄𝙇𝙄 (ℕ𝕦𝕠𝕧𝕒 𝕊𝕥𝕖𝕤𝕦𝕣𝕒) In corso Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora