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Claire


Quando mi sveglio la mattina dopo, controllo la sveglia sul mio comodino e vedo che sono le nove.
Va beh, mi alzo, dai, penso fra me e me. Poi ho proprio voglia di bere il mio solito caffè da Starbucks e magari oggi mangio anche qualcosa visto che è domenica. Faccio sempre colazione con un caffè da Starbucks che dista sette minuti a piedi da qui.
Mi tiro giù dal letto e infilo i piedi nelle ciabatte sopra il mio tappetto bianco con il simbolo dello yin yang.
Raggiungo la finestra e guardo fuori, osservando il cielo e i palazzi. Poi vado in bagno e successivamente torno in camera e accendo il mio cellulare.
Quando esco di casa Elena dorme ancora.
Arrivo da Starbucks e c'è un po' di fila, così mentre aspetto guardo cosa potrei mangiare e decido per un muffin ai mirtilli, uno yogurt e il miele.
Mentre sono al tavolo a bere il mio caffè e a mangiare il mio muffin controllo Whatsapp e vedo che Elena mi ha mandato un messaggio.
"Sei da Starbucks, vero?"
"Sì"
Lei non fa mai colazione fuori, perché è abituata a farla sempre a casa comodamente in pigiama. Io invece la faccio sempre qui da Starbucks. L'ho sempre fatta da Starbucks e ora che ce l'ho a così pochi minuti da casa è un sogno per me.
Quando torno a casa non trovo nessuno in soggiorno, così salgo le scale e chiamo la mia amica.
«Sono in camera.» mi risponde lei.
La raggiungo nella sua stanza e la trovo sul letto, intenta a guardare qualcosa sul suo portatile.
«Cosa guardi?» le chiedo.
«Degli annunci di lavoro, stage o qualsiasi cosa.»
«Ma hai già un lavoro.» le ricordo.
«Sì, ma lo sai cosa vorrei fare.»
«Sì, lo so.»
Io ed Elena lavoriamo entrambe. Io lavoro da Junior's, un ristorante, mentre Elena da Aéropostale, un negozio d'abbigliamento.
«Com'è fuori? Caldo o freddo?» mi chiede Elena poco dopo mentre guardo fuori dalla finestra.
«Si sta bene. Sta arrivando l'estate.» rispondo io, guardando il cielo azzurro.
«Già, e non vedo l'ora.» mi dice lei.
«Per te conviene, per me no.» le dico io, voltandomi.
«Già.» dice lei, sorridendomi.
Io sono sempre stata una persona calorosa, mentre Elena è l'opposto. Lei è una freddolosa nata e per quasi tutto l'anno, fatta eccezione in estate, ha sempre i piedi freddi.
Siamo l'opposto in quasi tutto. Uno dei vari motivi per cui siamo amiche.
Vorrei tanto che trovasse qualcuno caloroso come me, così potrà sentire caldo come vuole lei.
«Stasera lavori, vero?» mi chiede lei.
«Sì, dalle sette fino alla chiusura. E viene Alex a prendermi.»
Alex è il mio ragazzo con cui sto da due anni. Ho perso la verginità con lui ed è il mio primo ragazzo fisso. Ho avuto altri due ragazzi alle superiori, ma niente d'importante.
«Tu cosa fai nel pomeriggio e stasera?» le chiedo io.
«Non lo so. Potremmo andare da Starbucks e poi fare un giro al parco.» propone Elena.
«Sì, perché no.» rispondo io.
Mentre esco dalla stanza, Elena esclama:
«Resta qui, Claire! Ho finito di guardare gli annunci.»
«Arrivo!» urlo io, mentre salgo le scale per raggiungere la mia camera al piano superiore.
Il resto della mattinata e del pomeriggio continuano in modo tranquillo, poi ritorniamo a casa e io vado al lavoro, mentre Elena resta a casa visto che è il suo giorno di riposo.

Un'ora prima che io finisca il mio turno sto servendo una cheesecake quando vedo entrare Alex.
È alto 1.85, biondo con i capelli corti, con il ciuffo all'insù, gli occhi azzurri, le labbra carnose, magro, ed è anche muscoloso. Ha un bel fisico e un bel viso, due cose che gli hanno permesso di lavorare come modello da Hollister.
«Ciao, bellissima.» mi saluta lui, dandomi un bacio veloce.
«Ciao, amore.» lo saluto io con il mio solito sorrisetto da "è arrivato il mio splendido ragazzo che amo".
«Finisco tra un'ora.» gli ricordo io.
«Lo so.» dice lui, sedendosi ad un tavolo vicino.
Mi avvicino al suo tavolo e lui mi chiede:
«Tutto okay?»
«Sì. Vuoi qualcosa?»
«Sì, ma più tardi, così quando stacchi possiamo fare a metà.»
«Okay.» dico io, sorridendogli.
«Però portami una Coca. Non posso occupare il tavolo se non prendo niente.»
«Okay. Continuo a lavorare, a dopo.» aggiungo, dandogli un bacio, per poi sparire in cucina.
Dopo avergli portato una Coca Cola, vado al bancone e lo osservo. Mi guarda anche lui, così gli sorrido.
Non riesco ancora a credere che io e lui stiamo insieme, e da due anni.
Lui è davvero un bel ragazzo. Io non mi ritengo una brutta ragazza, però non reggo il confronto con lui. Ha un anno in più di me e lavora da Hollister dal duemiladodici, mentre io devo iniziare l'ultimo anno d'università. È proprio da Hollister che ci siamo conosciuti. Lui è stato con me quando ho comprato un vestito e una canottiera, aiutandomi a scegliere, e mi ha seguito fino ai camerini. Elena era con me quel giorno, poi la settimana successiva siamo usciti e da lì è iniziata la nostra storia. Dal venti maggio duemilatredici.
Siamo entrambi alti, magri, biondi, con gli occhi azzurri e le labbra carnose, e io, a contrario suo, ho due tatuaggi e il septum. A lui il septum non fa impazzire, e anche ad Elena non va molto a genio, ma io lo adoro, e ce l'ho da quando ho quindici anni.
«Che c'è?» mima lui con quelle bellissime labbra carnose.
«Niente.» gli rispondo io, scuotendo la testa.
Mi sorride e beve un sorso di Coca.
Una signora ad un tavolo vicino lo guarda e poi si volta verso il marito.
Spesso le donne lo guardano. Certo, è molto bello, ha ventidue anni ed è nel fiore dell'età adulta. Ormai non mi dà neanche più fastidio. Però a lui dà fastidio quando i ragazzi, soprattutto quelli di bell'aspetto, mi guardano. È geloso ed è una cosa che amo di lui. È geloso, ma non in modo possessivo, quindi va benissimo.

A mezzanotte prendo le mie cose e finalmente esco dal ristornate con Alex e una fetta di cheesecake alle fragole.
Dio, se è buona, penso mentre ne mangio un po'.
Junior's fa le migliori cheesecake della città, non ci sono dubbi.
Quando torniamo a casa troviamo Elena che guarda la tv in sala, ma noi andiamo in camera mia.
Alex resterà a dormire a casa, cosa che fa piuttosto spesso, soprattutto in estate e durante le feste.
«Non fate troppo rumore!» sento dire da Elena, mentre io e Alex saliamo le scale.
Io e lui scoppiamo a ridere, poi esclamo:
«Okay, Elena.»
Io e Alex continuiamo a ridacchiare finché non siamo in camera mia, poi lui mi tira a sé e mi bacia appassionatamente.
Si stacca da me per chiudere la porta, poi torna da me per baciarmi di nuovo.
«Cosa vuoi fare?» mi chiede lui, poco dopo.
«Pensavo fosse sottinteso.» rispondo io.
Lui mi sorride, poi dice:
«Beh, quello che voglio fare io sì, ma forse tu vuoi fare qualcos'altro prima di andare a dormire.»
«Naaa.» rispondo io, baciandolo.
Dopo aver fatto l'amore con il mio ragazzo ci addormentiamo sotto le coperte come due bambini stanchi che hanno giocato tutto il giorno.

Welcome to New York (ripubblicazione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora