Capitolo 22 - CORINNE

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Julièn, riceve la visita di Madelèine, in prigione.
La donna, gli dichiara senza troppi preamboli, " Agire in quel modo, non ti ha portato a niente! Ti ha solo fatto finire in carcere e la tua bella contessina, l' hai perduta ugualmente. Perché si sposerà fra non molto, lo stesso con il duca de Guìse !"

A quel punto l' uomo si infuria e la caccia via in malomodo, urlandogli contro. Lei in lacrime, ascende la scalinata per allontanarsi in fretta da quel luogo.
Ma nel frattempo, quelle parole rimbalzano nella mente di Julièn, le percepisce penetrare con veemenza, conficcarsi come lame affilate in testa; facendo sanguinare il suo cuore.

In quel contesto, le idee si rincorrono, offuscando i pensieri e la vista.
Solo un ricordo... solo un nome... Lei!
" Anajise!" Seguìta a ripetere, mentre scivola di spalle, sulla parete rocciosa fino al suolo. La mano cade senza forze, sul terreno andando a toccare un piccolo frammento di terracotta.
" Perdonami Anajise, ma non ce la faccio a vivere senza di te!" e con un taglio netto recide la vena del suo polso.

Geoffròy, che ha assistito a tutta la scena tra Julièn e Madelèine, intuisce, che l' amico e giù di morale. Si alza dalla branda per raggiungerlo.
« Ehi! Amico! Come va? Sai... involontariamente, ho ascoltato tutto quello che vi siete detti, tu e la bella dama rossa! Non te la prendere, le donne reagiscono male; quando sono ferite!»

Julièn, il quel frangente, non accenna a muovere neanche un muscolo.
Geoffròy accortosi del suo atteggiamento impassibile, gli si fa più vicino, ed è allora che si accorge della larga macchia di sangue sul terreno, che va sempre più ad espandersi.

Per prima cosa, cerca di fermare l' emorragia legando ben stretto il polso dell' amico, con una manica della sua camicia, pensando che possa essere la più pulita; visto che è li dentro da pochi giorni. Successivamente, da l' allarme.
« GUARDIE! ACCORRETE PRESTO... IL MARCHESE HA BISOGNO DI UN DOTTORE!» grida allarmato.
Appena i gendarmi notano che l' uomo, ha perso i sensi, lo tirano fuori dalla cella conducendolo di corsa in ospedale.

Mentre Julièn, viene portato d' urgenza per l' intervento, Anajise, si trova in chiesa, costretta a compiacere il padre, sposando il duca.
Ma avanzando verso l' altare, e approfitrando del velo che le copre il viso, le lacrime rigano il suo viso
il pensiero corre a lui... " Julièn!".

Dopo il sì costretto, Anajise viene condotta al palazzo ducale.
Ad attendere i " novelli sposi", tutta la servitù, che versa fuori in cortile. Appena Anajise discende i due gradini della carrozza, solleva lo sguardo stupefatta di tanta imponenza. Notando subito dopo, che la mastodontica costruzione, erge maestosa al centro di una verdeggiante vegetazione e un prato ben curato.

Circondata da un enorme cortile, con alberi, piccoli giardinetti e meravigliosi archi, ornati da roseti rampicanti.
La sposa, subito dopo essere omaggiata dai domestici, viene accompagnata - per ordine del duca - nella stanza da bagno, per farla preparare per la " la loro prima notte ".

In quel contesto, viene affidata a Corinne, la più giovane delle cameriere.
Di un paio di anni più grande di lei.
La donna, mentre le sta preparando il bagno, con sali profumati e petali di rosa, immersi nell' acqua, nota che Anajise, rimane seduta in un angolo senza spiccicare una parola. Credendo che fosse solo timida, per la giovane età, le comunica:

« Io sono Corinne, duchessa, sono la vostra cameriera personale. Per qualsiasi cosa, non avete che da chiedere. Vedrete che vi troverete bene qui, con il duca Roland e con noi! Il signor duca è una brava persona e...»
Non fa in tempo a terminare la frase, che si deve arrestare di colpo.
Spettatrice, suo malgrado, al pianto liberatorio della giovane contessina.

Intanto, i conti de Gardìn, di ritorno dalla cerimonia, accedono in casa entrambi silenziosi.
La moglie, procede verso la sua camera da letto.
« Io vado a sdraiarmi, mi è venuta una terribile emicrania!» pronuncia senza nemmeno guardare il marito in faccia.
« Aspettate! Avete intenzione di continuare con questo atteggiamento?»

« Cosa vi aspettate?! Siete un uomo senza scrupoli! Per i vostri interessi, avete dato in sposa la mia bambina, a quel vecchio. E non tirate fuori la frase " ma è un nobile!" perché vecchio lo è lo stesso! » esclama la contessa incollerita.

« Avete costretto mio figlio ad andarsene via di casa. E dal giorno in cui ha lasciato questa dimora, non ho più avuto sue notizie, e non è da lui. Avrebbe scritto a sua madre! Sapete che penso? Che mio figlio mi abbia mandato delle lettere, ma che voi le abbiate intercettate e fatte sparire! Mi sbaglio forse? Da voi, ormai mi aspetto di tutto!» procede ad accusarlo, ma lui, continua a fissarla senza proferire parola.

« Come immaginavo! Siete un vile!»
Si allontana dal conte, fulmineamente, si volta nella direzione opposta al consorte, provocando un fruscìo, con la sua lunga gonna verde muschio di seta.
Percorre lestamente il corridoio, dandogli le spalle.
Per nascondere i suoi occhi azzurro mare, colmi di lacrime.
" Come è potuto diventare così egoista e avudi di denaro?!" si ripete nella sua testa, mentre lacrime calde rigano il suo volto.

Anajise, afflitta, dà libero sfogo alla disperazione, davanti a una sconosciuta.
Corinne, la accosta a sé, cercando di trovare le parole per consolarla. Le prende le mani dichiarando:
« Perdonatemi! Cos'è che vi sconvolge duchessa?
So che non è facile lasciare i propri familiari, la propria casa! Ma col tempo vi ci abituerete!»

Anajise, stringe le mani della donna affermando:
« Non è per questo che sono così afflitta!
Il mio, è stato un matrimonio combinato, voluto da mio padre. Io non avevo nessuna intenzione di sposare il duca!»

La giovane donna la osserva con lo sguardo accigliato, come a voler comprendere la ragazza che si trova di fronte.
« Mi dispiace! Non ne avevo idea! Anche se mi è parso fin da subito, impossibile che una donna così giovane e bella, si fosse innamorata di un... del signor duca!»

Anajise, percepisce il suo disagio e le dichiara per tranquillizzarla:
« Non preoccupatevi Corinne, con me potete parlare. Io non riferirò mai nulla al duca!»
« Grazie duchessa, e voi da oggi avete trovato un' amica!»
D' acchito, Anajise, in lacrime le confida implorandola:

« Il pensiero di dormire con quel viscido essere, mi ripugna! Vi prego Corinne, aiutatemi se puoi! Non voglio giacere con lui! »
La donna, storce la bocca fissandola, come di chi sta cercando una soluzione a questo problema.

« Uhm! Forse mi è venuta un' idea!
Lasciate fare a me! Devo uscire per una mezz' oretta! Ma voi non parlate con nessuno in questo frangente. Potete fidarvi solo di me! D' accordo?! Io torno presto!»
Corinne infila la porta, la richiude piano, lasciando Anajise ad attenderla nella stanza da bagno. Seduta in un angolo, impaziente, decide di elevarsi e andare su e giù, ancora con l' abito nuziale in dosso.

Le fiamme delle candele, che a ogni sua movenza, oscillano come danzassero. Illuminano di una fioca luce l' ambiente.
Stringe le mani, interrogandosi apprensiva:
" Spero che Corinne torni presto e che la sua idea per aiutarmi sia efficace!"
Poi improvvisamente, il tarlo del dubbio la divora.

" E se avesse mentito? Se fosse uscita solo per riferirgli tutto quello che ci siamo dette? Se me la avesse affiancata apposta, lo stesso duca, per spiarmi e sapere cosa penso di lui?! In quel caso, sarei nei guai! Essendo sua moglie, ha tutti i diritti su di me! Potrebbe rinchiudermi nelle segrete del castello! E giacere con me quando gli pare! A cominciare da questa notte!"

𝘼𝙈𝙊𝙍𝙄 𝙄𝙈𝙋𝙊𝙎𝙎𝙄𝘽𝙄𝙇𝙄 (ℕ𝕦𝕠𝕧𝕒 𝕊𝕥𝕖𝕤𝕦𝕣𝕒) In corso Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora