Cry 34

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Questa mattina mi ero svegliato non solo giù di morale, ma anche con il mal di testa, e di certo la situazione assurda con Sebastian non aiutava a migliorare il mio stato attuale, anzi... dopo ciò che era successo ieri nella sua camera e quello che mi aveva detto nella mia stanza, sentivo la necessità di allontanarmi per respirare. Una parte di me lo faceva per paura, perché il suo comportamento mi spaventava. In fondo, se aveva perso il controllo una volta, perché non poteva succedere una seconda? Avevo sempre saputo che era molto geloso, ma ora non penso che stiamo parlando di gelosia; era qualcosa di diverso, che aveva tutte le caratteristiche per essere una dipendenza, un'ossessione.

"In realtà hai paura di guardare con i tuoi occhi il simbolo della colpa che hai accanto a te"

Smisi di scrivere la lettera di risposta per l'ennesima collaborazione che non mi avrebbe portato nessun guadagno.La lista dei motivi per cui volevo allontanarmi da lui era davvero lunga, e forse ciò che è successo ieri mi ha spinto un po' di più a portare avanti questa mia folle idea.È un'idea folle perché senza il mio scoglio dovrò imparare a nuotare nel mare aperto ed io credo di non esserne in grado. Però, se questo mi permetterà di alleggerire il peso che porto nel petto potrei provarci.Devo provarci, infondo a questo punto non posso più avere ripensamenti.Guardai un punto non preciso del foglio con la penna in mano quando le parole di ieri sera del demone si insinuarono nella mia mente, sottolineando il rapporto inquietante che avevamo.

"mi domando chi altro, oltre al sottoscritto, possa farvi quest'effetto"

Pensavo che mi stesse dedicando un po' di tempo, considerando che era stato fuori tutto il pomeriggio, invece, con quella frase, stava sottolineando le mie crepe, oltre a ribadire il suo potere su di me. A causa del mio passato, non ero molto propenso a fidarmi delle persone, soprattutto quando si trattava di farmi toccare, e Sebastian lo sapeva bene, talmente bene da sapere che solo con lui mi lasciavo andare in quel modo. Questo lo rendeva fin troppo orgoglioso di avere l'esclusiva su di me. Redmond mi ha solamente invitato al suo party, non mi ha chiesto di fare chissà che, quindi perché si sta comportando in questa maniera?Alzai lo sguardo verso la porta, sentendo qualcuno bussare <Avanti> la figura di Sebastian avanzò nello studio e, a quel punto, dovetti combattere con l'altra parte di me, quella più debole, consapevole del fatto che mi sarei dovuto staccare dallo scoglio <Ho appena ricevuto una chiamata dall'hotel, purtroppo devo recarmi lì per il ruolo da chaperon> il silenzio aleggiò tra noi due mentre io finivo di scrivere la lettera <La merenda ve la servirà il signor Agni> ci fu un momento di silenzio, giusto il tempo di mettere il punto e posare la penna sulla scrivania <Quindi?> domandai, guardandolo alquanto indifferente <Volevo avvertirvi> rivelò con tono irritato, come se lui avesse il diritto di esserlo <Fai quello che devi fare. Lo sai che quando c'è di mezzo il Funtom Hotel puoi andartene anche senza dirmi nulla> dissi mentre prendevo la lettera successiva dal mucchietto alla mia destra. E fortunatamente, o sfortunatamente, appena presi la successiva, lasciai in bella vista la lettera. Quella lettera.Nonostante mancassero ancora alcuni giorni al party di Redmond, mi sentivo agitato. Mi domandavo se avessi preso la decisione giusta, in fondo lui poteva benissimo mentirmi. Mi chiedevo se fossi all'altezza e perfino se meritassi di farlo, ritrovandomi così a rileggere più volte la lettera per assicurarmi di non aver tralasciato alcun dettaglio, come l'ora, il tema o altro.Come un fulmine, gli occhi del demone saettarono sull'invito, facendo trasparire tutta la sua irritazione <Non ve ne siete sbarazzato?> domandò, avvicinandosi alla scrivania con quella sua solita irritazione che da una parte mi innervosiva e dall'altra mi spaventava, perché avevo capito che, sotto l'effetto della gelosia, era capace di fare di tutto <Perché dovrei? Ha un buon profumo> sussurrai, mentre la sua rabbia iniziava a farsi palpabile, soprattutto dal modo in cui fissava il suo acerrimo nemico: la lettera.Con un sorriso tutt'altro che di scherno, Sebastian fece il giro della scrivania, facendomi irrigidire, perché non avevo idea di cosa volesse fare. Nonostante il tragitto fosse alquanto breve, nel silenzio della stanza, accompagnato dal frastuono del mio cuore irrequieto e dal rumore delle sue Oxford sul parquet, mi sembrò che fosse passato un tempo infinito prima che arrivasse dinanzi a me <Ad ogni modo, parlando di party...> con un gesto veloce afferrò il bracciolo della sedia a rotelle per farmi girare verso di lui, e posò l'altra mano sull'altro bracciolo, impedendomi così di scappare. Nonostante il suo sorriso e l'aria da schiaffi, rimasi rigido sulla sedia, con il cuore che scalpitava, e non in senso positivo <La tenuta per sabato è pronta e l'ho fatta recapitare nella nostra suite, in modo che possiate vestirvi all'hotel senza fare il lungo tragitto dalla villa con indumenti ingombranti> sussurrò con la sua voce vellutata quasi ridotta a un sussurro, mentre si avvicinava brutalmente a me.Le sue labbra mi lasciarono baci non richiesti sul collo, baci che sembravano solo un promemoria per ricordarmi che ero suo. Con una risata che celava tutta la mia irritazione, cercai invano di allontanarlo da me, portando le mani sulle sue spalle, che erano indubbiamente troppo grandi per le mie mani <Quindi è così che pensi di affrontare il discorso?> domandai irritato, mentre i baci si intensificavano fino a diventare più prepotenti, tanto che iniziai a temere che potesse lasciarmi qualche segno. Cominciai ad agitarmi, scalpitando con le gambe per cercare di liberarmi dalla sua presa possessiva <Ti parlo di Redmond e tu cosa fai? Sottolinei il fatto che sabato passeremo la serata insieme?!> trattenni un gemito quando le sue labbra presero a percorrere la porzione di pelle lasciata scoperta dalla camicia <In realtà pensavo di risolvere il problema in un altro modo, ma dubito che apprezzereste> sussurrò, afferrandomi i fianchi, mentre le sue attenzioni diventavano sempre più asfissianti <Togliti di mezzo!> gli diedi un calcio sul petto, ma invece di farlo allontanare peggiorò solamente la situazione dato che lui mi afferrò la caviglia per portarla sulla sua spalla insinuandosi così tra le mie gambe involontariamente divaricate.In quell'istante, un verso stridulo fuoriuscì dalla mia bocca. Non solo la mia voce era intrisa di paura, ma anche i miei occhi esprimevano terrore, sia per la posizione che per il suo comportamento, che ultimamente era diventato troppo imprevedibile.All'improvviso, qualcosa nella mia mente si sbloccò...

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 01 ⏰

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