Capitolo 3- LA SCONOSCIUTA

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Un emissario della Regina di Francia-Marie Antoinette- comunica al conte de Gardìn e la sua famiglia,
l' avvenuta fine della guerra fra Russia e Turchia, di conseguenza l' imminente ritorno di Nicolàe e Julièn in patria.
I parenti, sono trepidanti all' idea di riabbracciare i coraggiosi ragazzi.
La contessa dà disposizioni ai domestici di pulire da cima a fondo, tutta la tenuta e in particolar modo la camera del figlio e quella degli ospiti accanto alla sua,( dove è solito dimorare il giovane Julièn).

Le giornate trascorrono e loro attendono.
In una di quelle mattine, sopraggiunge una missiva da parte di Nicolàe indirizzata al padre,
la lettera contiene codesto messaggio;
" Caro padre, vi scrivo per informarvi che aver partecipato a una simile battaglia, non ci ha lasciato incolumi ( ma io e Julièn ci riteniamo fortunati, in confronto ad altri uomini che non torneranno più a casa). Entrambi siamo stati feriti, per fortuna in modo non grave, Ma al momento ci è impossibile raggiungervi. Informate voi mia madre, ditele di non preoccuparsi, che l' amo e che la riabbraccerò presto.
Abbracciate Anajise per me, so che tra qualche mese sarà il suo diciottesimo compleanno. Non mancherei per niente al mondo. A presto. Vostro Nicolàe".

Il conte Geràrd, avvolge la lettera e si immette nei lunghi corridoi, alla ricerca della consorte. Percorre lunghi e interminabili lucide pavimentazioni, così tanto lucide da specchiarsi. L' ambiente è illuminato da alcune candele sorrette da candelabri in ottone, sparsi in diversi punti del palazzo.
A destra alte e larghe doppie porte verniciate di un celeste tenue, con al centro bordature in ottone. A sinistra, colonne portanti in granito, alternando sculture a mezzo busto; raffiguranti i predecessori del casato.
Alle pareti, grandi cornici dorate, incorniciano tele di pittori dell' epoca.

Giunge dinnanzi a una porta chiusa, bussa e dopo aver avuto il permesso si porta all' interno enunciando alla consorte:
« Buongiorno mia cara, spero che abbiate potuto riposare questa notte!»
La contessa, di rimando:
« Un po' meglio grazie. Avete notizie di nostro figlio?»
Lui, mostrandole la lettera afferma:
« Venivo da voi per questo, è arrivata questa mattina è di Nicolàe !»
La donna incupita esita prima di prenderla.
Incespicando, asserisce:
« C-Cosa... volete d...»
« Non abbiate timore a leggere»

La contessa si tranquillizza in parte e riceve la missiva.
Quando inizia a leggere e arriva al punto dove il figlio li informa di essere stato ferito insieme all' amico, solleva le spalle trattenendo il respiro e portandosi una mano alle labbra.
Dopo aver letto l' ultima riga, alza il volto rivolgendosi al marito, l' uomo si accorge che i suoi grandi occhi verdi sono resi lucidi dalle lacrime.
« Nicolàe! Il mio bambino... Mio figlio è stato ferito ed è in Prussia... in ospedale! In una città sconosciuta a lui... Tutto solo!»

L' uomo adirato, dichiara:
« Non è solo, c'è Julièn con lui e poi smettetela di parlarne come fosse un bambino! È un uomo ormai!»
E se ne va sbattendo la porta, lasciando la moglie imbarazzata e confusa.
La donna rimane accomodata sul divano, con la mano posata sulla sua ampia gonna glicine di raso, mentre stringe ancora la lettera si ripete:
« Un uomo... certo! Ma anche avesse tre volte più dei suoi attuali anni, rimane sempre il mio bambino. Quello che non entra in testa a un uomo insensibile come voi, Geràrd!»

Finisce di pronunciare tali frasi e sente bussare alla porta. « Avanti!»
In stanza si fà avanti Anajise, che gongolante chiede alla madre:
« Prima ho incontrato, mio padre in corridoio, il quale mi ha informato di aver ricevuto questa mattina una lettera da parte di mio fratello e di averla consegnata a voi! Mi permettete di leggerla?»
« Certo cara, tieni, parla anche di te! »
La ragazza afferra il foglio in pergamena e incomincia a leggere. La sua reazione è la stessa a quella della madre, quando legge del ricovero in ospedale di entrambi i giovani.
Alla fine della lettura la madre annuncia alla figlia:
« Come avrai capito, non potremo riabbracciarlo ancora!»

Anajise, triste ma speranzosa dichiara mentre raggiunge la porta:
« Sì madre, questo mi rende triste, ma ha anche detto che saranno qui per il mio compleanno! E Nicolàe mantiene sempre le promesse »
Felice, fa un inchino alla madre esce e avanza danzando per tutto il corridoio.
Nel mentre la sua mente fantastica a immaginare il momento che rivedrà il suo Julièn.
" Arriverai con il tuo cavallo bianco, come il principe delle favole, quando mi vedrai stenterai a credere che fossi io... di quanto sono diventata bella... di quanto fossi divenuta donna. Ti avvicinerai a me e faremo il nostro gioco " mademoiselle permettete questo ballo? Ne sono onorata monsieur! Mentre danziamo al chiaro di luna, accosterai le tue labbra alle mie e mi bacerai... ci baceremo! E il giorno dopo chiederai la mia mano, ci sposeremo avremo tanti bambini e vivremo felici per sempre".

Mentre sogna a occhi aperti, volteggia felice con il suo vestito rosa di raso e svolazzanti nastrini colorati fra i capelli acconciati a una treccia.
Colma di euforia, non si accorge di una domestica che transita in quel momento e va a scontrarsi con lei, facendola capitombolare a terra insieme al vassoio che stava portando in camera della contessa, sua madre.

Anajise, imbarazzata si scusa con la donna, le porge la mano per aiutarla ad alzarsi, ma lei che è piegata in due dalle risate, non ha la forza e la sua ilarità contagia anche la giovane che la segue ridendo a sua volta.
In corridoio riecheggiano le forti sghignazzate delle due donne, fino alle orecchie del padrone che curioso va a vedere di persona che sta succedendo.
Quando arriva sul posto, la vista di sua figlia, chinata sul pavimento a ridere insieme a una domestica, lo inorridisce:
« Che diavoleria è mai questa!?»
Le due donne, conoscendo la rigidità del conte, smettono di ridere all' istante. La donna aiutata da Anajise, si solleva dal pavimento e subito dopo aver raccolto tutto quello che era finito per terra, con la testa china, oltrepassa l' uomo, tornando alle sue mansioni.
Mentre il nobile, non smette di fissare la figlia un solo istante e con lo sguardo le fa intendere il suo disappunto.
La ragazza, gli rivolge un inchino veloce e corre via.

Trascorre un mese, oggi è il giorno tanto atteso dalla giovane Anajise, oggi ricorre il suo compleanno.
Tutti a palazzo sono indaffarati con i preparativi.
La ragazza è impaziente e non solo per la festa ma anche perché rivedrà suo fratello e sopratutto Julièn.
Nel mentre che in casa è tutto pronto per l' evento, Anajise si porta fuori in giardino a raccogliere fiori di campo
( i suoi preferiti) per ornare la sua camera da letto. Ma quelli che vede non la soddisfano tanto, così decide di andare a raccogliere quelli vicino al lago.

Quando ha preso i necessari, decide di imboccare la stada di ritorno, ma proprio mentre sta per andare, nota un bellissimo fiore dai colori particolari sui petali, ma sarà difficile poterlo prendere. Anajise, si allunga più che può ma le suole delle scarpe scivolano sulla roccia bagnata, accidentalmente cade in acqua. E purtroppo nessuno la sentirà, perché come al suo solito sceglie di recarsi nei luoghi più reconditi.
Ma il caso volle che proprio da lì passassero a cavallo il fratello con
l' amico che non appena si accorgono di Anajise che annaspa in acqua, si tuffano subitanei.
Il più veloce a raggiungerla è Julièn, che la afferra nell' immediato conducendola fuori dal lago.
Sotto gli sguardi degli uomini lei non accenna a riprendersi così Julièn, che ha esperienze mediche, le pratica la respirazione artificiale.

Anajise per fortuna riprende conoscenza apre gli occhi, e vedendosi tra le braccia del ragazzo che tanto ama gli getta le braccia al collo esclamando:
« Siete tornati! Finalmente»
La ragazza abbraccia i due uomini ripetendo " Oggi è il giorno più bello di tutta la mia vita, mio fratello è tornato, il mio amore è qui con me, oggi è il mio compleanno! Cosa posso desiderare di più" !
Julièn, annuncia:
« È mai possibile che ti metti sempre nei guai?»
La ragazza sta per rispondere quando dalla boscaglia, dal finestrino di una carrozza appena giunta, la voce di una donna chiede:
« Tutto bene Julièn caro?»
« Tutto bene Madeleine, non preoccuparti»

" Madeleine? E adesso questa chi sarebbe"?

𝘼𝙈𝙊𝙍𝙄 𝙄𝙈𝙋𝙊𝙎𝙎𝙄𝘽𝙄𝙇𝙄 (ℕ𝕦𝕠𝕧𝕒 𝕊𝕥𝕖𝕤𝕦𝕣𝕒) In corso Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora