Cry 29

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<vi fa ancora male?> <mmh> disperato mi rotolai dall'altro lato del letto, eppure me ne pentì subito avvertendo le lenzuola fredde <volete che annulli l'uscita?> annuì abbracciando il cuscino <portami la colazione a letto> mugolai mezzo assonnato e con il mal di testa che non cennava a volermi lasciare in pace.Questa mattina, quando Sebastian mi ha svegliato mi sono ritrovato con un forte mal di testa, eppure nonostante ciò, imperterrito di provare quei cornetti giganti del bar Wood, dissi a quello là di lasciarmi riposare per qualche minuto in più , con la speranza che il dolore e le le fitte sparissero <certamente> alla fine ho dovuto annullare l'uscita.

"Ciel passa sempre le giornate rinchiuso nello studio, così non posso mai stare con lui!"

Non l'ho fatto di certo a posta...non me la sento di uscire in queste condizioni, e il pensiero di andare nello studio e portare avanti i miei doveri da capofamiglia mi faceva sentire ancora più stanco.Poco dopo Sebastian arrivò con la mia colazione: una lemon tart e un ottimo Earl Grey.
Seduto sulla sedia della scrivania, ripensai all'incubo che avevo fatto ieri sera: da quando ero tornato in me mi capitava spesso di fare lo stesso brutto sogno, con la medesima frase che come un coltello mi pugnalava al petto ripetute volte, squartandomi, riducendomi in brandelli per mostrare al mondo il marciume che avevo dentro.Quella frase ormai si era impressa nella mia mente e non sembrava intenzionata a volersene andare, e ciò mi fece sprofondare ancora più affondo, in uno stato di malessere interiore che non potevo di certo rivelare a nessuno.

La mente iniziò a galoppare senza il mio permesso, portando con se il ricordo nauseabondo di quell'odore metallico del sangue, le urla strazianti, le suppliche non ascoltate, gesti non richiesti, occhi indiscreti e vite tolte senza motivo

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La mente iniziò a galoppare senza il mio permesso, portando con se il ricordo nauseabondo di quell'odore metallico del sangue, le urla strazianti, le suppliche non ascoltate, gesti non richiesti, occhi indiscreti e vite tolte senza motivo.Straziato dal dolore alla testa, portai i gomiti sulla scrivania e lentamente mi passai le mani tra i capelli, rendendomi conto di essermi impigliato nella tela di un grosso ragno.Cennando un piccolo sospiro, mi feci forza da solo ricordando a me stesso che ero il conte Phantomhive, l'erede della famiglia Phantomhive ma, prima che potessi togliere i gomiti dalla scrivania una sensazione di inferiorità mi invase la mente tanto che per qualche istante me ne restai lì, con il volto basso e gli occhi pregni di ricordi oscuri.Qualche istante dopo mi raddrizzai sulla sedia per concentrarmi sul casino di lettere sparpagliate sulla scrivania. Un'altro piccolo sospiro fuoriuscì dalla mia bocca, un sospiro che invece di farmi sentire meglio, portò con se un'immensa tristezza che di certo nessuno avrebbe potuto colmare o guarire.Con il pensiero che le cose rotte, rotte come me non si aggiustano presi una lettera dal mucchio notando con sdegno e ribrezzo che la mia mano stava leggermente vacillando.Corrugai le sopracciglia arrabbiato e allo stesso tempo a disagio con me stesso per essere così fragile, così rotto.Con rabbia afferrai la busta, quando sotto ad essa notai la carta di una lettera che avevo già visto in precedenza perciò incuriosito presi prima questa.A quanto pare nella pila di missive che mi aveva portato Sebastian c'era la lettera del figlio di Vuitton perciò, ricordando la figuraccia che mi aveva fatto fare quel buono a nulla aprì immediatamente la lettera scoprendo che suo figlio, ovvero Luis, verrà a Londra in anticipo per via del lavoro.
Per tutta la mattina cercai di ignorare il mal di testa e quella strana tristezza che a stento mi permetteva di guardare le persone negli occhi: non era una semplice tristezza, era un dolore lancinante al petto tanto da rendermi difficile respirare.Ad ogni modo, credo di non essere stato molto bravo a nascondere questo mio stato attuale, tanto che nelle prime ore del pomeriggio mi ritrovai sotto al gazebo insieme a Soma mentre Agni mi versava nel bicchiere di vetro un liquido non del tutto limpido da farlo sembrare acqua <cos'è ?> domani scrutando il contenuto del bicchiere che di certo non era acqua, visto i suoi riflessi di un debole lilla <si tratta di un rimedio naturale contro il mal di testa. È un'acqua aromatizzata alla lavanda e alla vaniglia>dovrebbe essere buono dato che è alla vaniglia.Preso da un momento di sete afferrai il bicchiere per berne quasi tutto il contenuto <comunque...riguardo quell'argomento che stavamo facendo in camera questa mattina>mentre bevevo il contenuto tutto d'un fiato, portai gli occhi sul principe che per la prima volta sembrava avere un aurea così seria che mi fece capire che quello sarebbe stato un discorso di un certo spessore, e che probabilmente neanche dovevo sentire, eppure lui sembrò fidarsi ciecamente di me tanto da parlarne liberamente.Posai il bicchiere sul piccolo tavolo rotondo tossendo per il forte, decisamente troppo forte aroma di lavanda che mi mandò a fuoco la gola <credo che non sia Liam o quei due a scegliere, bensì una forza superiore>inaspettatamente avvertì un dolce sentore di vaniglia che attutì quel saporaccio <una forza superiore? Cosa intendete mio principe?><beh non è forse come l'amore? Credo che ci debba essere prima di tutto la scintilla, e soprattutto il rispetto reciproco.Come si può amore qualcuno se questa persona ti fa del male?>sentendo quelle parole mi sentì inspiegabilmente preso in causa, come se tutte le luci erano puntatate su di me tanto da farmi sentire a disagio <principe, voi avete indubbiamente ragione ma__>Soma intervenne prima che Agni finisse la frase e per la prima volta lo vidi davvero arrabbiato <Agni il mare è pieno di pesci no? Che male c'è rifiutare? Liam dovrebbe farsi raggiungere solamente da chi lo merita>non avevo idea di cosa stavano parlando, eppure quel discorso mi colpì dritto al petto tanto da farmi alzare e andarmene via <eh? Piccoletto dove vai?><al contrario di te io devo lavorare!>dissi aspramente, con un tono irritato come se volessi sfogare sul povero principe tutta la mia rabbia.Ero arrabbiato, arrabbiato con me stesso, con le persone che avevano ucciso la mia famiglia, che mi avevano trascinato a forza in un mondo oscuro che non volevo neanche conoscere e per via della situazione in cui mi trovavo.Ero arrabbiato, eppure non potevo fare niente per colmare il vuoto dentro di me e per placare la mia ira.

Tea Time of Love-Dark Caramel teaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora