2.Occhi pieni d'odio

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«Non vedo l'ora che arrivi l'estate...»mugugnò sbuffando Drew al mio fianco.

«Da un paio di mesi é finita.» sorrisi scuotendo il capo.

«Così pochi? Quindi mi stai dicendo che dovrò andare a scuola per altri sette mesi?» domandò con avvilimento.

«Così sembra, almeno che non decida di fare una rinuncia agli studi.» esordii civettuola portando lo sguardo sulle Nike bianche, che ogni giorno pulivo con cura. Erano delle scarpe che mi erano state regalate anni prima, a cui ero molto affezionata, nonostante mi andassero un po' strette.

«Io proporrei un piano di studi di tre mesi e nove di vacanza!»

«Che sicuramente la preside accetterà, tu inizia a proporlo.» ironizzai aumentando il suo sguardo in tralice che avrebbe potuto uccidermi seduta stante. Erano passati alcuni giorni, mi ero ambientata alle stradine, alle persone e all'aria che si respirava. Avevo preso almeno un po' coscienza nel trovarmi qui, e non più a Berlino, dove avevo lasciato la mia quotidianità. Però, per quanto mi stessi trovando a mio agio, c'erano ancora certe cose che non capivo.

Tra cui anche alcuni comportamenti insoliti di Drew.

«Müller!» richiamò una voce femminile. Io e Drew ci voltammo nella direzione dalla quale si era sparsa la voce e trovammo con lo sguardo su una panchina una ragazza e un ragazzo.

Non avevo molta voglia di andare a socializzare, ma erano amici di mio cugino; quindi, in un silenzio religioso mi avvicinai senza far girovagare troppo lo sguardo su di loro e mi accesi una sigaretta.

«Sei sparito in queste settimane!» constatò la voce sibillina di un ragazzo dai capelli biondi e gli occhi grigi. Aveva una felpa nera e la pelle ambrata.

«I soliti casini.» scrollò le spalle mio cugino.

«Di nuovo? Pensavo avessi smesso...» redarguì la ragazza con le gambe accavallate.

Il problema era che passare inosservata quando eri a poca distanza da loro, i quali già ti avevano adocchiata, non era semplice.

«Hey! Non mi dire che tu sei la ragazza di un tipo come Drew?» la mora dalle mille lentiggini che le pitturavano il volto inclinò la testa verso di me. Era bella. Aveva la pelle scura e i capelli ricci, una bocca carnosa e degli occhi scuri grandi. Aveva una maniera elegante di porsi, che neppure mi sapevo spiegare.

«In verità sono sua cugina.» risposi con una mezza risata. Lei mi guardò con un sorrisetto compiaciuto tra le labbra, mentre il secondo ragazzo leccava una cartina chiudendola, estraniato da quella conversazione. Quei ragazzi avevano uno stile molto singolare, non mi riferivo solo di vestiti, ma proprio nel modo in cui parlavano e si comportavano.

«Sei la famosa cugina di Berlino!?» la riccia mi scoccò un'occhiata entusiasta.

«Famosa?» rivolsi uno sguardo cinico a Drew che scosse le spalle.

«Drew ha sempre parlato di te in questi anni, di quanto fossi divertente e intelligente! Piacere, io sono Maeve.» si alzò con molta delicatezza e mi porse la mano adornata di anelli argentati.

«Sky.» ricambiai la stretta di mano. Poi vidi che alzò gli occhi al cielo, girandosi di spalle verso il ragazzo seduto con le cuffie alle orecchie dai medesimi capelli ricci e una felpa di tupac addosso.

«Damian?» lo richiamò seccata, senza ricevere risposta da quest'ultimo. Quindi gli strappò le cuffie di dosso e lo costrinse ad alzare lo sguardo seccato.

«Che dici di non fare l'asociale e presentarti anche tu?» gli chiese sotto il viso annoiato e cupo dell'altro.

«Damian.» si limitò a dire in un mormorio.

𝟐𝟒 𝐜𝐚𝐫𝐚𝐭𝐢 ||Tom kaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora