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Amy


Sono seduta sulle scale e le ragazze sono tutte in soggiorno.
Siamo al diciassette di maggio e ormai si avvicina la fine della scuola per me e Maya, il ballo di fine anno, il diploma, e la laurea di Claire.
Ormai è quasi un anno che io e Maya ci siamo trasferite qui a New York.
Come faccio a dire alle persone a cui tengo quello che vorrei dire? Sta diventando più difficile del previsto parlarne anche solo con Elena, perché so che non reagirà per niente bene.
Le sento parlare fra loro mentre guardano la tv e io faccio un respiro profondo.
Devo scendere da queste scale, arrivare in soggiorno e parlare con loro per dirglielo. Devo farlo. Prima o poi dovrò farlo.
Prendo coraggio e mi alzo, raggiungendo così il soggiorno.
La prima a vedermi è Elena. Sembra che sappia già che devo dire qualcosa di importante e che mi preoccupa confessare.
Faccio un respiro profondo e chiedo:
«Ragazze, posso parlarvi un attimo?»
«Certo, Amy.» risponde subito Maya.
«Sì, certo.» risponde invece Claire.
«Sì.» risponde semplicemente Elena.
Elena mi guarda confusa, ma io faccio finta di niente e mi siedo sulla poltrona.
Le ragazze mi guardano confuse, Elena più di tutte, e sembra che sappia che devo confessare qualcosa che non le andrà a genio.
Sono agitata ed Elena lo percepisce, lo capisco che lo percepisce.
«Tutto okay, Amy? Sembri nervosa.» mi chiede Claire.
Andrà male, malissimo, lo so già.
Faccio cenno di sì con la testa, poi faccio un altro respiro profondo ed esclamo:
«Qualche mese fa, per il mesiversario mio e di George sono andata a casa sua, ricordate?»
«Sì, ma vai sempre a casa sua per il vostro mesiversario, Amy em.» risponde Elena.
«Sì, infatti.» concorda Maya.
«In febbraio.» salto su io.
«Beh... ecco... quella volta lì, una cosa tira l'altra e...» aggiungo.
Sono così imbarazzata che mi scaverei la fossa da sola.
Elena mi osserva, mi scruta, ma credo che abbia già capito cosa intendo dire, mentre Maya e Claire sembrano felici per me.
Le osservo tutte e tre, una dopo l'altra, ed è così difficile dirglielo, cavolo.
«Insomma... quella volta lì ho avuto la mia prima volta con George.» confesso.
Dall'espressione di Elena capisco che è felice per me.
Alla fine ho già diciotto anni e sa che non sono più una bambina, sa che sono una donna a tutti gli effetti.
«Ma... come sapete è un po' che non ho il ciclo. Pensavo fosse per lo stress del ballo, del diploma e degli esami, e in generale io non sono mai molto regolare.» aggiungo.
L'espressione di Elena cambia subito e Dio mio, sembra che con ogni parola che dico la sua espressione cambi drasticamente.
«Insomma... sto cercando di dirvi che...» inizio a dire.
Faccio un respiro profondo e aggiungo:
«Sono incinta.»
«L'ho scoperto qualche giorno fa e voi siete le prime a saperlo, oltre a George.»
Elena è delusa, molto delusa, e arrabbiata, e scioccata. Da una parte non c'è da biasimarla.
«Ehm...» inizia a dire Claire.
«Wow!»
Claire borbotta qualcosa, ma non le esce niente di sensato.
Dio mio, Elena in questo momento mi starà odiando.
La sto osservando, ma lei non mi guarda in faccia.
Si vede benissimo che è arrabbiata e delusa, glielo leggo in faccia più di ogni altra cosa.
«Wow, Amy. Di certo non mi aspettavo tutto questo.» salta su Maya.
«Ma sono comunque contenta per la tua prima volta con George.» aggiunge.
«Grazie, Maya.» le dico, sorridendole.
Lei mi sorride a sua volta ed è un sollievo che almeno una delle mie cugine non si sia arrabbiata con me.
«Quando l'ho detto a George era molto confuso e scioccato ovviamente. Abbiamo usato il preservativo e non capivamo come fosse potuto succedere, poi abbiamo controllato la confezione di preservativi e ci siamo accorti che erano tutti difettosi.» confesso.
«Che sfiga, cazzo.» esclama Claire.
«Già.» concordo io.
Sì, questa è sfiga. La prima volta che faccio sesso rimango incinta.
«Il problema è che sono già in tre mesi e non posso più abortire perché rischio un'emorragia e di non avere più figli.» confesso.
Guardo Elena, ma lei sta guardando nel vuoto.
Ce l'avrà a morte con me, lo so.
«Quindi devi tenerlo per forza?» mi chiede Maya.
«Sì.» rispondo.
«E con l'università come farai?» mi domanda Claire.
«Non lo so, in qualche modo farò. Ne ho parlato con George e voglio assolutamente laurearmi. Quando potrò terrò io il bambino, quando non potrò lo terrà George, e prenderemo una baby-sitter probabilmente.» rispondo.
«Ah, okay. Beh, io posso darvi una mano, se volete.» esclama Claire.
«Anch'io.» salta su Maya.
Elena non dice niente, non ha ancora detto niente da quando ho confessato tutto.
Se ne sta lì, seduta sul divano, muta e immobile, ma vedo benissimo che è arrabbiata e delusa.
«So che è brutto da dire, ma... avete considerato l'opzione di darlo in adozione?» mi chiede Claire.
«Sì, ma non darei mai in adozione mio figlio.» rispondo.
«E se avessi potuto abortire, l'avresti fatto?» mi chiede Claire.
«No.» rispondo subito.
Non abortirei e non darei mai in adozione mio figlio. Amo i bambini e avrei preferito rimanere incinta dopo la laurea e il matrimonio, ma è capitato adesso, a diciotto anni.
Perché Elena non ha ancora detto una parola? Dì qualcosa, ti prego.
Improvvisamente la vedo che si alza dal divano e io la seguo con lo sguardo, mentre sale le scale. Ma dove cavolo va?
«Elena!» la chiamo io.
Non ha ancora detto niente sulla mia inaspettata gravidanza, anzi, ora se ne sta andando, evitando il problema.
Voglio che mi dica quello che pensa, anche se so che non saranno cose positive.
Salgo qualche gradino ed esclamo:
«Elena!»
«Cosa c'è, Amy?» mi chiede lei, scendendo di qualche gradino in modo da potermi vedere.
«Non hai detto nulla.» rispondo.
La vedo fare un respiro profondo, poi mi chiede:
«Vuoi davvero sapere cosa penso, Amy?»
«Sì.» rispondo, e mi volto un attimo verso Claire e Maya che mi stanno guardando, poi mi giro di nuovo verso mia cugina.
Elena scende alcuni scalini e si ferma due gradini prima di me.
«Perché non me l'hai detto?» mi chiede lei.
Cosa? Che ho fatto l'amore con George o che sono incinta?
«Perché non mi hai detto che hai fatto sesso con George?» aggiunge.
«Perché sono cose private, Elena. Neanche mia madre e mia sorella lo sanno.»
Lo sa che sono molto riservata, perché mi sta chiedendo questo?
«Avrei potuto evitare tutto questo, Amy em. Ci avevi detto del ritardo, ma ci hai detto che sei spesso irregolare, quindi non ci ho dato molto peso.» afferma Elena.
«Non avresti potuto evitarlo, Lena Lou.» le dico io.
«Sì, invece.» urla Elena, forse un po' troppo forte, tanto da farmi spalancare gli occhi.
«Se avessi saputo del sesso ti avrei fatto fare il test e a quest'ora...» aggiunge, non terminando la frase.
«A quest'ora non sarei incinta.» gliela finisco io.
«Già.»
«Pensi davvero che avrei abortito?» le chiedo.
«No, non lo penso, ma almeno avresti avuto quell'opzione invece di... non aver nessun'opzione.» risponde lei.
«Non avrei abortito comunque, Elena, come non darò mio figlio in adozione.»
«Hai solo diciotto anni, Amy em. Il mese prossimo ti diplomi e hai il ballo, e gli esami. E con l'università come farai?» esclama lei.
Sembra più preoccupata lei di me per questa gravidanza. Sono io quella incinta a diciotto anni, Elena, non tu.
«Non si vede neanche la pancia, Elena. Guarda.» dico io, alzandomi la maglietta.
Lei mi osserva e dalla sua espressione capisco che mi dà ragione.
La pancia non si vede, anche perché sono solo in tre mesi.
«Okay, non si vede ancora, ma con l'università come farai?»
«Quando inizierai ormai nascerà il bambino. Andrai a lezione con il pancione?» aggiunge.
«O vado a lezione con il pancione, o ci vado dopo che il bambino sarà nato, oppure con l'anno nuovo, non lo so.» rispondo.
«Non puoi, Amy em, non puoi.» dice lei.
«Sì che posso, Elena.»
Elena si porta le mani sul viso e scossa la testa, poi abbassa lo sguardo.
La osservo e sembra davvero più preoccupata lei di me.
«Tu sarai dalla mia parte?» le chiedo, poco dopo.
Non risponde subito, e quest'attesa mi uccide.
È mia cugina, viviamo insieme da quasi un anno, sono come una sorella per lei, sono come un'amica per lei. Dovrebbe essere comunque dalla mia parte. Non dovrei nemmeno chiederglielo.
Elena guarda dietro di me, così mi volto, e ad un paio di metri da me ci sono Claire e Maya.
Le guardo anch'io e vedo che anche loro sono preoccupate.
Mi volto verso mia cugina e lei mi guarda.
«No.» risponde, qualche secondo dopo.
E quel no mi distrugge. È mia cugina, parte della mia famiglia. Perché non appoggia le mie scelte? Sa che se abortirò rischierò l'emorragia e peggio, non potrò più avere figli, e lei sa che voglio averne.
«Mi dispiace, Amy, ma non appoggerò la scelta di avere questo bambino.» aggiunge, e sale le scale.
Mi volto verso Maya e Claire e ci guardiamo per un po'.
«Mi dispiace, Amy.» dice Maya, e mi abbraccia.
«Anche a me.» dico io, e la stringo forte.
«Vedrai che Elena cambierà idea, Amy. È testarda, non accetta facilmente i cambiamenti e odia non avere il controllo su tutto, ma vedrai che cambierà idea. Dalle tempo.» afferma Claire, e mi abbraccia anche lei.
Che carina, aww. Non mi ha mai abbracciato in quasi un anno che vivo qui.
Sto con Claire e Maya in soggiorno e parliamo finché non sentiamo dei passi sulle scale.
Ci voltiamo tutte e tre e poco dopo vediamo Elena con un trolley.
«Dove vai?» le chiede Maya.
«Via.» risponde lei, semplicemente.
Come via? Dove cavolo va? È qui che vive, è questa casa sua.
«Via? Via dove, Elena?» le chiede Maya, alzandosi dal divano e raggiungendola.
«Via da qui. Non voglio stare qui.» risponde lei.
Sei una stupida, Elena.
«Andrà da Niles, dai. Sennò dove potrebbe mai andare?» salto su io, alzandomi dal divano.
«Cosa vuoi dire con questo? Che non ho nessun altro su cui contare?» ribatte lei.
«No, non volevo dire questo, ma è ovvio che vai da Niles.»
«Sì, sto andando da Niles.» dice lei, aprendo la porta.
«Elena, non andartene.» interviene Claire, che intanto si è avvicinata a me e a Maya.
«Non posso stare qui, Claire.» dice lei, e se ne va, chiudendo la porta dietro di sé.
Faccio un respiro profondo e fisso la porta.
Elena non appoggia la mia scelta, Elena non mi parlerà più, ed Elena è addirittura andata via di casa.
Apro istintivamente la porta ed esco di casa, poi chiamo mia cugina.
«Elena, sei mia cugina, non puoi non appoggiare la mia scelta!» urlo, mentre lei sta mettendo il trolley nel baule della sua macchina.
«Certo che posso non appoggiarla, Amy. Ti stai rovinando la vita.» esclama lei, dopo essersi voltata verso di me.
«Sì, lo so, anche George mi ha detto che mi ha rovinato la vita, ma un bambino è sempre una bella cosa, Elena.»
«Non sono d'accordo, lo sai.» esclama, poi entra in macchina e se ne va.
Guardo la sua macchina andare via, e poco dopo rientro in casa.
Ora che le ragazze lo sanno, devo parlare anche con i miei genitori. Sarà ancora peggio che dirlo ad Elena. Sapevo che lei non avrebbe gradito la novità, ma non pensavo che non sarebbe stata dalla mia parte.

Welcome to New York (ripubblicazione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora