27. prendi il colpo o fuggi

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DREW

Il mio cuore mancò un battito.

Ci fu una breve frazione di secondi in cui davvero fui sicuro avesse smesso di battere ed il respiro mi si mozzò in gola. Avvertivo le vene pulsarmi attraverso i tessuti corporei e la pelle fondersi con i miei vestiti. Il terriccio sotto ai piedi mi stava trascinando in una fossa in cui stavo sprofondando.

Non stava accadendo. Non era reale.
Sky strattonata da un uomo che le aveva puntato una pistola contro con violenza, Tom che teneva per le spalle uno dei componenti della banda, i bambini che osservavano impauriti la scena con le lacrime agli occhi e Adeline che aveva il viso teso come una corda di violino.

«Ragazzino non fare sciocchezze.» affermò il quarto malvivente apparso dal nulla.

«Credevi davvero che non ci fosse qualcuno ad aspettare che gli altri fossero tornati vivi?» scosse il capo con divertimento mentre stringeva la presa su mia cugina che era impedita ad inserirsi nella conversazione, ma i suoi occhi parlavano per lei. Stava lacerando con lo sguardo l'uomo che le era accanto.

Tom non accennava a mollare la spalla della persona che stava usando come scudo antiproiettili. Aveva la mascella contratta e il viso assottigliato in un'unica emozione: rabbia. Non stava perdendo la calma, la sua mente era ancora lucida, lo conoscevo bene per poterlo dire. Sapevo che i macchinari del suo cervello stessero progettando un modo per uscirne illesi, per riuscire a far sì che nessuno si facesse male.
Lo vedevo.

«Una vita con una vita.» Tom strinse il pugno di più, al sentir pronunciare quelle parole «Ricordo bene nel casino in cui ci avete messo quando avete lasciato il mostro. E ricordo esplicitamente che il tuo amico aveva un conto da saldare.» asseverò.

«E allora perché continui ad ostinarti nel proteggerlo? Non capisci, quel ragazzo ormai é spacciato...Non importa quanto tu ci provi, alla fine morirà lo stesso. Stai solo sprecando il tuo tempo, rimandando il corso degli eventi.» rise con un'aria cinica che mi fece rabbrividire al solo pensiero che tutto ciò che stesse dicendo fosse la verità. Erano anni che Tom mi teneva lontano dai guai, anni in cui avevamo avuto un profilo basso.

C'era stato un lasso di tempo in cui avevamo davvero creduto che fosse stato un brutto sogno, ma poi loro erano risaliti a noi mesi fa e l'incubo era ricominciato da capo.

Qualcuno aveva raccontato di quella notte.
Erano a conoscenza dai quello che avevamo fatto, come se l'avesse vissuto sulla propria pelle.

«Allora, saresti davvero disposto a sacrificare la vita di questa ragazza e quella di questi bambini, in cambio di una sola?» chiese in un sorrisetto snervante che non faceva che provocare ancora di più la sua vittima.

Tom non rispose, non contribuendo alla realizzazione di quel giochino istigatore.

L'altro sospirò pesante con un vena di divertimento, come si fosse quasi per annoiato di quella situazione placida.

«Ti abbiamo già perdonato una volta Kaulitz» asserì mentre il suo sorriso si induriva «Non saremo clementi una seconda volta, accetteremo la guerra se sarà necessario.» annunciò intimidatorio. Poi si voltò e indicò ben oltre la stradina dietro di se con l'indice «Più avanti, si sta tenendo una piccola festa di Natale, lí.»

Ritornò a rivolgersi faccia a faccia con il moro.

«Ti concedo un'ora al massimo, se al suo scadere non ti sarai fatto vivo e ci porterai il ragazzo...» spostò il capo verso Sky per concentrare l'attenzione su di lei «Sai già quello che succederà...» disse incupendo gli occhi e allontanandosi a piccoli passi all'indietro, in direzione della macchina. Anche gli altri uomini lo seguirono simultanei, anche quello che Tom stava trattenendo fu scagionato con uno spintone e quasi non cascò sul marciapiede.

𝟐𝟒 𝐜𝐚𝐫𝐚𝐭𝐢 ||Tom kaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora