Capitolo 8 UN DESTINO CRUDELE

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Anajise, dopo aver saputo dal fratello, che è stato proprio Julièn a prendere la decisione di non tornare più in quella casa, si ammutolisce di colpo e afflitta prende la via del ritorno, lasciando Nicolàe senza una parola.
Per la strada, quelle frasi martellano insistenti la sua mente, non riesce a pensare ad altro.
Quando finalmente rincasa, il suo unico desiderio è di andare a rinchiudersi in camera sua e piangere tutte le lacrime che le sono rimaste.
Ma una voce - la distrae da quel proposito - il padre la appella dal suo studio trepidante.

Quando la ragazza raggiunge il vano, rimane stupita nel vedere insieme al genitore, un uomo di mezza età, accomodato su di una delle poltrone con entrambe le mani sul pomello del suo bastone.
In quel momento Anajise rimane allibita, la vista di quell' individuo le trasmette angoscia e nausea.
Subitaneo il padre la raggiunge sotto il telaio della porta - dove la ragazza è rimasta immobile - e prendendole delicatamente la mano la conduce dinnanzi all' ospite presentandola:
« Signor Duca! Permettetemi di presentarvi la mia dolce figlia Anajise!
Cara, lui è Roland Armand Duca de Guìse! Probabilmente tu, non ricorderai, perché eri solo una bambina; ma il signor Duca, frequenta da tempo casa nostra! »

Anajise, si sente fuori posto - nonostante vi sia il genitore - ha il sentore di qualcosa di opprimente e disgustoso.
Mentre la giovane, gli rivolge un inchino, lo guarda di sbieco, scorgendo i suoi occhi fissi sulla scollatura del suo vestito, Anajise, allora si porta i capelli avanti per togliere la visuale " all' infido Duca ".
Subito dopo, volge lo sguardo al padre e lo vede sorridere compiaciuto.
" Non mi piace questo Duca! Provoca in me un senso di repulsione! Devo trovare una buona scusa per allontanarmi senza farlo notare a mio padre. Un buon espediente per distanziarmi da loro" !

Ma mentre pensa a cosa potersi inventare le si avvicina il nobile, avanzando lentamente sorretto dal bastone, lei lo fissa cercando di celare il ribrezzo che prova e senza indugiare, prima che il nobile le si approssimi, dichiara:
« Dovete scusarmi se vi lascio, ma ho una terribile emicrania! Stavo infatti dirigendomi nei miei appartamenti a distendermi, prima che mi invitaste a entrare nel vostro studio, padre!»
Il genitore la guarda sospettoso, mentre il Duca le si accosta afferrando la sua mano, anche se lei è reticente e gliela bacia.

A quel punto, saluta i presenti, inchinandosi e si allontana lentamente.
Ma quando è sicura di non essere vista, solleva il suo vestito e corre velocemente in direzione della sua camera, una volta all' interno si sente al sicuro tra quelle pareti rivestite di carta da parati bianca e rosa dai microscopici fiorellini.
Quando le vengono in mente gli attimi di poco prima, si sente soffocare, come se avesse un peso sul cuore. Ripensando a quel bacio sulla mano, non gradito, riempie velocemente la bacinella in ceramica di acqua e con il sapone lava via l' impronta umettata che quell'individuo, le ha lasciato.
Si distende sul suo letto, con il viso rivolto al soffitto, ma nel contempo che lo fissa, il pensiero di quel viscido Duca, lascia il posto al bellissimo viso di Julièn, rattristandola.
« Perché Julièn? Perché?! Non vuoi venire più a causa mia? Per non farmi soffrire? Ma non hai capito che sto più male senza vederti... sentire il dolce suono della tua voce! Forse se io non fossi più in questa casa, lui tornerebbe a venire! Io non lo vedrei lo stesso, ma almeno Nicolàe lo può incontrare in casa sua e non fuori. E di tutto, sono io la causa! Ma dove vado? Potrei chiedere a mia madre di scrivere a mia zia Charlòtte?! Ma cosa sto dicendo! Se facessi questo, significherebbe che mi sono rassegnata a perderlo e non è quello che voglio! No! Julièn sarà mio, costi quel che costi! »

NICOLÀE

Dopo aver rivelato ad Anajise, le intenzioni di Julièn, lei si è allontanata silente e il fratello impensierito pensa
" Sono un po' preoccupato per lei!
L' espressione di avvilimento su quel viso angelico! Non posso neanche immaginare quanto stia soffrendo a causa di Julièn, perché io a differenza sua non mi sono mai innamorato e spero che non succeda mai, se amare significa soffrire! Devo fare qualcosa per la mia sorellina, per farla svagare e distrarre dal pensiero di lui!
Magari le propongo di fare un viaggio?!
Entra in casa e mentre si accinge a salire i gradini dello scalone, si ferma di colpo, quando vede il padre condurre alla porta un uomo che a prima vista tutto sembra tranne che un Duca.
Infatti, il giovane rimane con un piede sul primo gradino e la mano posata sulla passamaneria in radica, intento a captare qualche parola all' interno della conversazione che si sta svolgendo fra i due.
" Chi sarà quest' uomo e perché mio padre sembra essere a disagio a parlare con lui?
Devo saperne di più!

Si accosta al genitore, mentre lui osserva il nobile andare via sulla sua carrozza, in fasciame di legno di noce, riccamente decorata; coperta a telone con una suggestiva lavorazione che erge sul tetto a forma di corona come anche su i due sportelli posti ai fianchi.
Nicolàe, notando l' emblema regale pensa tra sé e sé - " Quello è lo stemma del nostro Re! Chi è quest' uomo?

Di getto si rivolge al padre domandando incuriosito:
« Scusate padre, chi è l' uomo che è appena andato via?»
Lui soddisfatto risponde:
« Quell' uomo è nientemeno che, Roland Armand Duca de Guìse, nonché il cugino del nostro beneamato Re Luigi XV e tra poco meno di un mese, marito di tua sorella Anajise!»
L' ultima frase gela il sangue nelle vene al giovane e d' istinto esclama:
« Cosa? Ma...»
« È venuto stamattina per chiedermi la sua mano! Non è meraviglioso?!»
Senza rendersi conto, per la troppa rabbia reagisce alle parole del genitore ribattendo:
« Ma è... è troppo vecchio per lei e lei è troppo bella per lui! Non potete padre! Anajise... »
Lo interrompe bruscamente alzando la voce replicando:
« ANAJISE È IN ETÀ DA MARITO E IL DUCA DE GUÌSE È L' UOMO GIUSTO PER LEI! NON VOGLIO PIÙ TORNARE
SULL' ARGOMENTO! SONO STATO ABBASTANZA CHIARO?»

Si allontana distanziandosi dal figlio nervosamente.
Nicolàe, rimane stordito dal tono di voce e anche dalle affermazioni del padre che minaccioso gli ha proclamato.
« Povera Anajise! La mia sorellina ha già il cuore in pezzi per Julièn, le ci vuole anche questo brutto colpo per concludere! Io ho le mani legate, non posso fare niente per lei! Credo che non le rimanga altro da fare che rassegnarsi al suo crudele destino! »

𝘼𝙈𝙊𝙍𝙄 𝙄𝙈𝙋𝙊𝙎𝙎𝙄𝘽𝙄𝙇𝙄 (ℕ𝕦𝕠𝕧𝕒 𝕊𝕥𝕖𝕤𝕦𝕣𝕒) In corso Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora