Cry 25

103 6 18
                                    

Rannicchiato su me stesso con le gambe al petto, fissavo con rassegnazione la catena così stretta alla caviglia sinistra, che più volte l'avevo vista sanguinare <avanti mocciosi! è ora di mangiare> con la schiena incurvata verso le ginocchia, asco...

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Rannicchiato su me stesso con le gambe al petto, fissavo con rassegnazione la catena così stretta alla caviglia sinistra, che più volte l'avevo vista sanguinare <avanti mocciosi! è ora di mangiare> con la schiena incurvata verso le ginocchia, ascoltavo le voci e i passi dei due adulti, fino a rinchiudermi maggiormente su me stesso sfiorando il ginocchio destro con la punta del nasino <non abbiamo roba da ricchi come i piatti! Aprite la bocca!>dietro alle cosce mi strinsi nervosamente le manine facendo sprofondare la testa tra le gambe.Immobile, nella stessa posiziona da un'ora, o chissà forse anche di più, ascoltai in silenzio le lamentele degli altri bimbi che venivano sfamati con la solita poltiglia, facendola defluire nello stesso imbuto uguale per tutti <vai, versa!> che cos'era? Non lo so...forse cibo per cani diluito con qualcosa <hey! Non vomitarlo!><aaah! Questi cazzo di mocciosi fanno sempre quello che minchia vogliono!><faglielo rimangiare, e se non lo fa, si vede che non ha fame hahah>

Ora non ho molta voglia di parlare...

<sono abituati proprio male, e pensare che questa è roba buona hahah!><mh!>una mano forzuta mi afferrò per la sporca camicia che una volta era bianca, strattonandomi verso le sbarre della gabbia <soprattutto voialtri, se morite sono guai!><vai fallo abbuffare!>l'adulto portò l'imbuto nella mia bocca, facendomi assaporare il sentore di vomito e quei strani pezzettini che vi erano attaccati sulla plastica.Per evitare di farmi allontanare, mi bloccò il polso mentre il secondo adulto prese il mestolo d'acciaio (che di sicuro non veniva pulito da anni visto il suo aspetto).In ginocchio, con le gambe tremolanti, cercai di non soffocare con tutto quel "cibo" che era stato inserito nell'imbuto.Lo stesso adulto che mi aveva ingabbiato il polso, mi serrò con forza le guance tanto che per lo spavento non riuscì a ingoiare la brodaglia. Lui si arrabbiò.

Ho paura!

Così soffoco. Padre,madre...

Aiuto...

<il prossimo!><oh.Questo qui è andato><tsck, quei nobili non sono per niente delicati con questi mocciosi!>tremando così forte da sentirmi in imbarazzo con me stesso, a disagio, strinsi l'asta arrugginita della gabbia mentre i due adulti aprirono quella che fu per un periodo la nostra casa.Si poteva chiamare casa una cella? Io non penso...però, il fatto che ci divideva da quegli adulti cattivi mi fece sentire al sicuro più volte, almeno, fino a quando non la aprivano, proprio come in questo caso. L'adulto afferrò la camicia del bimbo che era nella mia stessa tana e, con un indifferenza raccapricciante lo trascinò via.Non lo toccava, si limitava ad afferrare l'indumento troppo largo per quel corpicino magro e a trascinarlo via.

Un giorno finirò così anch'io?

Più di una volta mi domandai che fine facessero quei corpi freddi ma, più di una volta, mi costrinsi a non pensarlo per mantenere quella poca speranza, quella poca lucidità. Nella brodaglia c'era la carne? Forse... forse è meglio non pensare <hey, non preoccuparti> come un caldo vento primaverile, come un dolce bacio, come una bellissima rosa piena di spine lui posò la mano sulla mia, sulla mia mano incerta, facendomi calmare la mente e il cuore <ti proteggo io> abbozzai un sorriso, cioè, cercai di farlo, dato che non ricordavo più come si sorrideva.

Tea Time of Love-Dark Caramel teaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora