25.Serve un miracolo

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Vi dico solo, preparatevi perché il capitolo vi farà incazzare per come finirà.
Buona lettura!

MAEVE

Blake era ancora in stato di convalescenza.
Non si era ancora svegliato.

Lo vedevo riposare su un letto di ospedale, con la flebo attaccata al braccio. Era così sereno, dava l'aria che non ci fosse più alcuna ferita che gli facesse contrire quel viso delicato e freddo.
Gli rimboccai le lenzuola bianche e gli accarezzai i capelli castani,tendenti a sfumature di biondo.

Blake. Sapevo che il suo dolore più grande sarebbe stato svegliarsi e ricordare ciò che fosse successo con Josh. Il suo migliore amico.

Sospirai e sperai che tutto fosse solo la fine di un brutto sogno, perché nessuno meritava più di soffrire. Nessuno meritava più di perdere la vita.
Nessuno meritava più di dover patire un dolore così grande, come la perdita di una persona cara.

Nessuno.

Era quello che avrei voluto.

SKY

«Tom?»

Davanti ai nostri occhi apparve la figura sinuosa di una donna dagli occhi azzurri e dai capelli mori racchiusi in una crocchia ordinata. Era giovane, avrà avuto sulla quarantina di anni. Indosso aveva un vestito lungo di un colore aranciato, e delle scarpe alte.

«Non ci credo...Sei davvero tu!» quest'ultima incredula si portò una mano alla bocca e si avvicinò velocemente verso di lui, che restava immobile a fissarla.

Lo abbracciò, stringendolo forte tra le braccia, mentre le lacrime scendevano sul suo viso arrossato in modo leggero dall'emozione. Tom, dapprima non ricambiò quella forte stretta che sembrasse imprigionarlo, che trasudava solo un semplice sentimento: mancanza.

Poi lo vidi alzare una mano incerta e posarla dietro le spalle della donna con delicatezza, l'altra invece fu poggiata dietro la sua nuca per calmarla e impedirle di scoppiare in un pianto più forte.

«Non pensavo che saresti ritornato qui» affermò la donna con la voce che tremava, staccandosi da Tom che non proferì una singola parola e continuava ad avere quegli occhi persi. Sentivo che stesse cadendo in frantumi.

«Non lo credevo neppure io. Ma c'è una cosa che voglio chiederti...» disse in un sussurro flebile.

«...Adeline» aggiunse fissandola negli occhi chiari.

«Tom...» la mora si asciugò le lacrime con un gesto della mano e spostò l'attenzione da lui, per poi esaurirsi alla nostra vista a pochi passi distanti. Né io, né Drew avevamo avuto intenzione di interrompere quel momento. Ci era parso troppo intimo, per intrometterci con delle presentazioni impacciate.

«Voi siete...» incomincio a rivolgersi a noi incuriosita.

«Amici. Amici di Tom.» le rispose Drew porgendole la mano con tono caloroso.

«Amici?» ripeté dando una fugace occhiata verso il ragazzo con le treccine, che aveva gli occhi puntati altrove.

«Piacere, sono Drew.» si scambiarono una stretta di mano lieve e lei annuì sorridendo, in seguito fui io a porgerle quello scambio caloroso.

𝟐𝟒 𝐜𝐚𝐫𝐚𝐭𝐢 ||Tom kaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora