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Amy


«Eccoci arrivate!» esclama Kim, fermando la sua macchina davanti a una villa beige che dà sulla spiaggia.
Sono in macchina con lei, Maya ed Elena, mentre Claire è con Chloe, Bethany e Zoe.
Scendiamo tutte dalla macchina e ci guardiamo intorno. È tutto così tranquillo qui, tutto così calmo. Non sono mai stata in un posto così. Sento il rumore delle onde che s'infrangono sulla riva e vedo dei gabbiani volare in cielo.
Amo New York, la grande città, il rumore della città, ma questo posto è così silenzioso. Ha il suo fascino, devo dire. Siamo negli Hamptons, a due ore da New York, dove i newyorkesi passano le loro estati e i loro weekend estivi. Io, Elena, Maya, Claire, Chloe, Bethany e Zoe siamo ospiti nella casa estiva della famiglia di Kim.
Entriamo in casa e mi guardo intorno. Vedo subito le scale e noto che il soffitto è più alto di quanto pensassi.
«Maya, Amy, benvenute nella mia casa al mare!» esclama Kim, portandoci poi in cucina e in sala.
«C'è anche la piscina?» chiede Maya, guardando fuori, mentre Kim apre le finestre.
«Sì.» risponde Kim, sorridendole.
Apre la porta-finestra e ci conduce nel patio.
C'è un tavolo verde scuro con sette sedie e un ombrellone annesso, e più avanti c'è la piscina, con quattro sdrai vicino al bordo. Non è tanto grande, ma tutto sommato è carina.
La vista dal patio è davvero bella. Guardo l'oceano davanti a noi e noto la passerella che porta alla spiaggia, e so già che mi divertirò molto in questo posto in questi tre giorni. È il weekend del quattro luglio e io amo questa festa, perché si sta con gli amici e la famiglia, si mangia la carne alla brace, si sta in spiaggia e si guardano i fuochi d'artificio.
Mi volto per osservare Elena e anche lei sta guardando il panorama intorno a noi.
«Torniamo dentro?» propone Kim.
Torniamo tutte dentro e saliamo al piano di sopra.
Pranziamo a casa e nel pomeriggio andiamo tutte in spiaggia. Non è caldissimo, ci saranno circa ventotto gradi, ma in fondo è solo il tre luglio.
Passiamo un bel pomeriggio in spiaggia e poi ceniamo in un bel ristorante della zona.
In tarda serata ci ritroviamo tutte quante intorno alla piscina a chiacchierare.
«Quindi volete organizzare una festa domani sera?» chiedo io.
«Sì, pensavamo così. Di solito la facciamo sempre.» mi risponde Elena.
«Conoscete qualcuno qui?» chiede Maya.
«Sì, ho alcuni amici qui. Basta spargere la voce e vedrai che ci sarà la casa affollata.» spiega Kim.
«L'anno scorso c'era molta gente?» chiedo.
«Sì.» risponde Kim.
«E più o meno quanti anni hanno i ragazzi e le ragazze che vengono?» chiede Maya.
«Più o meno la nostra, ma hanno anche fratelli e sorelle più piccoli, quindi penso che ci saranno anche ragazzi e ragazze della vostra età.» risponde Kim.
«Ah, meno male.» dice Maya.
«Ti vedo pensierosa, Amy. A cosa stai pensando?» mi chiede improvvisamente Elena.
«A niente.» rispondo subito io.
«Sicura?» insiste lei.
«Sì. Mi manca solo George, tutto qui.»
«Ah, okay.»
«A che ora volete far iniziare la festa?» chiedo io, poco dopo.
«Alle undici.» risponde Elena.
«Di solito la facciamo iniziare alle undici.» precisa Kim.
Premettendo che non sono stata a molte feste, soprattutto in casa, ma l'idea di una festa in questa villa sulla spiaggia non mi dispiace. Mi sono divertita quando siamo andate al Marquee per festeggiare il compleanno di Maya, anche se non era proprio una festa, e spero di divertirmi anche alla festa di domani sera. Io amo il quattro luglio e vedere i fuochi d'artificio dalla spiaggia dev'essere una cosa bellissima, peccato solo che George non sarà qui con me. Ma almeno ho Elena e Maya.
Chiacchieriamo fino a tarda notte, poi andiamo a letto.

Sento bussare alla porta e poi sento una voce che dice:
«Posso entrare?»
È la voce di Elena. Potrei riconoscerla in mezzo a mille voci. Ha una bella voce, che le si addice. Passa dall'essere calda, profonda, all'essere acuta quando urla, ad esempio. Ha una di quelle voci che hanno le belle ragazze, una di quelle voci che i ragazzi trovano sexy. E sono convinta che il ragazzo che un giorno troverà amerà la sua voce, soprattutto quando sa imitare la voce di un'operatrice di un telefono erotico. Claire le dice sempre che potrebbe lavorare in un telefono erotico. Non so mai se scherza oppure è seria, ma io rido ogni volta che glielo dice, e anche lei ride.
«Sì.» le risponde Maya.
«Vi state trovando bene per ora?» ci chiede Elena.
Perché si preoccupa sempre per noi? Non siamo più delle bambine, abbiamo già diciassette anni e io a marzo ne farò diciotto.
Però mi fa piacere che si preoccupi e che ci voglia proteggere. Uno dei vari motivi per cui le voglio bene.
«Sì.» risponde Maya.
«Sì.» rispondo anch'io.
«Siete contente per la festa di domani sera?»
«Sì, sarà divertente.» rispondo io.
«Sì, non sono mai stata ad una festa sulla spiaggia.» risponde invece Maya.
«Neanch'io.» salto su io.
«Allora vedrete che sarà una prima festa sulla spiaggia molto divertente.» ci dice Elena, sorridendoci.
Rimane lì, sulla soglia della porta, senza fare un passo avanti. Sembra che non voglia superare la porta per non toglierci la nostra privacy.
È strano, perché si preoccupa sempre per noi, ma allo stesso tempo non ci chiede più di tanto e non indaga molto per sapere cosa ci succede.
Lei sa che sono molto riservata, però spesso mi capita di sentirla più distante. Noto che con Claire non è così. Con lei parla di qualsiasi cosa le passi per la testa, mentre con me e Maya no. Spero sia solo perché fino a prima di trasferirci a New York ci siamo viste poco.
«Sì, ci divertiremo, dai.» le dico io.
«Allora buonanotte.» ci dice.
«Notte.» diciamo io e Maya.
Elena scompare in corridoio, ma un attimo dopo io la raggiungo e l'abbraccio da dietro.
«Amy.» dice lei.
Come ha fatto a capire che sono io? Forse perché sono più bassa rispetto a Maya. Beh, in effetti è sicuramente per questo.
«Perché questo abbraccio?» mi chiede.
Sembra che nessuno l'abbracci come voglia essere abbracciata. Eppure ci siamo sempre abbracciate, ogni volta che ci rivedevamo dopo tanto tempo. L'ultima volta è successo quando siamo arrivate a New York.
«Così.» rispondo io.
In realtà l'ho abbracciata perché volevo davvero abbracciare mia cugina. Oggi ci siamo parlate pochissimo e mi mancava, e sono sicura che anch'io le mancavo. Lo capisco da come stringe le sue braccia intorno alle mie. Si capisce che non vuole che mi stacchi da lei.
«Buonanotte, Lena Lou.» le dico io, staccandomi da lei dopo parecchi secondi.
«Buonanotte, Amy em.»
Sembra quasi timida quando mi parla. Sembra che abbia timore di me, timore dell'effetto delle sue parole su di me. Sembra che abbia paura di perdermi da un momento all'altro. Ma non succederà, io ci sarò sempre per lei, qualsiasi cosa succeda. E so che lei ci sarà sempre per me, qualsiasi cosa succeda.
Ha sempre il terrore di perdere le persone. Beh, non posso di certo biasimarla. Sono sicura che quando capirà che non perderà me, Maya e Claire vivrà molto più serenamente.

Welcome to New York (ripubblicazione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora