Capitolo 30 UNA TERRIBILE NOTTE

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«L' ho visto Corinne... ho rivisto Julièn! Ho trascorso con lui solo pochi momenti, ma che rimarranno impressi nella mia mente fino a che avrò respiro!» le confessa Anajise.

« Sono felice per voi, ma sta bene?»
« Sì, adesso sta molto meglio! Mi ha confessato di averlo fatto perchè sentiva troppo la mia assenza. L' ho trovato magro e pallido, e con il viso ricoperto dalla barba, ma l' ho riconosciuto lo stesso.

I suoi occhi non sono cambiati, anche se non hanno la stessa luce di un tempo» spiega con rammarico.
« Volete che vi prepari un bagno? » domanda Corinne.
Anajise a quella richiesta rimane titubante, non vorrebbe farlo per non mandare via l' odore di Julièn che ancora la pervade, ma anche se un po' contrariata, annuisce.

Subito dopo aver riempito la vasca, la domestica si congeda e la duchessa si immerge nel tepore di quell' acqua cosparsa di sali profumati alla rosa.

Intorno a lei solo candele che illuminano la stanza, un grande specchio posizionato al centro riflette la sua immagine.
Il suo viso dai lineamenti delicati, la pelle bianca come un alabastro, i biondi capelli raccolti sulla nuca.

Si scruta in quella lastra di vetro, si abbandona cullata da quell' atmosfera di pace e tranquillità.
Ripensa a Julièn, ai brevi e intensi momenti che hanno appena trascorso insieme.

"Chissà se riusciremo a stare ancora insieme amore mio. Se il destino ci offrirà un' altra opportunità. Ma servirebbe solo a stare bene per poco, a dimenticare la realtà... a vivere un sogno che non si avvererà mai.
Il nostro destino è già scritto e noi non possiamo fare altro che rassegnarci".

Si prepara ad uscire dalla vasca mentre lacrime copiose segnano il suo volto.
Osserva la sua immagine allo specchio e nel contempo avvolge la sua esile figura in un morbido telo bianco.

Raggiunge la sua camera, chiude la porta e si infila nuda sotto le coperte.
Anajise è convinta di non riuscire a dormire, ma il bagno di prima è riuscito a farla rilassare e senza accorgersene, il sonno la pervade.

Nel frattempo il duca, stravaccato sulla poltrona nel salotto, con una bottiglia di cognac fra le mani, rimugina sul fatto di non ricordare nulla del suo primo intimo incontro con la giovane consorte.

« Non posso non ricordare niente di quella importante notte... di averla posseduta... di averle procurato piacere.
E di averla deflorata. Queste sono cose importanti e dovrebbero rimanere indelebili nella mente! Sopratutto di un uomo avanti con gli anni come me... il ricordo di aver posseduto una verginella, mi riempie di orgoglio. Ma non ricordo niente invece! Adesso è bene che vada a letto »

Sale le scale, con la sola intenzione di andarsene a dormire, ma quando si trova a passare davanti alla porta della stanza da letto di Anajise qualcosa cambia in lui.

Tira giù la maniglia per aprire l' uscio, accede barcollante per i fumi dell' alcol, all' interno e quando affianca il letto, afferra con veemenza la coperta, tirandola via.

Anajise svegliatasi di soprassalto, non riesce a mettere a fuoco subito l' immagine che gli si para davanti, ma quando succede, intuisce nell' immediato le intenzioni del duca.

« S-Signor duca! Cosa ci fate qui?! »
Chiede spaventata la donna.
« Cosa ci faccio? Voi siete mia moglie e come tale avete il dovere di assecondare ogni mio volere! »

« Vi prego signor duca... non posso... Sono indisposta! » annuncia Anajise pensando di farlo desistere.
Ma il duca imperterrito e con aria padroneggiante, sfila via la sua vestaglia e tira via con violenza il lenzuolo che copriva la giovane.

Zompa sul letto e afferra Anajise tenendola ferma.
A nulla sono valse le urla e le lacrime della donna, senza curarsi di lei ed egoisticamente la penetra pensando al suo piacere.

È entrato dentro di lei senza il suo consenso.
Mentre lui si muove per appagare i suoi desideri sessuali, sudato e rozzo non si accorge nemmeno che sotto di lui ha solo un corpo che ha accettato passivamente di compiacere chi la sta possedendo.

Un esile corpo di una giovane donna che prega che finisca presto.
Da quegli occhi azzurri che sognavano da bambina il principe azzurro e una vita come nelle favole della buonanotte, che la madre le leggeva ogni sera prima di dormire, non sgorgano più lacrime.
Immobili a fissare solo sempre lo stesso punto.

Quando il duca ha appagato i suoi sensi, si solleva da sopra di lei, infila la sua vestaglia ed esce.
Lasciando Anajise immobile sul letto nuda e incredula di ciò che è appena accaduto.

Corinne che prima aveva sentito gridare, non poté fare altro che aspettare che il padrone uscisse per entrare e consolare la povera duchessa.
Entrando la vista le trasmette una visione sconcertante, Anajise immobile distesa sul letto.

La donna si precipita da lei la copre con il lenzuolo e preoccupata esclama:
« Anajise... Anajise perdonatemi non sono potuta intervenire ! Mi dispiace tanto! »

𝘼𝙈𝙊𝙍𝙄 𝙄𝙈𝙋𝙊𝙎𝙎𝙄𝘽𝙄𝙇𝙄 (ℕ𝕦𝕠𝕧𝕒 𝕊𝕥𝕖𝕤𝕦𝕣𝕒) In corso Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora